Povertà dei bambini in Italia e in Europa

4 Marzo 2009 0 Di Life

Povera è la persona che non dispone di risorse e di strumenti per la propria autorealizzazione e che, insieme, non riesce a inserirsi vitalmente e attivamente nell’organizzazione sociale, offrendo il proprio contributo alla realizzazione del bene comune (Vittorio Nozza).

“Medico e Bambino” affronta nuovamente le tematiche inerenti la tutela delle fasce più deboli della popolazione, in particolare i bambini. La rubrica “Osservatorio – cartoline dal mondo”, curata da Giorgio Tamburlini, Direttore Scientifico dell’IRCCS “Burlo Garofolo” di Trieste, analizza infatti la situazione della povertà minorile in Italia e delle ripercussioni che questa ha sullo sviluppo futuro dei giovani, sulla loro istruzione ed emancipazione sociale.

Il tema della povertà viene introdotto e arricchito dall’editoriale a firma di Vittorio Nozza, Direttore della Caritas Italiana, che pubblichiamo su “Medico e Bambino” per gentile concessione della rivista “Social News”. In chiusura del suo intervento, che invitiamo a leggere nella versione integrale, Nozza sottolinea: “Povera è la persona che non dispone di risorse e di strumenti per la propria autorealizzazione e che, insieme, non riesce a inserirsi vitalmente e attivamente nell’organizzazione sociale, offrendo il proprio contributo alla realizzazione del bene comune. […] Molto frequentemente siamo in presenza di esclusioni subite da parte della società, nel senso che queste persone non contano, non sono recepite come portatrici di valori, non sono prese in considerazione, sono considerate inutili e, anzi, un peso per la società. […] L’esperienza ci dice che molto spesso i poveri sono tagliati fuori dai processi decisionali e dalla cittadinanza attiva. La prevalente funzione pedagogica, che sta alla base di ogni progettualità e azione della Caritas, ci chiede di rispondere a questa crisi educando. Facendo cioè crescere nella quotidianità forme sempre più diffuse di denuncia, di responsabilità, di coinvolgimento e di impegno per la giustizia e la solidarietà.”

Riportiamo alcuni stralci del testo di Giorgio Tamburlini: “In Italia ci sono oltre 10 milioni di minori (dati Istat). I minori che vivono in famiglie sicuramente povere sono 800.000 e questi si trovano soprattutto al Sud (80,9%) (dal “3° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione dei Diritti sull’Infanzia” del Gruppo di lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza).

Come evidenziato da un Rapporto della Commissione Europea (Child Poverty and Well-being, 2008), l’Italia è uno dei Paesi in cui la proporzione di minori poveri è più alta.

Il profilo sociale dei genitori ha una grande influenza sulla futura vita professionale dei figli: il progresso sociale inter-generazionale è una realtà che le fasce più povere della popolazione non conoscono. Ciò si riflette moltissimo nel livello di istruzione dei giovani: meno elevato è il livello scolastico dei genitori, più alta è la probabilità che i figli abbandonino la scuola prematuramente. In sostanza, l’eredità di esclusione e svantaggio sociale tende a trasmettersi inalterata dai genitori alla prole, senza che l’intervento pubblico (sia in termini di servizi di assistenza, sia finanziario) riesca ad agire in modo efficace. Dappertutto poi i bambini facenti parte di minoranze etniche come i rom o con genitori immigrati sono a maggior rischio degli altri bambini di vivere sotto la soglia di povertà.

In Italia, tra i fattori che conducono alla povertà dei bambini pesa soprattutto, più che la disoccupazione o i salari bassi, l’assenza di politiche di supporto alle famiglie. L’eliminazione del fenomeno della povertà infantile rappresenta una delle principali priorità nel panorama delle politiche sociali in sede europea. Il rapporto della Commissione Europea mostra che la povertà infantile è diminuita, dal 1995 al 2005, solo in quei Paesi che hanno adottato politiche specifiche di contrasto di tale fenomeno: Spagna e Regno Unito, Austria e Ungheria in testa, mentre in Italia la situazione è andata peggiorando.”

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