Geografia storica dell’Italia antica – La provincia di Taranto

4 Maggio 2010 0 Di Life

I luoghi battuti dalla presenza umana nel Tarantino sin dall’età più remota sono le gravine di Statte (età megalitica), il Lido Silvana nel comune di Pulsano, dove tra gli anni ’40 e i ’50 sono stati rinvenuti resti di un villaggio dell’età del bronzo, le alture di Mottola e il Colle Sant’Elia presso San Giorgio Ionico (età del Ferro). In seguito il territorio di Pulsano fu al centro della frequentazione greca, egeo-micenea: a Luogovivo, altra contrada della marina, si vuole localizzare il sito di una misteriosa Aulonia, toponimo ricorrente nel mondo italiota.

Inutile dire, però, che la più importante città greca della provincia era proprio Taranto (Taras, latino Tarentum), l’unica colonia spartana della Magna Grecia. Le vicende della sua fondazione sono degne di un romanzo di eroi-fuorilegge, in quanto a dar vita ad essa furono, nel 706 a.C., un manipolo di nobili spartani, dunque di spartiati, privi della cittadinanza in quanto nati da unioni tra spatane e perieci, i Parteni. A guidarli era Falanto, una figura mitologica. Sembra comunque che il primissimo approdo degli aristocratici rinnegati di Falanto sia stato la spiaggia di Saturo, a Leporano Marina. Lo sviluppo della potenza della città fu diretta conseguenza della distruzione di Sibari e del successivo declino della polis che l’aveva distrutta, Crotone. Uscita vincente nel 433 a.C. dallo scontro con Turi per il possesso della Siritide, dove poi avrebbe dedotto Heraclea, Taranto era ormai una realtà egemone a livello interregionale, e lo sarebbe rimasta fino al conflitto contro Roma. Il nome di Taranto e dei Tarantini nella storia antica è legato anche ad un atteggiamento, nella propria politica di difesa, che avrà molti emuli nel corso dei secoli: la tendenza a chiamare in proprio aiuto alleati stranieri, da Archidamo ad Alessandro il Molosso fino a Pirro, protagonista dello scontro con i Romani che fu fatale all’indipendenza di Taranto come del resto della Magna Grecia.

Centro messapico in questa provincia era Manduria. Messapi erano stanziati inoltre nei territori di Ginosa, Massafra, Sava, Carosino, Avetrana e Crispiano. A Laterza si parla di una presenza peucezia mentre a Castellaneta (forse corrispondente all’antico centro di Minerva, distrutto ds Alarico) di una coabitazione tra Siculi, Messapi e Peucezi. Secondo alcuni il toponimo Maruggio deriverebbe da Marruvium, in quanto il paese sarebbe stato fondato da una comunità di Marsi che, nel nome dell’insediamento, avrebbero inteso rendere omaggio alla loro capitale.

Con dei preadia romani avrebbero a che fare i nomi di Fragagnano e di Pulsano: nei pressi di quest’ultimo, sempre nella già citata località di Lido Silvano, di certo non mancano le tracce di età romana, in forma di resti di villae e di due navi.

Al Medioevo risalgono le origini di Massafra (Massa Afra, fondato nel V-VI secolo da profughi dell’Africa settentrionale invasa dai Vandali), Grottaglie (lo si vuole sorto per opera di ex abitanti di Rudiae), Martina Franca (colonia di tarantini), Roccaforzata, Faggiano, Torricella, Mentemesola e versimilmente di Palagiano e Lizzano.

Monteiasi apparteneva allo stesso feudo di Roccaforzata. Palagianello, per un secolo, dal 1806 al 1906, parte integrante del comune di Palagiano, nel ‘400 era una Magnifica Università costituita per decreto di Ferrante I d’Aragona. San Marzano di San Giuseppe, poi, nacque nel ‘500 da una comunità di albanesi.

Fonte: http://www.mondoarcheologia.blogspot.com