A Palagiano da 30 anni dura l’assurda vicenda del Villaggio turistico abusivo “Pino di Lenne”.

15 Luglio 2009 0 Di Life

Quel che accade nel Comune di Palagiano ha veramente dell’incredibile! In Italia, grazie anche alle battaglie delle Associazioni ambientaliste ed all’indignazione della gente, si è riusciti ad abbattere ben altri eco-mostri, (Punta Perotti, il Fuenti, il Villaggio Coppola,…), ma a Palagiano da 30 anni dura l’assurda vicenda del Villaggio turistico abusivo “Pino di Lenne”. Quando ciò può accadere, evidentemente c’è chi non fa il proprio dovere e c’è chi, altrettanto evidentemente, gode di speciale trattamento, fatto di omissioni, ritardi voluti, quando non di complicità.

Non ci possono essere altre spiegazioni quando, nonostante tutte le Sentenze della Magistratura, Penale, Civile ed Amministrativa, non solo non si dà esecuzione, come dovuto, da parte dell’Amministrazione Comunale, ma addirittura – come si assiste ancora in questi giorni – si consente che si eseguano ulteriori lavori abusivi e manomissioni del territorio, con addirittura fantomatici Club privati che “prendono in gestione la struttura” e, di fatto, ne avviano l’attività!

E SENZA CHE LE AUTORITÀ’ COMUNALI VEDANO NULLA ED INTERVENGANO, NONOSTANTE LE DENUNCE DI LEGAMBIENTE: siamo davvero all’ostentata illegalità ed al sopruso. Tanto più se si tiene conto che:

? Con Sentenza n. 116 del 14.5.1987 del Pretore Penale di Taranto, passata in giudicato con Sentenza della Suprema Corte dì Cassazione n. 2416 del 16.10.1989,(cioè 20 anni fa!) veniva, tra l’altro, riconosciuta abusiva ed illecita l’attività dei titolari del Villaggio “Pino di Lenne”, veniva ordinato il ripristino dello stato dei luoghi, e veniva condannata la Società al ristoro del danno ambientale in favore dello Stato e del Comune

? Il Tribunale civile di Taranto con SENTENZA N. 867 DEL 26.4.1995 aveva sancito che, ” .. deve ritenersi avvenuta la acquisizione al patrimonio del comune dei beni in relazione ai quali non era stato ottemperato all’ordine di demolizione.”

? Con Sentenza n° 3020 del 20 marzo 2007, depositata l’8.6.2007, il Consiglio di Stato ha definitivamente rigettato il ricorso con cui la Curatela fallimentare de “Il Pino di Lenne s.p.a.” aveva ulteriormente impugnato il “diniego della richiesta di condono edilizio”, emesso dal Comune di Palagiano in data 5.4.2004 (dopo ben 9 anni!).

A fronte di tutto questo, l’Amministrazione Comunale di Palagiano, non solo tergiversa per altri 15 mesi dopo la Sentenza definitiva del Consiglio di Stato prima di emettere un anacronistico attodi “Accertamento di inottemperanza alle ordinanze di demolizione”, piuttosto che prendere materialmente possesso delle opere e delle aree di fatto già acquisite al patrimonio indisponibile del comune in forza della Sentenza del Tribunale di Taranto del lontano 1995 e quindi procedere alla demolizione e ripristino dello stato dei luoghi, ma addirittura assiste inerme e compiacente agli ulteriori lavori eseguiti “in casa sua” ed alla ripresa di attività, comunque mascherata!

Ma c’è di più! L’atto di Accertamento, come facilmente previsto, viene impugnato dalla Società dinanzi al TAR, che con Ordinanza 1171 del 17.12.2008 ne rigetta la domanda di sospensiva: si potrebbe, dunque, dare esecuzione. Ma passano altri 3 mesi tra incerte lungaggini burocratiche, finchè la Società “Pino di Lenne” il 17.03.2009 presenta appello al Consiglio di Stato, il quale, nella Camera di Consiglio del 28 aprile 2009, in assenza della costituzione in giudizio del Comune di Palagian, accoglie l’istanza di sospensiva. La Giunta Comunale, infatti, ha impiegato ben 30 giorni per deliberare la costituzione in giudizio, e senza – ovviamente – preoccuparsi di comunicare a Legambiente (che pure è formalmente costituita in tutti i procedimenti relativi a tale vicenda,): è appena il caso di ricordare che, tutte le volte che Legambiente è stata in giudizio ad adiuvandum del Comune (anzi, talvolta sostituendosi al Comune!), il Comune, le altre Istituzioni coinvolte e, soprattutto, l’ambiente ne sono usciti sempre vittoriosi.

Ora basta. Come Associazione Legambiente, a tutela degli interessi diffusi della Comunità, abbiamo chiesto con formale denuncia: al Procuratore della Repubblica di Taranto di intervenire con un provvedimento cautelare per porre fine alla flagranza di reato, perseguire tutte le responsabilità penalmente rilevanti e sostituirsi all’Amministrazione comunale nell’esecuzione delle Sentenze Penali; al Procuratore presso la Corte dei Conti di accertare e perseguire le responsabilità di chi ha omesso sin ora di procedere al ristoro del danno ambientale ed anzi, ha procurato un evidente danno erariale per i ritardi nell’acquisizione di un bene pubblico ed un conseguente illecito arricchimento del privato. Ai Ministri dell’Interno e dell’Ambiente, a Presidente e Assessori all’ambiente e Assetto del territorio della Regione Puglia, a Prefetto, Questore,, Presidente e Sovrintendente ai Beni Ambientali della provincia di Taranto, di assumere gli urgenti interventi di propria competenza per l’immediato ripristino della Legalità.

p. Il Circolo di Palagiano
Preneste Anzolin

Il Presidente Regionale

Francesco Tarantini