Angela Surico scrive all’Assessore ai Servizi Sociali di Palagiano Elisabetta Di Sarno

3 Ottobre 2010 0 Di Life

Egregio Assessore,

nonostante la stima personale che nutro nei Suoi confronti, sento la necessità di esprimerLe il mio disappunto circa il metodo e il merito di alcune iniziative promosse dal Suo Assessorato.

Mi riferisco nello specifico al settore anziani che come saprà, ho particolarmente a cuore avendolo seguito per un periodo di oltre due anni in qualità di capo-lega dello SPI-CGIL di Palagiano.

Mi permetto di approfittare della Sua attenzione per farle un po’ di cronistoria abbastanza recente, di cui, se riterrà utile potrà tenere conto.

Ricordo che al mio insediamento, proposi e promossi attraverso il Direttivo dello SPI-CGIL che mi elesse( che vantava allora circa 500 iscritti) , un metodo di lavoro che trovò grande entusiasmo e applicazione e che, fondamentalmente, consisteva:

1) nella individuazione dei temi e dei bisogni che riguardavano la categoria che mi accingevo a rappresentare;

2) nel protagonismo degli anziani stessi, impegnati direttamente nella ricerca di soluzioni per il proprio bene-essere all’interno di una comunità che gli riconoscesse di fatto “diritto di cittadinanza”.

Ricordo che iniziai il mio lavoro sindacale con un questionario-inchiesta, che sottoponemmo ai nostri iscritti e non solo e che diventò un’ottima bussola per il nostro operato e per le stesse contrattazioni con l’EELL.

Inutile dire a Lei quali sono le questioni, tuttora irrisolte, che migliorerebbero la vita degli anziani a Palagiano, a cominciare dalla viabilità al traffico, dai trasporti pubblici( che furono sperimentati su nostra sollecitazione) ai servizi socio-sanitari per anziani soli e allettati, da vere strutture per la socialità (gli anziani soffrono di solitudine e depressioni)con campi da bocce, sale per attività varie (che a suo tempo proponemmo) a politiche di inclusione e quindi corsi di computer ( che abbiamo sperimentato con successo in biblioteca col settore cultura), dall’ educazione permanente all’ educazione sanitaria per la terza età in collaborazione con la ASL e con i medici di famiglia.

Essendo la sottoscritta un’ inguaribile innamorata dei principi di democrazia e primo fra tutti del principio della partecipazione democratica, mi battei strenuamente insieme a tutto il Direttivo SPI-CGIL di allora (curando i rapporti con le altre rappresentanze sindacali), per la elezione del Comitato di Gestione del CAP.

Purtroppo però, sebbene dopo tante vicissitudini, il Comitato di Gestione vide la luce, con l’elezione diretta dei rappresentanti dei cittadini al di sopra dei 50 anni di età, a cui si unì la rappresentanza sindacale e quella istituzionale, mai questo Organo è riuscito ad essere realmente attore responsabile delle politiche per gli anziani a Palagiano ( per varie motivazioni che sarebbe bene analizzare), benché tante sollecitazioni siano state fatte in tal senso.

Da Lei, in quanto, ad abundantiam, anche segretaria del PD, mi aspettavo finalmente una valorizzazione entusiasta di un Organo Democratico così ben rappresentato che è costato anni di battaglie, qual è il Comitato di Gestione, alla cui elezione parteciparono , se ricordo bene, circa 700 ultracinquantenni(lo ricordo perché facevo la scrutatrice volontaria insieme a Gianna del Drago e insieme agli anziani).

Evidentemente davo per scontata la sua passione per la democrazia a causa del ruolo politico che ricopre.

Non si spiega, infatti, il perché lei costruisce senza coinvolgimento o quasi ( due componenti del comitato non fanno….comitato, un pò come la storia delle due rondini che non fanno primavera), una iniziativa “ludica” in favore degli anziani, ridotti a “soliti” fruitori passivi di spettacoli (come non bastassero le televisioni a cui ci ha abituato il cavaliere!!) , riproducendo una brutta copia di quella che fu la prima festa dell’anziano che si intendeva addirittura istituzionalizzare, al fine di rendere permanente l’impegno per tutte le amministrazioni che si sarebbero succedute, sulle tematiche della terza età.

In quell’occasione (la prima festa dell’anziano) come in altre, gli anziani furono i veri protagonisti della serata… le donne, tirarono fuori dagli armadi i loro abiti da sposa, li ricucirono riadattandoli alle ragazze che li indossarono per loro, cucinarono e distribuirono al pubblico con orgoglio i piatti fatti con le loro mani, altri cantarono, suonarono la fisarmonica, declamarono poesie, ballarono…insomma diedero prova delle proprie abilità e della propria voglia di esserci e di “fare corpo sociale”!

La differenza Le assicuro non è di lana caprina ma è dirimente!

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Prendo atto inoltre che ha voluto fare a meno del contributo dell’Arci per la costruzione della festa, la quale, pur avendo avanzato proposte in merito, non ha potuto più dire la sua perché esclusa da ogni eventuale incontro che avrà tenuto.

Forse non ha ritenuto le nostre idee all’altezza delle sue aspettative…ma almeno comunicarcelo!

Inoltre per pietà le chiedo: “basta con le campagne occulte contro i diritti civili” che vengono messi sistematicamente sotto i piedi …. Certo si utilizza la forma innocua, il festeggiamento dei 50 anni di matrimonio, quella che tocca le corde del cuore, quella dei cari anziani rigorosamente marito e moglie, che hanno vissuto accanto l’uno all’altro sostenendosi per una vita..etc etc…

Ma mi creda, non tutto quello che appartiene al passato va salvato…Sicuramente non il modello di famiglia patriarcale di cui è impregnata la nostra cultura e comunque sarebbe ora di ripensare, a cominciare da Palagiano ( dopotutto è il luogo in cui operiamo) gli antichi concetti e allargarli!

Non credo che Lei possa fare di un evento privato quale è una cerimonia per i 50 anni di matrimonio ( bellissima per carità ma nel suo privato), un evento pubblico, perché che se ne renda conto o no lei rappresenta nella sua veste istituzionale uno Stato Laico abbastanza eterogeneo da questo punto di vista e nella sua veste politica, un Partito progressista.

Un Partito che ha fatto storia in materia di battaglie civili .

Si ricorda quel corposo programma dell’Ulivo che portò Prodi al governo? Bene ad un certo punto si riprometteva di introdurre nella legge “il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto. Al fine di definire natura e qualità di un’unione di fatto, non è dirimente il genere dei conviventi né il loro orientamento sessuale. Va considerato piuttosto, quale criterio qualificante, il sistema di relazioni, la loro stabilità e volontarietà”.

E’ vero che di quel programma si fece quasi subito brandelli ma Lei non può essere dimentica del fatto che esiste un mondo di persone che aspetta che si accetti, finalmente, che non esiste la famiglia ma le famiglie e che al di là di convinzioni morali e religiose sono costituite da persone unite dall’amore, dalla responsabilità e dal rispetto .

Le ricordo inoltre che durante il Governo Prodi si tentò di portare in Parlamento una legge che sebbene abbastanza “moderata” non riuscì ad essere discussa perché i successivi 12 punti di Prodi la esclusero dalle priorità confermando ancora una volta la volontà da parte della politica, di genuflettersi alle gerarchie ecclesiatiche .. Ricordo che al solo pensiero di una legge che andava a disciplinare altri tipi di famiglia la Chiesa inorridì e organizzò il family day…e a questo proposito lascerei volentieri la parola ai bonobo!!

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Angela SURICO