IL MISTERO DEL CANDIDATO SCOMPARSO, quando Ciccio Pesca, Gaetano Tabasco e Vito Cervicale si sfidarono per la poltrona di Sindaco (quinta puntata)

IL MISTERO DEL CANDIDATO SCOMPARSO, quando Ciccio Pesca, Gaetano Tabasco e Vito Cervicale si sfidarono per la poltrona di Sindaco (quinta puntata)

27 Aprile 2012 7 Di Life
L’alibi di Vituccio Manotorta fu confermato immediatamente dal prete e da molti altri testimoni: al momento della sparizione del dottor Tabasco, lo storpio era impegnato assieme ad altra gente a domare le faine che si contendevano il voto in casa sua.Quando furono di nuovo soli, il maresciallo Pippo Segugio disse al brigadiere: “Brigadiere, questo paese è veramente strano…”

“Marescia’,” rispose il brigadiere, “non si deve stupire: qui, durante le elezioni, diventano tutti matti, ogni cosa viene buttata in politica, e la politica viene buttata in caciara…”

“Se almeno ci fosse Tito Mazzolin…” bisbigliò l’appuntato, alzando timidamente gli occhi dalla macchina da scrivere.

“Appuntato!” lo aggredì il brigadiere, “e che vergogna! Se un carabiniere si mette a votare i comunisti, dove andrà a finire la nostra povera patria!”

“Brigadiere,” disse sconsolato il maresciallo, “cerchiamo di non farci prendere da questa follia del voto anche noi! E lei, appuntato, stia zitto e pensi piuttosto all’ortografia del verbale! Adesso, facciamo entrare quell’altro fenomeno del cieco.”

Ninuccio Vivurré, il cieco a cui era stata ridata la vista, aveva la faccia pingue, rubizza, ed un paio di baffi folti e neri. Indossava una maglietta del Bari dei tempi di Guerrero che lasciava scoperto per metà uno stomaco tondo, teso come un tamburo, a sua volta testimonianza indiretta di una grande passione per la birra ed il gioco delle carte.

“Mi dica un po’, quand’è che ha visto l’ultima volta il signor Tabasco?” chiese il maresciallo.

“Marescia’, veramente, siccome che ero cieco, io al dottore non l’ho visto proprio… Quello mi ha detto qualche cosa, ed ha fatto il miracolo. Prima vedevo tutto buio, nero nero nero come uno scorzone… Poi mi ho sentito come una vampa in faccia, e gli occhi si hanno fatti come che si è scrafagnata una fica d’india… E così ho cominciato a vedere… Prima vedevo come delle ombre che si muovevano tutte sopra e sotto, sopra e sotto, come quando ti hai bevuto dieci casse di birra… Poi, dopo, quando ho visto meglio, siccome che il dottore già se n’era andato, ci stava una ragazza giovane che mi ha dato un bigliettino che io mi pensavo che erano le palme siccome che stava disegnato una ramaglia di ulivo. E la ragazza mi ha detto: ‘Domenica, vota e fai votare Gaetano Antonio Tabasco!””

Il maresciallo si grattò la nuca, perplesso. “Ah, sì?” continuò a chiedere, “e dove sarebbe avvenuto questo miracolo?”

“Qui, agli occhi!” rispose prontamente Ninuccio, posandosi gli indici grassottelli sulle palpebre.

“Intendo dire,” precisò spazientito il maresciallo, “in quale luogo del paese?”

“In mezzo alla piazza, sotto al Bari Club,” spiegò Ninuccio, “io ero appena uscito dopo che mi avevo fatto una partita a carte con gli amici, marescia’, e stavo tornando a casa…”

Il maresciallo, continuando a grattarsi la nuca, disse: “Ah sì? E lei come faceva a giocare a carte se era cieco?”

“Marescia’,” rispose Ninuccio tentennando, “io la carta la sento col fiuto… ma ieri girava storta, e mi hanno schiattato a ulmo tutto il pomeriggio.”

Il maresciallo Pippo Segugio dispose un approfondimento di indagini su quell’uomo: “Brigadiere,” disse, “cerchiamo un po’ di capire se questo Ninuccio è iscritto lui medesimo, o è imparentato anche alla lontana con qualche militante o esponente del Partito Demoscopico perché questo miracolo non mi convince affatto…”

(5 – continua)