Luca era Gay ma che male c’è!?

25 Marzo 2009 0 Di Life

Diciamocelo chiaramente. Succede nelle società moderne dove ormai il perbenismo di facciata è una prassi consolidata e il politicamente corretto non è mai messo in discussione. Così accade che l’omosessualità da terreno di rivendicazione di diritti, talvolta sacrosanti, si trasforma in fenomeno di costume. Un fascino per l’ambiguo a quanto pare irresistibile che sembra aver sedotto proprio tutti, o quasi. Tant’è che adesso a pensarla diversamente, ci vuol poco a sentirsi dei coglioni. E se una canzone, “Luca era gay”, suscita scandalo, vuol dire che l’ipocrisia ha raggiunto i suoi massimi livelli. A furia di sentirne parlare ne ho piene le scatole.

Eppure che peccato avrà mai fatto sto cavolo di Luca se da rosa è diventato azzurro, se da pisellino adesso gli piace farfallina. Non posso crederci che lo scandalo è nell’origine obiettivamente sfigata della sua storia di vita; dal padre ubriaco o dalla madre iperprotettiva. Ti bastonano per così poco? Se poi a piacerti sono cantanti drogati oppure alcolizzati che nei loro testi inneggiano alla “vita spericolata”, ti danno la lode. Se dopo a uno come me, legato ai valori delle destra, piace Bob Marley, ti concedono anche il bacio accademico. Ovviamente il mio non è un giudizio di merito sul valore artistico di Povia rispetto a Bob Marley. Le mie considerazioni evidenziano solo una sorta di scala di valori nella quale l’omologazione sociale è più che mai incalzante. Ed oggi, se si canta Luca era Gay e magari si fa un salto al Family Day, ti pigliano per uno stupido ignorante. Frastornato dal cattolicesimo oltranzista, represso sul lavoro e nell’ambiante familiare.

Sarà che siamo vicini a quel frocismo darwiniano prefigurato dal famoso oncologo Umberto Veronesi, il quale ebbe modo di affermare che il punto più alto dell’evoluzione della specie umana si riconoscerà nell’annullamento delle differenze sessuali, resta il fatto che oggi se ne sentono di tutti i colori. La mia non è una predica omofoba. Anzi, voglio tranquillizzarvi tutti: so perfettamente che se l’omosessualità è una tendenza innata mi pare logico che il virus “frocista” si annida tra le persone, di sinistra quanto tra quelle di destra, tra i cristiani e tra gli apolitici. Lo scrivo anche se lo do per scontato: nessuno pensi che mi metto a giudicare il valore umano e culturale delle persone dai loro orientamenti sessuali. La mia è semmai una critica all’omofilia; vale a dire il rifiuto all’esaltazione dell’omosessualità quale modello di vita ed esibizione orgogliosa. Abbiate pazienza ma non mi piace.

Rispettosamente, barracuda