La politica vince sempre, sono i cervelli che rimangono spenti

La politica vince sempre, sono i cervelli che rimangono spenti

21 Gennaio 2013 1 Di Life

Life, devo confessare che non riesco a seguirti quando scrivi:

«Abbiamo ancora sbagliato tutti a questa tornata. Ma di brutto! La politica ha voluto (ancora una volta) strafare convincendo un “semplice” personaggio pubblico e molto amato a scendere in campo proponendolo come candidato sindaco.»

Ti rendi conto che iscrivi te stesso – e questo sarebbe il meno – e tutti coloro i quali hanno denunciato sin dal primo momento la natura truffaldina dell’operazione in questione, al partito degli sconsiderati?

Per parafrasare il titolo del tuo post, io e tanti altri non abbiamo alcun bisogno di “accenderlo” oggi il cervello, soprattutto dietro suggerimento. I nostri cervelli erano ben svegli allorquando giudicammo l’amministrazione uscente meritevole della sonora sconfitta nella quale incappò a maggio; il mio cervello era ancora lucido quando, dopo il voto, mi fece scrivere che non di elezioni si era trattato, bensì di “premio alla carriera” consegnato a un personaggio confuso quanto la gran parte degli elettori palagianesi.

Davvero Tarasco e i suoi elettori hanno potuto credere che sarebbero bastati una “brava persona” e un singolare atto di buona volontà per cancellare un quinquennio di malapolitica? Ma in quale mondo vivono, per non accorgersi che la politica sa piegare a proprio vantaggio qualunque credenza diffusa?

Palagiano, come il resto d’Italia, è convinta che i mali della politica siano dovuti alle persone che se ne fanno interpreti, i politici cosiddetti. Basta sostituire con un politico “buono” uno “cattivo” et voilà il gioco è fatto: la politica diventa a sua volta buona come per miracolo e lavora al servizio di tutti i cittadini. È proprio lavorando su questo convincimento che la politica dimostra di non poter fallire mai: volete la “brava persona”? Eccovela!, si chiama Tarasco a questo giro.

Nello stesso giro, a un livello ben più complesso, la politica si è affidata a Monti e al prossimo potrebbe “scegliere” Grillo. Per risultare prescelti dalla politica, nei momenti per essa più imbarazzanti, è sufficiente risultare sufficientemente “anti-politici”. E la giostra può riprendere.

Come si scende da questa giostra?

Purtroppo non esiste modo di scenderne, per il momento. Non è consentito dalle “civili leggi” che “ci siamo dati”.

Quando ce le saremmo date queste leggi? Quando saremmo stati interpellati e da chi a tal proposito? Questo non è dato saperlo. “Il mondo va così” e questo deve bastarci, pena l’uso da parte dello Stato (che si è auto-nominato “politica”) della forza di cui intelligentemente pretende l’uso esclusivo. E noi come allocchi a dire senz’altro sì, “altrimenti come sarà possibile evitare quanto avviene in America?”, e senza che nessuno si chieda mai: Quante vittime hanno fatto le guerre tra Stati?, e quelle di religione? Che ne dite, aboliamo insieme alla possibilità di dotarsi di armi anche stati e religioni?

La politica, quella che pretende di essere identificata col potere statale, a mio modo di vedere è un male attualmente ineliminabile e col quale bisogna imparare a convivere. Questo però non significa che non vada utilizzata ogni occasione buona per gettare un po’ di sabbia nei suoi collaudati ingranaggi.

Come? Diminuendo in ogni maniera il suo potere di intervento sulla società. Diamo meno soldi alla politica e vedremo ridursi drasticamente il numero dei libidinosi alla costante ricerca di “più Stato e maggiore equità”. Sia chiaro, dare meno soldi alla politica non si traduce soltanto nella ricetta, buona per i grulli, consistente nel privare i partiti dei finanziamenti pubblici; quei finanziamenti sono solo la punta di un iceberg che oramai decide a suo piacimento cosa fare del 70% del reddito prodotto da milioni di utili idioti. Al raggiungimento del 100%, ormai manca poco, potremo tutti considerarci minori affidati alle amorevoli cure dell’unico adulto rimasto sulla scena: lo Stato.

Qualcuno potrà anche dirsi contento a risultato raggiunto, peccato soltanto che la sua gioia sarà di breve durata: la catastrofe che coinvolse l’URSS e i paesi suoi satelliti sarà ancora una volta lì, appena dietro l’angolo, ad attenderci.

Mimmo Forleo