PUTTANE E GOVERNANTI

23 Giugno 2009 1 Di Life

23 giugno 2009
Caro diario,tra meno di una settimana tornero’ in Italia.
Sono eccitato, contento, ma anche un po’ triste e confuso.
Ogni volta che devo fare questi grandi spostamenti, sono sempre agitato: cosa devo portare con me? Cosa devo lasciare? E poi, come ritrovero’ il mio Paese dopo quasi sette mesi che sono stato via?
Mi preparo, immergendomi totalmente nella lettura dei giornali italiani.
Sono connesso al sito internet del Corriere della Sera.

Oggi non ci sono gnocche nude sulla pagina di apertura, e questo mi fa sentire tranquillo e sereno.
Almeno, quelli che stanno seduti vicino a me in biblioteca non mi guarderanno come se fossi uno sporcaccione!
Sul giornale, il direttore del TG1, Augusto Minzolini, spiega perche’ il suo telegiornale non ha dato la notizia di un’inchiesta sul presidente del Consiglio.
Il ragionamento fila, non fa una piega – mi guardo attorno – quasi quasi lo condivido – anzi, siccome nessuno sta badando a me, si’, lo condivido del tutto: questo e’ parlar da persone civili in un Paese civile, dove non si cede agli scandalismi, ai moralismi, ai complottismi.
Bene, bravo il direttore!
Il presidente del Consiglio va giudicato per quello che fa nelle stanze del governo, non nella camera da letto!
Intanto, mentre continuo a leggere gli articoli sulla politica italiana, mi viene in mente una meravigliosa canzone di Fabrizio De Andre’: “Carlo Martello torna dalla battaglia di Poitiers”. “Se ansia di gloria, sete d’onorespegne la guerra al vincitorenon ti concede un momento per fare all’amore”.

Continuo a leggere il giornale.

“Berlusconi: D’Addario agisce su mandato preciso”.
Brutta storia, questa. C’e’ qualcosa di oscuro dietro. Io proprio non riesco a capire cio’ che sta succedendo in Italia: tutte queste ragazze, e il divorzio del premier con la moglie attraverso i giornali, e le feste, e ora la escort – che e’ un modo elegante per dire “puttana” quando la sorca costa molto…

Sono confuso, agitato, mi gira un po’ la testa…

L’apologia di Berlusconi e’ serrata, convincente; ma io devo ricordarmi faticosamente che sto leggendo un articolo sulla politica italiana!

“Quand’ecco nell’acqua si componemirabile visione il simbolo d’amornel folto di lunghe trecce biondeil seno si confonde ignudo in pieno sol”.
Bella, pero’, questa canzone di De Andre’.
Le parole sono scritte da Paolo Villaggio. Bella, davvero bella e divertente.
Ma torniamo alla politica.
Berlusconi dice che lui quella donna non l’ha pagata, e che se avesse saputo che si trattava di una escort – una puttana per i ricchi… – si sarebbe tenuto ben lontano da lei perche’ se le donne non le conquista, lui non si diverte…
Ma come? E la famiglia?
All’epoca dei fatti (ottobre 2008), Veronica Lario non aveva ancora chiesto il divorzio!
Sono amareggiato, deluso… “Deh, cavaliere, non v’accostategià d’altri è gaudio quel che cercatead altra più facile fonte la sete calmate”.
Ricordo che la prima volta che ho ascoltato questa canzone ho riso di gusto. 737 d.C. Carlo Martello ritorna da Poitiers, dove ha vinto contro i mori, fermando l’avanzata dell’Islam in Europa.
La canzone racconta che in battaglia ha perso la chiave della cintura di castita’ imposta alla consorte, e quella era la peggiore sciagura che gli potesse capitare dopo la lunga astinenza sessuale dovuta alle vicende belliche.
Ora il desiderio e’ forte, incontenibile, irresistibile.
Appare una fanciulla stupenda. Il sangue del Re cristiano ribolle, ma la fanciulla gli oppone un insostenibile rifiuto. Carlo, allora, svela la sua identita’: le sue fattezze son brutte, va bene, ma egli e’ il Re, e la fanciulla – volente o nolente – non puo’ che concedersi.
“Se voi non foste il mio sovrano” – Carlo si sfila il pesante spadone –“non celerei il disio di fuggirvi lontano;ma poiché siete il mio signore” – Carlo si toglie l’intero gabbione –“debbo concedermi spoglia d’ogni pudore”.
La ragazza e’ conquistata, e i versi di De Andre’/Villaggio sono magistrali… ma io stavo leggendo un articolo sulla politica italiana!
“Non c’e’ nulla nella mia vita privata di cui io mi debba scusare”, dice Berlusconi. Bene, bravo: forte e deciso. Pero’ io davvero non capisco… mi sembra tutto incredibile… sono molto confuso… perche’ poi quella ragazza l’hanno candidata in una lista di centro-destra alle elezioni comunali a Bari?
Che qualifica aveva? Che mestiere c’era scritto sul manifesto elettorale?
Escort o meretrice?

Non capisco, proprio sono confuso… “Cavaliere egli era assai valenteed anche in quel frangente d’onor si ricoprì;e giunto alla fin della tenzoneincerto sull’arcione tentò di risalir”.
Il cavaliere di cui qui si parla e’ Carlo Martello! La canzone parla solo di Carlo Martello! Nessun altro cavaliere!
Adesso non cominciamo con queste storie sulla metafora del potere, eccetera eccetera…
Devo concentrarmi: stavo leggendo un articolo sulla politica italiana, e la politica si spiega citando Machiavelli, Max Weber, o addirittura Carlo Marx e Gramsci… non le canzoni di Paolo Villaggio…
Allora, dice il presidente del Consiglio… afferma… dice Berlusconi… dice che… A quel punto, soddisfatte le brame sessuali, il sovrano monto’ in sella per andar via, ma la fanciulla lo arpiono’ velocemente e gli presento’ la “parcella”. “Deh, proprio perché voi siete il sirefan cinquemila lire, è un prezzo di favor”. Per il vecchio sovrano e’ un brutto colpo: la fanciulla altri non era che una prostituta. Non si e’ concessa alla sua valenza di cavaliere, ne’ alla sua potenza di re: darsi e’ il suo mestiere, ed ora, alla fine dell’amplesso, presenta il conto.

Colpo di scena arguto! Questa canzone e’ davvero meravigliosa!

Ma io tra meno di una settimana saro’ in Italia e devo prepararmi!

Devo continuare a leggere quest’articolo che parla di politica perche’ nel mio Paese pare che stia succedendo qualcosa di molto serio, di molto grave.
C’e’ un complotto con cui si cerca di delegittimare il capo del Governo.

Berlusconi si difende come un leone.

Il giornalista gli domanda: “Non si era reso conto che (Patrizia D’Addario) potesse essere una prostituta d’alto bordo che voleva tenderle una trappola?”.
“E’ mai possibile o porco di un caneche le avventure in codesto reamedebban risolversi tutte con grandi puttane?” La canzone… l’articolo… sono confuso… sono confuso… Carlo Martello… il Corriere della Sera… l’VIII secolo… l’Italia del III millennio… la politica… tra meno di una settimana saro’ a Roma… sono confuso… sono confuso…
“Anche sul prezzo v’è poi da ridireben mi ricordo che pria di partirev’eran tariffe inferiori alle tremila lire”. Nooo! Ditemi almeno che il prezzo delle puttane non e’ aumentato veramente!

Al mio ritorno non fatemi trovare questa dolorosa sorpresa…

“Ciò detto agì da gran cialtronecon balzo da leonein sella si lanciò,frustando il cavallo come un ciucofra i glicini e il sambucoil Re si dileguò”. La canzone, dunque, finisce cosi’.

Ed io ho finito di leggere l’articolo sulla politica italiana.

Anzi, ho smesso di leggere il giornale perche’ gli occhi erano caduti con terrore sulla politica estera: “Berlusconi: rapporti con Iran? Solo se condivisi con USA e Israele”.

E’ duarata solo un secondo, il tempo di capire che si parlava di rapporti diplomatici, ma la paura che il governo stesse organizzando un’orgia internazionale e’ stata troppo grande!

Giuseppe Piccoli