LETTERA APERTA AL SINDACO LASIGNA. Di Antonio Catucci.

LETTERA APERTA AL SINDACO LASIGNA. Di Antonio Catucci.

3 Gennaio 2019 0 Di Life

Non c’è modo migliore per cominciare il nuovo anno se non con una lettera aperta al nostro primo cittadino per intervenire su quanto detto nel consiglio comunale dello scorso 31 dicembre, perché non si dica che, da cittadino,  mi neghi ad alcun confronto. Certo sarebbe stato più efficace poter rispondere direttamente ma, ahimè, il consiglio comunale non permette a chiunque di intervenire, per cui ho ritenuto opportuno rispondere tramite lettera aperta perché tutti possano leggere così come tutti hanno avuto la possibilità di ascoltare quanto dichiarato dal sindaco.

Per maggior chiarezza riporto di seguito le parole pronunciate, dal sindaco,  in Consiglio:

il mio cruccio è quando ad esempio, vedo tra il pubblico rappresentanti dell’associazione Libera, usano parole come concussione, come…, cioè parole di una certa gravità. Eh, ma proprio l’associazione Libera che è un’associazione antimafia, riferendosi ai fatti di sagra del mandarino parla di, ora non ricordo quale reato è stato prefigurato ma andate in Procura, datemi la possibilità di difendermi, datemi la possibilità di chiarire in consiglio comunale le questioni tecniche, organizzative, documentali…”

Non avendo letto alcun comunicato del presidio di Libera che potesse riferirsi a quanto dichiarato, dopo aver pensato e ripensato, dopo le dichiarazioni del sindaco  in  seconda battuta in cui facendo cenno verso di noi parla di “un rappresentante di Libera”e, dopo aver ragionato su alcuni  commentiscritti sul mio profilo fbda uno stretto collaboratore del Sindaco,sono giunto alla conclusione che, molto probabilmente con queste affermazioni ci si riferiva ad un mio post di qualche giorno fa  che cita testualmente:

“mi devi dare il contributo! Se non lo fai, viene Lui!”

A Palermo la chiamerebbero estorsione!
…spero qualcuno si decida a denunciare!

Come si potrà costatare dalla mia pagina fb, questo è quanto viene da me pubblicato, senza aggiunta di altro e  avulso da qualsiasi tipo di collegamento a fatti o persone in particolare.

Sembra perciò  doverosoprecisare, onde evitare facili strumentalizzazioni,  che i miei post personali, non hanno nulla a che fare con nessuna delle mie appartenenze e/o rappresentanze associative. In caso contrario e se si volesse necessariamente cercare di mettere il cappello su qualche associazione, potrei elencare tutte le mie tessere così da rappresentarle tutte: Tourin club, Il Cantiere, Adelphos,Teatrarsi,Libera, exsocio  Terra, ex socio Proloco,  ex socio  Slow food, ex socio Luce&sale e poi ci potrei aggiungere anche le appartenenze politiche con  la tessera al movimento Palagiano in Comune e il mio ruolo di Coordinatore Nazionale di Azione Civile.

Ma sono certo che il primo cittadino non voglia assolutamente strumentalizzare il mondo associativo da cui lui stesso proviene, per cui lasciamo stare le associazioni e lasciamo stare Libera la quale, per ovvi motivi, posso garantire che svolga il suo ruolo con correttezza, serietà  ed imparzialità e, laddove necessario,  si rivolge alle sedi opportune senza timore alcuno.

Chiusa questa parentesi passiamo al sottoscritto e nello specifico alla frase “pomo della discordia” nella quale non è mai stata mia intenzione fare alcun  collegamento né con la sagra del mandarino né ad altra questione in particolare e, in tutta onestà mi fa specie che il Sindaco, pur non essendovi alcun elemento utile a ricondurre la frase a qualcosa in particolare,  l’abbia attribuita alla Sagra del mandarino con così tanta facilità e altrettanta certezza da doverne addirittura discutere in consiglio comunale.

Era una frase generica, rivolta proprio a chi, vittima di determinate situazioni, si lascia intimidire ed  evita di denunciare nelle sedi opportune. Era uno sprone a comportarsi come ho sempre fatto e continuerò a fare, senza timori vari e soprattutto senza la necessità di farmi accompagnare in Procura da assistenti vari. Questo però, tengo a precisare, che fa parte di uno  stile di vita, non certo di qualche appartenenza associativa perché, ritengo che non sia una tessera a dover cambiare la persona, semmai potrà essere la giusta conclusione di un proprio percorso esistenziale.

Detto ciò, non voglio prolungarmi oltre perciò ringrazio il primo cittadino per aver portato un mio social-post in consigliocomunale e auguro buon anno a lui e alla sua Maggioranza.

Un cittadino

Antonio Catucci