Il falso problema della dignità in politica. Meglio distinguere tra diversi opportunismi.

Il falso problema della dignità in politica. Meglio distinguere tra diversi opportunismi.

22 Giugno 2012 7 Di Life

Trovo condivisibili molte delle conclusioni alle quali giunge Pio XIX, anche se andrei più cauto con l’uso del termine “dignità” riferito alla politica. La politica è un terreno diventato sommamente indistinto, nel quale perfino una parola come “coerenza” non sappiamo più bene cosa stia a significare.

Non voglio spezzare una lancia a favore di Cervellera, proprio io che gliene ho scagliate tante contro, ma devo ricordare quando in Consiglio diceva di condividere le scelte operate dall’amministrazione Ressa. Poi, certo, aggiungeva pure di non condividere il metodo “poco democratico” attraverso le quali venivano individuate e attuate, ma questo – a posteriori – serve solo a noi per capire che il nobile discorso sulla democrazia era assolutamente pretestuoso; Cervellera era alla ricerca di un posto al sole e ampie prove in tal senso avrebbe fornito in seguito.

È definibile poco o per nulla dignitoso questo suo comportamento, quando quotidianamente assistiamo a comportamenti simili anche da parte di altri? Probabilmente si ma è più giusto etichettarlo come arrivismo (se non sbaglio fui proprio io a definire per primo l’accordo raggiunto tra Ressa e Cervellera in occasione delle primarie, come frutto dell’arrivismo che contraddistingueva entrambi), trovo invece ingiusto che se ne voglia far pagare il prezzo al solo Cervellera.

Dovremmo prima considerare, per comprendere in cosa si traduca la dignità in politica, che Cervellera è con tutta probabilità il politico meno carismatico oggi in giro per Palagiano e sicuramente il più impacciato di tutti. Tale suo impaccio è dovuto proprio all’errata valutazione che fa del proprio scarso carisma e lo pone costantemente sotto cattiva luce; allo stesso modo – per fare un esempio calcistico – in cui nella Juventus di Platini sarebbero apparsi inopportuni gli atteggiamenti da primadonna provenienti da Bonini o Brio, in politica si paga un prezzo salato quando, disponendo a malapena delle qualità di un gregario, ci si atteggia a leader.

Diverso è il caso di quanti, pur condividendo le qualità dei gregari, sanno attendere il momento buono per apparire come leader. Valga per tutti l’esempio fornito da Ressa, che già nel ’93 pretendeva di essere il candidato sindaco e ricevette dei secchi rifiuti. A distanza di tempo devo riconoscere che seppe lavorare per diventarlo in seguito.

Nel ’93 la sinistra palagianese viveva un momento simile a quello attuale. Scoramento diffuso tra i suoi elettori, ormai certi di essere in un cul-de-sac nel quale erano stati allegramente condotti dal leader di allora, certo Anzolin, e nessuna prospettiva per il futuro, di nuovi leader all’orizzonte neanche l’ombra. Anche allora venne messa in piedi un’operazione elettorale simile a quella del 2012: individuazione di un candidato almeno presentabile e tutti a pregare che l’elettorato abboccasse.

L’elettorato non abboccò e insieme all’elettorato non abboccò Ressa. Rifiutò graziosamente l’offerta di candidarsi a consigliere, lui che fino al giorno prima pretendeva di essere il candidato sindaco, e si mise sulla riva del fiume ad attendere il passaggio dei cadaveri politici della sinistra. Cosa che puntualmente avvenne.

Ressa, intendiamoci, non è che avesse tutte quelle qualità di cui si è detto in seguito, ma poteva contare su un consigliere politico di prim’ordine venuto dalla Sicilia. Anche elettoralmente si rivelò un mezzo disastro, si veda il flop della sua candidatura alle Provinciali, ma era ormai diventato la scelta obbligata per una sinistra in cerca di rappresentanza.

Cervellera, fosse stato più arguto politicamente, una cosa soltanto avrebbe dovuto fare: capire che a Palagiano stava per chiudersi un ciclo della sinistra (quella ressiana, che infatti è uscita distrutta dalle urne) e mettersi in attesa di diventare il naturale rappresentante del ciclo successivo. Per fare ciò gli sarebbe bastato attendere con serenità l’esito delle primarie, che anche in caso di sconfitta l’avrebbero consacrato unico rappresentante credibile della sinistra.

Per fortuna di Palagiano e della sinistra le cose sono andate come sappiamo. Abbiamo perso per strada un altro arrivista e questo è un bene, ma non si dica che Cervellera è politicamente meno dignitoso di qualsiasi altro politico. La politica offre sempre diverse opportunità da cogliere e il politico è quasi sempre un opportunista. Il fatto di sceglierne una in vece di un’altra può esporlo a guadagno come a perdita, ma sempre di opportunismo si tratta.

Mimmo Forleo