SEL a convegno: “Come uscire a sinistra dalla crisi”

10 Dicembre 2010 0 Di Life

Besostri: “Uscire a sinistra dalla crisi, è il modo per uscire dalla crisi della sinistra”

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Su come uscire a sinistra dalla crisi, si è discusso in un recente convegno, organizzato da Sinistra Ecologia Libertà, moderatore Vincenzo Lorè, Network Socialista – Puglia. Per Alfredo Cervellera, consigliere regionale SEL, si avverte la necessità di riunire tutta la sinistra, “e il percorso che stiamo facendo va ampliato, coinvolgendo tutta la sinistra. Lo stesso Vendola parla di un partito transitorio, perché l’ambizione è quella di vedere tutta la sinistra riunificata in Italia, ed oggi questa esigenza è dettata anche dai movimenti che si stanno verificando nel Paese, vedi il grandioso sciopero della CGIL.

Nel momento peggiore della destra, ha poi osservato, non abbiamo pronta una sinistra che possa portare una proposta alternativa al Governo del Paese, da qui l’esigenza di riunire le sinistre dovunque siano presenti, nel PD ed in altre realtà politiche. Ci poniamo a sinistra dello schieramento del Paese, perché quella sinistra che insegue continuamente il centro, svende i suoi valori”. Nelle parole di Vito Cervellera, consigliere comunale SEL, la necessità “di fare discorsi che vadano al di là dei propri confini, per tornare a fare politica, e dare un messaggio alla gente, ciò che la sinistra non fa più da molto tempo”. Con riferimento alla situazione politica locale, ha parlato di “tanta gente di sinistra, che vorrebbe dare molto a questa comunità, non ha più voglia di fare politica, perché non si identifica in una parte della classe politica palagianese, che si dice di sinistra, ma nei fatti e nelle parole non lo è”. Annibale Carelli, consigliere comunale Taranto SEL, ha voluto evidenziare che “i valori socialisti sono attuali più di prima, perché quello che manca oggi sono dei riferimenti certi, non solo fisici, ma anche di valori”. Ha parlato della Legge 300, che Marchionne vuole stravolgere, e dopo aver sostenuto di non aver capito bene l’identità del PD, ha affermato che “la gente vuole delle risposte chiare, non dobbiamo distruggere i valori che abbiamo ereditato”. Il Presidente Onorario Lega Socialista – Livorno, Giuseppe Giudice, è ritornato sulla necessità di ricostruire una grande forza della sinistra, “che sia radicata nella cultura e nei valori del socialismo europeo, e l’iniziativa di Vendola stà smuovendo le acque di un centro sinistra stantio e conservatore, ponendo in primo piano la questione della centralità dei valori e dei principi del socialismo, per poter rilanciare una alternativa alla destra, che non si può ridurre al puro e semplice antiberlusconismo, ma deve essere una alternativa di contenuti, di progetto, e di impostazione programmatica ai valori e alle politiche della destra. SEL non è la forma definitiva del Partito della sinistra che vogliamo costruire, ma è un soggetto che è nato per superare sé stesso, per attivare un processo che porterà a costruire in Italia una sinistra che oggi non esiste, mentre esiste negli altri Paesi europei. I sondaggi dicono che in Germania la sinistra è al 58%, e in Italia, pur in presenza di una crisi radicale e verticale della maggioranza di centro destra, c’è una opposizione che non avanza. Il problema di oggi è che la sinistra non ha più riferimenti culturali, e questo viene dal fallimento di due progetti politici, quello di Craxi, che ha portato alla dissoluzione del PSI, e quello di Berlinguer, perché la terza via si è rivelata fallace, e il Pci non è stato in grado di fare la sua Bad Godesberg”. Presente al convegno, il segretario provinciale PRC, Tito Anzolin, ha osservato amaramente che “la gente non ci riconosce più, se diciamo più o meno le stese cose di Berlusconi, se abbiamo grandi OO. SS. che stanno a fare il codazzo di Marchionne, a dire che tutto sommato si può mettere da parte il Contratto collettivo di lavoro. Dobbiamo cominciare a riparlare di quelle che sono state le grandi parole d’ordine del movimento comunista e socialista. Non siamo più di fronte al capitalismo dell’economia, ma alla globalizzazione della speculazione finanziaria”. Dopo un accenno polemico nei confronti di Vendola (“Come si fa a dire voglio unificare la sinistra, cominciando con un segnale che va in direzione esattamente opposta, dividendo l’unico Partito di sinistra”), ha ricordato che “il PCI era un simbolo, una speranza, un sogno, una scuola, poi è iniziata la debacle, che ha toccato con la Bolognina uno dei momenti più tragici”. A Felice Besostri, della Direzione Nazionale PSI, le conclusioni. Dopo aver spiegato che il desiderio è quello di “riprodurre su scala nazionale quello che siamo riusciti a fare con successo a Milano. Con le primarie, per la prima volta tutta la sinistra ha individuato un candidato e gli ha fatto vincere le primarie”, rispondendo ad una nostra provocazione sul rapporto conflittuale fra il PD e le primarie di coalizione, ha sostenuto che “in un certo senso le primarie le ha inventate lo Statuto del PD, per cui posso dire che chi è causa dei suoi mal pianga se stesso. Ritengo le primarie uno strumento giusto di allargamento della partecipazione popolare per la elezione di cariche dirette, e per evitare la contraddizione un Partito non ci deve mettere sopra il cappello, ma deve essere un consultare la popolazione per vedere quale deve essere il miglior candidato per vincere, se uno poi dovesse scegliere le sue cariche di partito, quello è in altro discorso” . “Uscire a sinistra dalla crisi, ha infine concluso, è il modo per uscire dalla crisi della sinistra. La sinistra italiana è la più debole d’Europa, non c’è nessun Paese nel quale la sinistra, e parlo di quei Partiti, escluso il PD, che per sua definizione non fa parte della sinistra, che non sono rappresentati nel Parlamento nazionale, e neppure nella delegazione al Parlamento Europeo”.

Giuseppe Favale