Qualche chiarimento sulla discussione concernente le «multe» sui rifiuti

Qualche chiarimento sulla discussione concernente le «multe» sui rifiuti

29 Agosto 2013 6 Di Life

Mi preme soprattutto far notare, a quanti sono intervenuti in quella discussione, quanto segue:

1) il problema principale non è di natura sociologica, bensì “tecnica”: nonostante un aggravio del costo della Tariffa annua per i rifiuti superiore a circa il 50% (siamo passati da circa 1.000.000 di euro a oltre 1.500.000, solo per il servizio di raccolta), il livello della crescita della differenziata è stato invero modesto: siamo passati da uno scarso 10% a un altrettanto scarso 30%. Dunque, in caso di approvazione da parte della Regione della nuova Ecotassa prevista, il Comune di Palagiano, nonostante il salasso economico già imposto ai propri sudditi, andrà comunque soggetto a una delle sanzioni previste. Le quali non si applicheranno solo al raggiungimento della soglia del 65%.

Appare dunque evidente che è intento del Comune, attraverso l’imposizione di sanzioni ai singoli sudditi, evitarsi un pagamento al quale non saprebbe come far fronte. Stante il disastrato stato dei suoi conti, di cui già sappiamo. Disastro che, occorre ricordarlo, non ha comunque impedito allo stesso Comune di impegnarsi in costose campagne volte a regalare denaro dei sudditi a parenti, amici ed amici degli amici. Di Palagiano e non.

2) Le ventilate sanzioni previste, dall’1 Settembre, a carico di quanti non conferiranno «correttamente» (il termine non è mio, ma del Sindaco) i propri rifiuti, sono praticamente – scusate il gioco di parole – impraticabili. Vale a dire che potrebbero applicarsi soltanto a quei sudditi colti nell’atto di sversare rifiuti utilizzando modalità giudicate improprie: depositandoli cioè lungo una via o in una cunetta, e dunque fuori dai bidoni distribuiti dalla ditta aggiudicataria del servizio.

Si comprende allora ancora meglio come dette sanzioni non potrebbero mai influire sui bassi livelli di differenziata, facendoli innalzare. In sede di Capitolato, infatti, non venne previsto alcun meccanismo atto ad incentivare i sudditi “virtuosi”, e oggi nessuno dei sudditi che dovesse avere in uggia la differenziazione è incentivato a praticarla. Se, poniamo il caso, lo scrivente dovesse decidere di continuare a non differenziare, conferendo correttamente tutti i suoi rifiuti utilizzando l’apposito bidoncino di colore grigio, chi mai potrebbe elevargli una sanzione? Forse il Sindaco, facendo semplicemente ricorso alla fervida fantasia sua e di coloro che lo circondano?

3) Anche nel caso in cui le minacciate sanzioni dovessero avere corso – e presumo che l’avranno, stante il già ricordato disastrato stato delle casse comunali – si porrebbe comunque un ancor più grave problema di natura giuridica: il Sindaco e i suoi accoliti dovrebbero spiegare ai sudditi il differente trattamento da essi riservato, rispettivamente, alla Ditta e ai sudditi stessi.

La Ditta, sin da quando si è insediata, è venuta meno a innumerevoli obblighi contrattuali: distribuzione delle buste per l’organico, raccolta dei rifiuti giacenti lungo le vie di campagna e nelle cunette ad esse adiacenti, lavaggio periodico dei contenitori condominiali, spazzamento e lavaggio puntuale di diverse vie del paese, ecc. ecc. Ebbene, nonostante il protrarsi di tale inadempienze, che io sappia alla Ditta sono state elevate solamente due multe: in coincidenza con due scioperi indetti dagli operatori, che impedirono la raccolta del conferito. Solo la rilevanza, anche mediatica, suscitata da tali scioperi fece sì che il Comune si vedesse obbligato ad elevare le sanzioni suddette.

4) La Ditta oggi non può dirsi “innocente”, in quanto i continui disservizi sarebbero e sono imputabili ad un Capitolato pensato con i piedi. È vero, quel Capitolato è carente sotto molti profili, ma ciò non toglie che la Ditta, alla quale a suo tempo l’ex sindaco attribuiva le magnificenze di un «know how» mai verificato in pratica, poteva ben farsi due conti e scoprire tutto ciò che non avrebbe mai potuto funzionare, stante quello stesso Capitolato. Alla stregua di quanto seppero fare «due ignoranti incontrati per caso», che rispondono ai nomi mio e di Giacomo Di Pietro, e un consigliere «perdigiorno», Giuseppe Catucci.

Mimmo Forleo