“L’aggregazione dei produttori in agricoltura; potenzialità delle cooperative”

19 Febbraio 2009 0 Di Life

Agricoltura e Cooperazione, in un convegno tenutosi a Palagiano

“L’aggregazione dei produttori in agricoltura; potenzialità delle cooperative” , questo il tema di un convegno tenutosi poche sere fa nella Casa delle Culture di Palagiano, organizzato dall’Assessorato alle Politiche Agricole. Finalità: promuovere la cooperazione tra i produttori agricoli, quale strumento per accedere al mercato a condizioni maggiormente vantaggiose rispetto a quelle attuali.

Al tavolo della presidenza, il dott. Donato Piccoli, Assessore alle Politiche Agricole del Comune di Palagiano, l’avv. Luca Conserva, Assessore alle Politiche Agricole della Provincia di Taranto, il dott. Rocco Ressa, Sindaco di Palagiano, il dott. Mario Tagarelli, Presidente Ordine Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, il dott. Vito Nitti, Presidente Fidindustria, Consorzio Fidi Bari, l’avv. Michele De Giorgio, Revisore Contabile Cooperative presso Ministero Attività Produttive.

“E’ improrogabile, esordisce Piccoli, l’esigenza dell’aggregazione per gli agricoltori. Il Ministro delle Politiche Agricole è di ispirazione leghista e, impegnato a risolvere i problemi dell’agricoltura del Nord, non fa riforme strutturali. Dell’agricoltura meridionale non vi è traccia nei provvedimenti del Governo”. Ha poi illustrato quelle che sono le proposte concrete della sua amministrazione, che “non vuol dire semplicemente agli agricoltori di aggregarsi. Abbiamo avviato un rapporto di collaborazione con la Cooperativa Riforma Fondiaria di Massafra per una presenza istituzionale nel settore. La cooperazione non rappresenta un’arida risposta economica, ma è intrisa del concetto di solidarietà, che deve essere presente nei discorsi di chi parla di sviluppo del territorio. Il Comune ha dato una risposta e tracciato una strada, la speranza è che sempre più persone vogliano percorrerla”.

“Organizzerò un incontro con il direttore alle vendite ed acquisti della Conad di Taranto, è poi la volta di Conserva. Le aggregazioni dei prodotti nazionali sono certificate in Francia e in Spagna, noi siamo lontani da un tipo di offerta di questo tipo. Ci vuole quindi una offerta di prodotti che sia la più aggregata possibile. In un incontro con la Conad, chi devono essere gli interlocutori del territorio? Questo è un primo problema che riguarda l’aggregazione. La parcellizzazione dell’offerta crea una difficoltà per chi deve acquistare. L’aspetto più interessante dell’aggregazione è che spezza la filiera. In genere, gli intermediari scaricano le differenze dei prezzi sui produttori stessi. Chi deve occuparsi della vendita dei prodotti deve avere esperienze specialistiche, e questo lo si può fare solo con le aggregazioni. Il piccolo produttore, inoltre, non può permettersi una catena di confezionamento del prodotto, cosa che si può fare con l’aggregazione”. Una proposta di intervento e di marketing. “Ho individuato in Provincia di Taranto sei eccellenze, tra le quali le clementine, e le presenterò alla Bit di Milano. Dobbiamo pensare di riconsiderare il marketing del prodotto, ad esempio la Sagra del Mandarino farla nei Paesi dell’Est, dove gli agrumi sono molto apprezzati. Dobbiamo però dare loro un referente commerciale dei nostri prodotti, e quando parlo di referente commerciale mi riferisco al fatto che occorre una aggregazione. E’ possibile fare buoni affari con la grande distribuzione, ma è necessario che non abbiano molti interlocutori, ma uno solo”.

“Fin da adolescente, è l’amara considerazione di Ressa, partecipo ad incontri sull’importanza dell’aggregazione nel mondo agricolo. L’aggregazione è di importanza esistenziale per le sorti dell’agricoltura. A Palagiano ci sono 1.300 aziende, e circa l’80% è rappresentato da piccole realtà che stanno scomparendo. Se in un momento di così forte crisi, non ci rendiamo conto che occorre innescare processi virtuosi di sviluppo, anche il più ottimista viene messo a dura prova. Come Ente Locale siamo entrati nella cooperazione per fare da apripista, affinchè anche i nostri produttori trovino fiducia nella cooperazione”. Ha poi illustrato quelle che sono le tre potenzialità di ricchezza del territorio. “Palagiano può vivere per prima cosa di agricoltura, la seconda nostra ricchezza è la portualità e la retroportualità che sta nascendo, la terza risorsa è il turismo e l’agriturismo. Possiamo lavorare con successo su queste tre ricchezze. Insieme possiamo trovare quei percorsi che in altre Regioni sono stati attivati ed hanno dato frutti positivi. Stiamo lavorando sull’approvazione della seconda zona industriale compatibile con il nostro territorio, che possa ospitare la logistica che può nascere a Taranto. Occorre utilizzare i finanziamenti che il Governo ha tolto al Sud, e stornato verso le regioni ‘povere’ del Nord”.

Dopo l’intervento di Tagarelli, che ha trattato l’aspetto tecnico e fiscale della cooperazione, aggiungendo che “c’è volontà di favorire la cooperazione agricola in campo fiscale”, Nitti ha illustrato il quadro della situazione creditizia per le piccole e medie imprese. “Il denaro, ha aggiunto, costa più di prima, e viene concesso a chi può restituirlo. Dopo la definizione dell’accordo interbancario Basilea 2, fu molto discusso in Italia dei nuovi requisiti che avrebbe portato, e le preoccupazioni che animarono quel dibattito erano fondate. Non bisogna dimenticare che l’attività bancaria va bene quando l’economia va bene, mentre nelle fasi recessive si tende a selezionare la possibilità di impiego. La banche, si dice, danno l’ombrello quando c’è il sole, e se lo riprendono quando piove”. Ha inoltre spiegato che Fidindustria, Consorzio Garanzia Collettiva Fidi, ha lo scopo di favorire le PMI nell’accesso al credito bancario convenzionato, e di fornire assistenza nelle problematiche finanziarie. Possono attivarlo le aziende appartenenti a tutti i settori merceologici. Un cenno infine alla fase istruttoria, che viene poi trasmessa all’istituto bancario, e i costi di un intervento in garanzia del Consorzio Fidi, che hanno un tasso variabile dal 5,4 al 7,5%.

Giuseppe Favale