CHI HA PAURA DELLA MINETTI? di Annarita Digiorgio

13 Febbraio 2011 0 Di Life

Di fronte a una macchina raccogliclic, priva di ragionamenti politici, che colleziona immagini di donne che dicono basta, su un sito, repubblica.it con la homepage regolarmente intasata da boxini di donne seminude, e che per le sue markette da decenni cerca di farci credere di voler combattere Berlusconi e la sua visione del mondo, balcanizzando adesso persino lo scontro uomo donna e,come Concita De Gregorio, volendo difendere il corpo della donna dopo aver spondorizzato il proprio giornale infilandolo nella tasca di una minigonna, io dico Asta.

Asta che vuol dire pene. Pene, culo, vagina: carne, parti del corpo come le altre. Che vendiamo e compriamo tutti i giorni.

Come le braccia per fare il pane, gli occhi per cucire i vestiti, il cervello per studiare. O questi valgono meno di culo e vagina? Perché la dignità è a rischio per cinquemila euro in una notte e non per gli 800 in un mese a Mirafiori con pausa di dieci minuti?

Come se la stessa retribuzione per una serata ad Arcore fosse sfruttamento e per un anno all’Esselunga no. Ieri repubblica.it per informare dell’alto numero di badanti italiane titolava “è tornato il lavoro da donna”.

Cosa stabilisce cosa sia un lavoro da donna rispetto ad un altro?

Non abbiamo tutte studiato per fare le astrofisiche come le amiche di Concita, e in mancanza d’altro ognuno sfrutta quello che ha.

Natalia Aspesi pur avendo firmato l’appello ha scritto su Micromega “Credo che essere un puttanone debba dare tante soddisfazioni…Non lo so, io non lo sono stata purtroppo. Per essere un puttanone prima di tutto bisogna essere bellissime, io ero bruttarella”.

Allora sapete che c’è? Penso che ci voglia del talento, delle capacità, un po’ di merito anche per farsela pagare.

Libero mercato: a una domanda, corrisponde un’offerta.

Non è un reato fare sesso. Persone consenzienti possono farne come, quando e quanto vogliono, con soldi o senza. Non ledono la libertà di nessuno, e non violano nessuna legge. E questa è l’unica asta che divide ciò che è morale da ciò che non lo è.

E anche il limite della maggiore età è necessario, ma convenzionale, che non è che a 18 anni e un mese si sa come guidare una macchina e a 17 e mezzo no.

In uno stato liberale non esistono reati senza vittima, neanche di sesso, e quindi il sesso non ha niente a che fare con dignità e morale, tranne nei Paesi in cui la legge è dettata dalla religione, in cui si sorveglia sulla castità delle donne o se ne mutilano i genitali. Ma questo, appunto, è da stato etico.

Io non contesto chi manifesterà il 13, non ho una morale da imporre agli altri.

Ma non condivido il loro appello a dire basta ai comportamenti che “stanno inquinando la convivenza sociale e l’immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione”.

Io non difendo la coscienza religiosa della nazione, lotto per uno stato laico.

E in uno stato laico non si dovrebbero attribuire ai politici funzioni pedagogiche e moralizzatrici.

Quanto a me non ho bisogno di mettere sul mio profilo Facebook la foto di Maria Goretti come avrebbe voluto Berlinguer, e neanche di Brigitta Bulgari. Aveva ragione Ferrarotti: “bisogna trovare un lessico e non lasciarlo espropriare con la madonna da un lato e Cicciolina dall’altro”.

La mia dignità per fortuna non è intaccata nè da Arcore, nè da chi va in piazza per difendere l’etica della nazione

E’ solo che entrambe le cose mi sembrano un po misere.

Come quelli che vanno al palasharp a dire che loro leggono Kant. Ottima lettura, e poi?

Neanche mi convince la spiegazione della Perina: che il problema è solo che con questi mezzi le ragazze arrivano poi in Parlamento. Ma perché qualcuno per caso si è mai chiesto come ci è arrivato Gasparri o Calearo? Iva Zanicchi chiedeva ieri sera a Gad Lerner di non invitarla più in trasmissione perché lei non è una politica seria, è una cantante; ma lui regalandole rose rosse: “Continuerò a farlo, sei una gran signora”. Che differenza ci passa (fino a processo concluso) tra la Zanicchi e la Minetti? L’avvertita Alda D’Eusanio scrisse nel 1978 un intelligente istant book “Chi ha paura di Cicciolina?”.

Chi ha paura della Minetti? Secondo il principio di non discriminazione credo che a nessuno debba essere preclusa la possibilità di essere eletto, pure Cicciolina fu candidata per gioco dai radicali, ma gli elettori scelsero con tantissime preferenze di mandarla in Parlamento.

Queste manifestazioni sono misere perchè non accompagnate da proposte politiche.

Non si difende niente dicendo solo basta o raccogliendo firme senza alcun valore. Si difende col votare in parlamento il disegno di legge per l’introduzione di un sistema elettorale uninominale maggioritario.

E sopratutto, con la legalizzazione della prostituzione.

Se non ora quando?