BRAVO VITTORIO!

7 Agosto 2006 Off Di Life

Da qualche tempo ha preso piede ed ? ormai diffusa la buona abitudine, fra quelli che ormai sono in ?quiescenza? lavorativa, di scrivere, di leggere, di darsi al giardinaggio o alla pesca o ad altre occupazioni, con l?intento di tenersi ?svegli? per ?invecchiare? meglio e il pi? tardi possibile!
In fondo, per realizzare queste forme di terapia preventiva, non costa o non dovrebbe costare molta fatica proprio perch? ciascun utente sceglie il tipo che pi? gli ? consono e col quale forse pi? ?si. ?diverte?.

Mi consta invece che l?amico Vittorio, pur ricercando anch?egli nelle vesti di pensionato un ?passatempo? per tenere allenato il suo cervello, ? andato oltre il comune buon senso e l?ortodossia  della somministrazione a piccole dosi degli hobbies in genere; attuando invece, per quello da lui prescelto, una vera terapia d?urto.
Ha valicato abbondantemente i confini del lavoro distensivo ed ? andato troppo in l? del ?sufficientemente richiesto? per ottenere gli effetti ricercabili con la preposta terapia.

Egli ha ?strafatto?! Si ? impegnato oltre misura e per? ha portato a compimento un lavoro eccellente  che personalmente definisco sfibrante per l?impegno fisico e mentale ma, nel contempo, ottimo lavoro letterario in cui, contrariamente ai tanti altri consimili, ha lasciato un indelebile e particolare segno della sua personalit? ricca di straordinaria comunicativa.  
Come non plaudire ad un amico che con costante rinuncia ad altre attivit? pi? routinarie e forse anche doverose, ha voluto a tutti i costi presentare un lavoro che, per essere stato anche quello di cercare e raccogliere con meticolosa pazienza documenti e testimonianze e di verificare con la massima diligenza la giusta espressione fonica oltre che la giusta forma scrittoria, ? stato estremamente stressante!?
E? bello e piacevole leggere lavori letterari come quelli che Vittorio ci ha presentato.
Reputo doveroso onorarlo con  ?complimenti? cordiali.

Nel contempo per? e, per parte mia, voglio riservargli segni di gratitudine per aver fatto riaffiorare in me ora il gusto e l?interesse per tanti principi di vita, ora la piacevole forma di divertimento ritrovata in  tante frivolezze che a noi di una certa et? erano familiari gi? da ragazzi e infine il bel ricordo di tanti modi di dire  o di tante cantilene che Vittorio ( u?pi..cci..nn),Tonio ( u?. cavalijr), Gino(?u?f..lo..s..f..), Mimino(allergico alle pi? insignificanti ed asettiche correnti d?aria),e io ( il ?grosso?del gruppo), amici da tempi vetusti, quasi da quando eravamo ?in fasce?, recitavamo da piccoli e che ci piaceva ripetere, forse solo per trovarvi un modo come altri di giocare.  
Unitamente alla presa d?atto del coraggio e della caparbiet? che Vittorio ha mostrato, e non ? certo una cosa da poco conto, credo che gli si debba riconoscere soprattutto il merito di aver dato a ogni ?modo di dire? della sua raccolta oltre che, forse per motivi di ?tecnica letteraria la traduzione letterale, un?interpretazione straordinaria; la sola penso che fotografa il vero valore dell?opera.
Dir? il perch?.

I suoi remoti studi universitari, sempre proficui, che gli hanno fatto riconoscere a pieno merito il titolo di professore in lettere e  che lo hanno forgiato e predisposto alla saggezza, all? attenzione pi? vigile, alla precisione, alla oculatezza e alla profonda e intensa analisi di tutto, fosse anche di una semplice pagliuzza, sono emersi in maniera prepotente e lampante in tutti i suoi commenti
perfettamente?azzeccati?.
Per inciso voglio ricordare, sperando che se ne sovvenga anch?egli, un esame universitario di glottologia da lui sostenuto nei primissimi anni Sessanta e per il quale mobilit? anche me.
Tra le altre cose quell?esame prevedeva, anche, di trovare il maggior numero di termini dialettali possibile.
Mi tornano alla mente solo tre di quel lunghissimo elenco che allest? con appassionata  cura.
Guarda caso, proprio quelli trovati da me!

1) Jaraffone, alias mumm..l , che stava per grande fiasco, ossia per panciuto recipiente in creta con due manici laterali dello stesso materiale nel quale poter mantenere fresca l?acqua in estate; 2)   summ..ra..gghj, che stava per medaglia e 3)     p….t?.chi?.n, che stava per botteghino, termine col quale quasi sempre si voleva indicare il tabaccaio.
Da amico particolarmente affezionato, forse perch? nato nello stesso giorno dello stesso mese di tanti anni fa e quindi contitolare dello stesso segno zodiacale particolarmente ossessivo e puntiglioso ma credo forse anche accreditato di modestia ed umilt?, voglio arrogarmi la liceit? di derubarlo del diritto di prelazione per esserne lui il proprietario e dire ci? che solo lui  avrebbe potuto dire o fare nel suo libro e che, invece, non ha detto e fatto se non  ?summa capita?.
  
Lo faccio volentieri io! E lo faccio per? a modo mio!
Scrivendo una lettera aperta  destinata all?autore di quel volumetto per il quale, come vedo dai numerosi attestati pubblici, riceve apprezzabilissimi riconoscimenti di merito.

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Caro Vittorio, o se pi? ti piace e ripetendo l?espressione affettuosa che tu rivolgi a me, caro compagno mio, sai bene che non vado tanto per il ?sottile?.

Ho letto e sentito parlare di accostamenti della tua opera e della tua persona a movimenti o a personaggi della letteratura quasi fossi tu stesso ( e certamente lo sei ) un rappresentante letterario da mettere a confronto con altri altrettanto illustri e per? noti, certamente non per meriti maggiori ma solo forse per  il gusto o per la necessit? di pubblicare ci? che la loro mente ha prodotto o produce ancora.

Indubbiamente il piacere e la volont? di tenere in piedi e anzi di rimarcare con impegno, e costantemente, le tradizioni popolari ? quasi una sorta di dovere, non fosse altro che per salvaguardare l?identit? di appartenenza!
Tu ci sei riuscito perfettamente e pertanto, ?..  Congratulazioni Vivissime!
Sai per?, detto in tutta confidenza( ci?tta- citt?mijnz?la chiazz.), che non sono all?altezza di competere coi critici, n? di essere un critico letterario io stesso, povero ignorante di letteratura e per niente amante degli??ismi? o delle ?correnti?, perch? veramente me ne mancano la stoffa e i requisiti.
Credo, per contro, che tu sappia anche e altrettanto bene quanto a me piace andare subito al sodo, per qualunque circostanza!

Mi hai fatto sorridere tanto e mi hai fatto ridere di cuore quando ho letto per la prima volta i piacevolissimi ?detti? che disperatamente  hai voluto  raccogliere e porgere in silenzio alla lettura.
Ne conoscevo soltanto pochi ed ora invece che ne conosco tantissimi mi sembra che sia opportuno ripristinare tante mie  abitudini che quei ?detti? mi hanno richiamato e che purtroppo erano rimaste un po? sommerse!
E? proprio  vero che quantunque a contenuto frivolo o canzonatorio alcune volte, o gradevolmente scurrile altre ancora e, per?, sempre altamente formativo o religioso o artistico o poetico, quei ?modi di dire?  sono tutti pregni di significati  estremamente eloquenti che tu stesso hai illustrato cos? tanto efficacemente da trasferirmi addosso l?obbligo di rivedere i miei principi etici e morali per sondarne il valore. E, anche per questo ti dico grazie. Mi hai dato l?opportunit? di fare un attento ?esame di coscienza?.
Mi corre l?obbligo di ricordare subito il pi? bello dei detti col quale credo che abbia fatto bene a ?titolare? il tuo libro,         ALLU ? C ? SCENN ? PRUVV ?. DENN.

Sono certissimo che la tua scelta ? stata ben motivata.
In fondo credo che sei stato anche tu affascinato dall?enorme valenza significativa e dalla gradevole  tinta poetica che questo eloquentissimo ?modo di dire? trasmette.
Io ci vedrei una ritmica ?musicalit?? che andrebbe bene a ?braccetto? con l??armonia? corale di un programma universale e sempre provvidenziale.  
Mi piacerebbe passarli in rassegna proprio tutti quei ?modi di dire? ( Allu.. pacc.. disc.. fusc!?)  Chiss? per? di quanto tempo avrei bisogno!
Se si presenter? l?occasione, ripeter? quelli pi? opportuni e idonei alla circostanza.
Quello da me citato, e forse per un tema che a me sta particolarmente a cuore( Add? batt Nenn??  ?allu taradd!) io credo, e lo ripeto, ?. i?? lu?megghj? d?.tutt? .

Permettimi di farne una personale valutazione e poi di dedurne qualcosa.
Allu..c..scenn.., starebbe io credo, ad litteram, per mano a mano che si concretizza la luce.
In dialetto palagianese e per il contesto in cui ? collocato, invece il significato ? proprio quello dato da te; cio? di albeggiare, volendo indicare la fase del giorno in cui, per il motivo che tu hai addotto,  si ? stati soliti e si ? ancora soliti di contrattare per la richiesta e l?offerta di lavoro, in particolare di quello agricolo.
E comunque, in entrambi i casi,  ? indiscutibile che il tempo gerundio al quale ? coniugato il verbo sta a significare un fenomeno in progressione; cio? un fatto che si realizza per il succedersi di tappe una successiva all?altra e in continuit? tra loro, durante le quali si sviluppano le speranze, appunto  quelle di trovar lavoro.
Al primo verbo, per?, ne fa seguito un altro altrettanto musicale e ancor pi? significativo: ?.Pruvv?.d?nn?  .

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Ancora un verbo coniugato al modo infinitivo di gerundio!
E che, per essere stati messi insieme, stanno ad indicare che,  procedendo il primo, il secondo strettamente legato ad esso  tende contemporaneamente ad organizzarsi per soddisfare il contenuto dell?altro.
E? il modo pi? felice, io credo, per tradurre al meglio quella particolare circostanza in cui ?istante per istante? si svolge un evento al quale di pari passo fa eco e se ne realizza un altro!
Se si pensa, nella fattispecie, al significato dei due verbi c? ? molto da riflettere e da restarne ?incantati?!

C?? chi, forse te compreso, relega il significato del ?detto? alla speranza generica che si riporrebbe nella ?vita?, quasi per dire solo che chi si impegna ed ha volont?, prima o poi, viene ripagato e quindi esaudito a guisa di premio
Ma da chi!?  Forse da una astratta e indefinibile condizione che tu chiami vita?  
In fondo, penso che chi formula queste supposizioni altro non voglia affermare e sostenere che la casualit? degli eventi!
Personalmente vado oltre.
A voler immaginare il perch? della realizzazione del contenuto del ?modo di dire?, io ci vedrei come causa determinante un solo motivo, esattamente quello religioso.

Come se da ripetute esperienze che quasi avevano valore di verifica, si sia potuto accertare, proprio attraverso la constatazione del risultato favorevole,  che  qualcuno potesse, volesse e dovesse provvedere alle necessit? umane. E che il tutto poi abbia determinato l??istituzione del ?detto? popolare.
Contestualmente mi torna in mente un altro ?detto?  proferito da un certo personaggio e    trascritto poi dai cronisti della storia e che, ?a senso?, reciterebbe pi? o meno cos?:
?pensate ai gigli del campo?, loro non fanno niente per essere cos? belli; ??. a maggior ragione l?uomo non sar? abbandonato e gli sar? dato tutto il necessario per vivere!
Personalmente i due ?detti? li ritengo identici;certamente concordano nel significato.

Credo per?  che ci? che entrambi affermano non pu? avere che una sola e ben significativa credenza; solo e proprio quella religiosa che per l?appunto avrebbe spinto i nostri antenati a coniare quel magnifico ?modo di dire?.
D?altronde ritengo per certo che anche tu, in fondo, non accetteresti l?astratto e vago concetto, chiamiamolo pure laico, di speranza generica, il cui oggetto si potrebbe ipotizzare come ricompensa elargita da ci? che tu chiami ?vita, buona e provvida?.
Cosa potrebbe significare ci??….. Che senso avrebbe?
Il buono e il provvido invece, proprio perch? possa configurarsi l?idea del premio o della ricompensa a qualsivoglia lavoro o speranza e per l?intrinseca necessit? di circostanza, deve obbligatoriamente essere una realt?.

Al contrario  sarebbe incongruente parlare di premio, di ricompensa o di altro ancora.
Non voglio mica, dicendo ci?, correggere le idee altrui, n? men che meno quelle tue; parlo solo della risonanza che il tuo lavoro ha esercitato su di me!
Basta, non voglio stancarti e tediarti con ?affari? che sono miei!
Riprendendo il tema in questione sarei portato a elencare uno per uno tutti i gioielli letterari del tuo libro. Mi accorgo per? che mi ripeterei sino alla noia perch? ti bombarderei con i soliti ma sinceri  apprezzamenti che potrebbero anche farti dire..?..?semp?cink?mijn?.

Si ? per? che a me sta molto a cuore, indipendentemente da ogni altro riconoscimento di natura letteraria o di altro genere ti possa ancora essere riservato, sottolineare il motivo per il quale voglio indirizzare a te ,utilizzando uno strumento credo ormai pubblico e quindi coram populo, una sensazione, quella mia, che parte proprio da te e che in vero ho percepito gi? da molto tempo.
Durante la realizzazione pignola e ossessiva del tuo lavoro, mi piaceva tanto venire a trovarti in quello studio di via Roma per ascoltare, man mano che li raccoglievi, i pezzi della tua opera.
Ti vedevo accucciato accanto ad una stufa, d?inverno e a torso nudo e con un telo intorno al collo per detergerti il sudore,d?estate.
Eri impegnatissimo e ammiccavi attentamente il monitor del tuo computer perch? non ti sfuggisse alcunch?.
Qualche volta ti ho anche rimproverato per l?accanimento che esercitavi in quel tuo lavoro che non doveva assolutamente andare  oltre le righe del tollerabile. Tu invece ?  fascjv ? la r?cchj ?du ?. marcant
Quando per? ti chiedevo di leggermi qualcosa, lasciavi tutto e mi accontentavi.
Mai ti avevo visto prima tanto espressivo nella mimica!

I tuoi occhi si illuminavano. Ma ancor pi?. Eri un altra persona quando, ricomponendoti interamente nell? atteggiamento di un vegliardo e venerando uomo saggio per recitare quei ?detti? e soprattutto i tuoi commenti stringati ma molto incisivi, mettevi in trasparente evidenza il valore di ci? che mi leggevi quasi che stessi ?proclamando? un qualcosa di solenne e di ?dogmaticamente? vero.
Sai Vittorio,? mandavi anche me nel ?settimo cielo??
Per finire, amico mio, e per evitare che ti faccia un romanzo, voglio dirti ci? che prima di ogni altra cosa  di te mi ha inebriato e felicemente scioccato.
Ti ho visto nelle vesti di ?ripristinatore? a tutti i costi, di eccellente predicatore, di opportuno ripropositore, di  autentico messaggero preso dalla voglia di diffondere con rabbia i valori che cos? significativamente hai messo in risalto in quei tuoi commenti sintetici ma toccanti e che di volta in volta e per tutti quei ?modi di dire?hai voluto portare a corredo.  
Commenti che sono assolutamente tuoi e che, cos? ? per me, sono l?elemento distintivo dell?altissimo valore del tuo sudato lavoro.
In me e spererei in tutti coloro che ti hanno ascoltato o che hanno letto il tuo libro, hai trasmesso il giusto modo di vivere.
Tu, forse, diresti  solo?.. per un dovere di civilt? sociale. O di giustizia sociale!  
Io aggiungerei, e lo faccio per conto mio,anche per un atto riverenziale a un dovere cristiano.

Il maggior merito che ti ho riconosciuto io ? quello di essere stato un perfetto ?evangelizzatore? laico o, forse meglio e pi? opportunamente per te, laicista!
Insomma,  un comunicatore di grandi verit?!
Hai fatto riemergere dall?opacit? dell?indifferenza e dalle tenebre del quasi oblio  la saggezza, la prudenza, la previdenza, la sapienza, anche l?astuzia, oltre che il coraggio, la carit?, la speranza, l?amore;sentimenti consegnati alla espressivit? di un ?detto popolare?; ne hai smussato le asperit? che solo alcune persone possono affrontare, li hai resi chiari e li hai additati, offrendoli ai lettori, come ?regola? di vita.
Tutto ci?, sai come si chiama?……..    EVANGELIZZAZIONE!
Hai le carte in regola per ?pubblicizzarla? e per esserne fiero!

Ciao, ti abbraccio.
Con te non si pu? parlare se non si parla anche col cuore.
Ho fatto solo questo!
                                                  
Il compagno tuo