Modus Vivendi

19 Agosto 2010 0 Di Life

Nelle nostre giornate da vivere operiamo delle scelte, quindi agiamo dietro la spinta di pulsioni confezionate dai nostri bisogni organici e psicologici.

Ovviamente nell’atto è importante il bagaglio culturale generale , e in particolare quello conoscitivo rispetto all’oggetto che stiamo considerando, ma altrettanto importante è il rispetto che ognuno di noi ha per se stesso e per le persone che vengono investite dalle scelte di cui ci facciamo artefici.

E’ logico supporre che ogni persona operi delle scelte che non si rivelino perniciose, ma ahimè la realtà spesso capovolge questo principio.

Ad esempio, è indiscutibile che l’attività fisica giovi alla salute e che l’ambiente nostrano è pesantemente inquinato dal mega polo industriale che ammorba l’aria che respiriamo, ma è tristemente noto l’uso massiccio che i nostri concittadini fanno delle automobili preferendole alla bicicletta che per inciso, in un paese che di montano ha soltanto la famigerata appartenenza comunitaria ,le strade sono prive di salite impossibili,anzi mi correggo,sono prive di salite.

Per il mottolese è meno discutibile l’uso dell’automobile,ma il palagianese che vive in pianura in un paese percorribile in tutta la sua interezza a piedi in pochissimo tempo, non è perdonabile lo spreco di passeggiate in bicicletta che si ostina a perpetuare.

Uso il termine spreco perché di fatto è questo che accade quando si rinuncia a far diventare un abitudine muoversi in bicicletta .

Pedalare per le vie del paese ha implicazioni non soltanto fisiche ,per cui si pone in essere una vera e propria attività sportiva, ma soprattutto psicologiche.
Ogni angolo del paese con i suoi colori e odori, riattiva sensazioni e ricordi suggestivi ed emozionanti . Per non parlare della possibilità di immediata interazione con chi si incrocia il saluto ,uno scambio di battute,due risate,ecc.
E’ il senso di appartenenza ad una comunità che si rinvigorisce ci si sente un pò meno soli, un pò più a casa e ciò ovviamente giova al proprio equilibrio.

Una mattina mentre stavo recandomi al negozio, un compaesano dell’età di mio padre con estrema disinvoltura ,come se parlasse a suo figlio, mi ha chiesto se potevo dargli una mano a caricare la motozappa nel cofano dell’auto.
In un attimo sono sceso dalla bici e in men che non si dica la cosa è stata fatta.
A quel signore sono legato dall’appartenenza ad una comunità e abbiamo interagito come due vecchi amici anche se nessuno ci ha mai presentati ,anche se quelle di quel giorno sono state le prime parole che ci siamo detti e forse potrebbero essere anche le ultime, e tutto ciò è accaduto soltanto perchè andavo in bicicletta . .

Voltando pagina ,consideriamo l’alimentazione.

Ora la domanda nasce spontanea: in una realtà così pesantemente avvelenata dall’aria che respiriamo,si ricordi l’incremento esponenziale di neo aplasie e dei molteplici sos lanciati dagli istituti tumorali sparsi sul territorio regionale, è o non è fondamentale l’attenzione che dovremmo riporre nella scelta degli alimenti ?

Qualche giorno fa un oncologo intervenendo al telefono con Emanuela Falcetti nella giornata mondiale contro il fumo diceva che le neoplasie derivano nella misura del 35 % dall’alimentazione.
Ora che l’euro non abbia consistenza nei nostri portafogli è innegabile, ma ciò non giustifica la scelta di acquistare alimenti qualitativamente discutibili pur di risparmiare quote di soldi da destinare ad esempio all’abbigliamento.

Magari per un capo vintage.

E’ un peccato che quella moda sia passata, altrimenti bastava andare nei mercatini dell’usato per andare alla moda e a buon mercato.

Sino ad un paio di anni fa se ne vedevano di tutti i colori.

Strappi su ,strappi giù, a destra a sinistra era tutto un fiorire di tagli e ritagli.

Un giorno un anziano,aspettando il suo turno nel mio negozio, guardando i jeans di un ragazzo disse testualmente con il tono nostalgico tipico di quelli che ritenevano(a ragione) migliori i loro tempi:” P la Madonn sarè ca i giuvn d iosc s vestn d sta maner purcè tenn u crvidd uguel. E nu ca n mttam a brvogn d li rappezz !!!”.

L’altro giorno alla buon’ora, vidi entrare con fare insolito una mia cliente con una bustina bianca in mano.
Avevo dei clienti e si diresse nel laboratorio da mia madre per farle vedere cosa le è capitato di acquistare in seno alla grande distribuzione . In una busta di ortaggi per minestrone di quelle marche che costano meno , perché (si dice) che a differenza di quelle note i produttori risparmiano sulla pubblicità , tra gli altri ne trovò uno strano,nero, che dopo la pulit

ura del ghiaccio si è visto in tutto il suo splendore: una testa d’uccello.

Sarà stato un corvo o chissà ,sta di fatto che la signora s’è rivolta a chi di competenza per denunciare l’accaduto.

Ora questo episodio è il minimo che possa accadere,in reatà di magagne nell’ambito dell’alimentazione se ne sentono e vedono tante, ultima il latte in polvere importato dalla Germania e mischiato al fresco che va a finire nelle buste a lunga conservazione o per farne formaggi freschi.

La gravità riguarda il rischio che queste rappresentano per il nostro organismo già messo a dura prova dal clima contaminato.
Prima di mettermi in proprio ho fatto un paio di esperienze nell’ambito della grande distribuzione come responsabile del reparto macelleria,ed in entrambi i casi la mia opinione relativamente al fornitore era tenuta in nessuna considerazione .

Quello buono coincideva con il prezzo più basso . quello buono era in quei casi un grossista che ci riforniva di bovini qualitativamente di basso profilo.

Tutti gli sforzi che facevo per convincerli di investire i qualità erano vani ,quella era troppo cara .
“Tanto è tutta uguale “ chiosavano.

Poi la “mucca pazza” e le farine di carne incriminate ha dimostrato il divario di prezzi tra un allevatore serio e un delinquente.
Personalmente ripeto ai mie clienti che quello che trovate nei nostri banchi è lo stesso alimento che usiamo per i nostri figli e scusatemi se è poco. E’ la nostra competenza solitamente, frutto di generazioni che hanno operato sempre nello stesso settore a indurci ad operare sempre nella direzione della qualità.

IL mio bisnonno era macellaio ,lo è stato mio nonno ,mio padre e adesso la stessa attività la svolgiamo io e mio fratello. Nostra madre ci cucinava fettine di vitello al tegame quasi tutti i giorni perché io e i miei fratelli le mangiavamo volentieri semplicemente perché erano squisite.
E se il sapore della carne che mangio adesso non è come quello di quaranta anni fa mi rifiuto di acquistarla.

Ma la verità è riposta in due fattori determinanti per chi opera nel mio settore: la volontà incondizionata e incontrovertibile di operare scelte ,frutto della competenza e di un alto senso etico.

Ogni tanto un cliente nuovo mi dice “sai mio figlio ha ricominciato a mangiare la carne”;gli rispondo che quando un bovino viene alimentato come si deve è raro che non la si mangi con gusto e piacere e aggiungo che non erano i gusti del ragazzo incompatibili con la carne ma lo erano con quella “surrogata”che acquistava dal mio predecessore.

Personalmente credo che se per incanto tornasse la magia dei piccoli negozi la qualità della vita di ognuno di noi ne trarrebbe grandi vantaggi,ma per magia mi riferisco anche alla vita che si sviluppa in una comunità quando le vie cittadine sono abbellite dalle insegne e dalle vetrine dei negozi dove la gente magari in bicicletta si muove ed interagisce e socializza all’aria aperta.

Praticamente il “progresso” ha ricreato in strutture di cemento le vie della città. Ci spostiamo in auto per chilometri per acquistare e passeggiare per le vie del centro tutt’altro che rilassanti, ricreate in questi enormi padiglioni ammassati come sardine a respirare sul collo del vicino,per riempire i carrelli di” merci per le masse” spesso inutili oltre che discutibili sul piano qualitativo.

A proposito,se penso al “Gomorra” di Saviano , eroe per antonomasia, e alle migliaia di tonnellate di merci che ogni giorno approdano a Napoli per poi essere distribuite sul territorio nazionale mi si gela il sangue.

Leggevo sull’Espresso di qualche anno fa che in Cina vi era una eccezionale produzione ,illegale ma tollerata dalle autorità, di falsi d’autore.

Copiavano alla perfezione praticamente tutto, generi alimentari e non delle marche più note in occidente.

E tutto ciò arriva a noi ,nelle nostre case anzi andiamo personalmente ad acquistarli.

E’ qui che entra in ballo la competenza e l’etica del singolo che si assume l’intera responsabilità sul prodotto che vende e che egli stesso consuma

.La first Lady dell’attuale presidente degli States ha trasformato un tratto notevole del prato della Casa Bianca in orto del quale personalmente si prende cura.

Questo esempio vuole essere un messaggio chiaro al mondo intero. Significa che dobbiamo prenderci cura delle vite nostre e dei nostri figli.

Dobbiamo ristabilire una condotta decontaminata dagli effetti devastanti del “profitto a prescindere”, ponendo la massima attenzione alle scelte alimentari che quotidianamente effettuiamo affinché non siano uno stillicidio subdolo e silenzioso che, bypassando la nostra soglia di attenzione con la complicità dell’abitudine a seguire il gregge , ci procuri danni più o meno seri alla salute.

Da bambino le merendine erano i biscotti che mia madre portava a cuocere nel forno di Angelo Oliva in teglie rettangolari e gigantesche.

Avevano un sapore eccezionale e ne mangiavo a iosa specialmente la mattina inzuppandoli nel latte appena munto che Antonio Dettoli ci portava,ogni giorno a domicilio in bottiglie di vetro;adesso se mangio un paio di merendine di quelle a lunga conservazione mi viene l’acidità di stomaco.

E quando i biscotti mancavano usavamo il pane bagnato ed inzuccherato ,per non parlare delle fette condite con olio e pomodoro.

Le nostre madri avevano sempre quell’affare di legno sul quale dopo averla plasmata lasciavano lievitare la pasta per farne focacce ,taralli e affini.

Adesso le pizzerie del paese sono sempre sovraffollate ma questo è il meno; la cosa si fa più seria quando si accende il forno per riscaldare le pizze surgelate che oggettivamente già nell’aspetto sono rivoltanti. In tutta l’area occidentale ,Stati Uniti in testa, i bambini sovrappeso erano l’eccezione;adesso sono la regola.

Non so in che misura la società subisca gli effetti deleteri del cibo manipolato ma quando il paese era meno contaminato quelli che morivano per cancro erano mosche bianche.

Sarebbe riduttivo pensare che dipenda soltanto dall’aria che respiriamo.

Quella invece meno comprensibile è l’ignavia degli uomini e delle istituzioni .
Meno comprensibile è il torpore in cui la società si trastulla incapace di mettere mano alle propri abitudini alimentari pur riconoscendole nocive. Intanto ad esempio qualche anno fa l’Unione Europea ha deliberato provvedimenti per aumentare le dosi di pesticidi da usare per le colture di frutta e verdura.

Leggevo che ormai gli effetti di una alimentazione a base di vegetali (trattati) potrebbe essere più perniciosa che benefica A proposito ,l’ESPRESSO N. 27 dell’otto Luglio riportava un articolo abbastanza preoccupante,firmato da Roberto Satolli. …

Le indagini che periodicamente vengono condotte negli Usa sulla salute dei cittadini hanno messo in evidenza un possibile nesso nei bambini,tra l’ingestione dei pesticidi usati per coltivare frutta e verdura e il famigerato disturbo da deficit di attenzione e iperattività (Adhd),di cui tanto preoccupa l’apparente dilagare.

Nel corso della National Health and Nutrition Examination Survey del 2000-2004, vennero misurati i metaboliti dei più comuni pesticidi nelle urine di un campione casuale di circa 1500 bambini americani.

Ora Maryse Bouchard,dell’università di Montreal,ha intervistato uno per uno i loro genitori,per appurare quanti avessero sintomi di iperattività,e ha trovato che i bambini con livelli sopra la media del metabolita più comune del malathion hanno anche una probabilità doppia di avere l’Adhd,rispetto ai loro coetanei con livelli di pesticidi non misurabili nelle urine. I ricercatori che hanno pubblicati su “Pediatrics”, ricordano che trovare un’associazione non significa dimostrare una causa.

Però la forza dell’associazione , con il raddoppio della frequenza di Adhd,è tale da non poter essere ignorata. Anche perché è noto da altri studi che i pesticidi possono alterare lo sviluppo del cervello.

L’aria che respiriamo e determinata alimentazione ,costituiscono uno stillicidio che non avvertiamo ma di cui vediamo quotidianamente gli effetti devastanti,ed intanto governanti e governati tiriamo a campare come se tutto ciò appartenga ad un altro pianeta mentre ogni giorno qualcuno di noi va via come in un campo di battaglia,come in una guerra in cui il nemico rimane invisibile grazie all’accettazione supina di qualcosa contro cui (apparentemente ) non si può nulla .

A proposito il mio amico ottantenne su citato quel giorno andandosene e scuotendo la testa chiosava:

”S stev megghj quan s stev pesc”!!!