Forme di schiavit? nelle campagne di Foggia: che fare?

2 Ottobre 2006 Off Di Life

La legge 300 del 1970, meglio conosciuta come lo “Statuto dei Diritti dei Lavoratori”, ha segnato quasi uno spartiacque per quanto riguarda il riconoscimento di una dignit? vera di chi presta lavoro dipendente.
Da allora, vari sono stati i tentativi per affossare quella coraggiosa riforma, arrivando persino ad affermare che si tratta di norme vecchie, e quindi non pi? al passo con i tempi. Le innovazioni per?, lungi dal segnare un reale progresso, hanno il precipuo fine di spostare indietro le lancette della storia.
Davvero pittoresche le motivazioni: le aziende, in un mercato ormai globalizzato, non hanno pi? convenienza ad investire, dato l'alto costo del lavoro. Il problema esiste, questo ? vero, ma non si d? un colpo di acceleratore all'economia scaricando tutto sulla parte contrattuale pi? debole, i lavoratori.
E' per dare risposte esaustive a questo problema, la salvaguardia della dignit? di chi lavora, appunto, specie dopo i recenti episodi di schiavismo che hanno visto coinvolta la Provincia di Foggia, che poche sere fa l'associazione politico-culturale L'Arca, in  collaborazione con il Tavolo Verde, ha tenuto un dibattito sul tema “”.

Erano presenti Oronzo Bufano (segretario regionale UILA), Mario Fraccascia (segretario provinciale FLAI-CGIL), Gerardo Giovinazzi (presidente Unione Provinciale Agricoltori Taranto), l'on. Paolo Rubino (componente Tavolo Verde), Franco Parisi (coordinatore Tavolo Verde), Vito Cervellera (presidente dell'Arca). Moderatore della serata, Michele Cristella, caporedattore del Corriere del Giorno.
“Parlare della schiavit? ? parlare di un fenomeno vecchio quanto il mondo”, ha detto Cristella aprendo i lavori dopo una breve introduzione di Cervellera, ricordando anche un termine dialettale ormai desueto, la “cumnanz”, con il quale venivano indicati i minori che prestavano lavoro come pastorelli o impiegati in servizi domestici, retribuiti in natura, e con la possibilit? di rivedere la famiglia ogni quindici giorni.
“I giornali che riportano notizie come quelle di Foggia, ha continuato, descrivono gli effetti di molte cause: avidit? del denaro, economia arrancante che cerca di abbassare ancor pi? il costo di produzione, ma siamo in presenza anche di un problema etico, il non aver assimilato la libert? della societ? in cui viviamo.
Schiavismo non ? solo quanto accaduto a Foggia, dove gli extracomunitari, per poter lavorare, devono prima fornire una ragazza al datore di lavoro, perch? anche il lavoro nero ? sinonimo di schiavit?”. “C'era e c'?, nella zona occidentale della Provincia di Taranto, ha detto poi Bufano nel suo intervento, una forma di caporalato che porta da noi lavoratori brindisini e della zona orientale.
Si tende a pagare sempre meno i lavoratori per essere pi? competitivi, e in questo hanno colpa anche le Istituzioni, a tutti i livelli. In un mercato globale, poich? non ? sufficiente pagare meno per essere competitivi, si ? passato allo schiavismo”.
Molto scalpore ha destato l'affermazione con cui Giovinazzi ha aperto il suo intervento. “Il grosso male dell'agricoltura, ha  spiegato, ? il fatto che i rappresentanti di categoria rappresentano i funzionari, e non le aziende agricole, perch? non vivono sulla propria pelle, come imprenditori, i problemi del settore che rappresentano.
Non ? abbassando il costo della manodopera, ha continuato, che si risolvono i problemi, perch? i problemi si risolvono solo se riusciremo a far valere gli standard europei”. Altrettanto duro Fraccascia: “Ci sono situazioni estremamente drammatiche non solo in Provincia di Foggia, ma anche nel nostro territorio.
L'illegalit?, per noi, non ? solo quella consumata a Foggia, ? anche aver diffuso quel concetto di illegalit? che si consuma ai danni dei lavoratori, come  salari da fame e buste paghe false. Taranto ? la citt? pi? esposta d'Italia in ordine all'evasione contributiva, per un importo che si aggira sui duemila miliardi.
Questo giustifica il fatto che l'imprenditore si sente immune da ogni regola”. Dell'on. Rubino l'intervento conclusivo.
“A Foggia, ha urlato, ci sono delinquenti che vanno perseguitati, arrestati, e messi nelle condizioni di non nuocere pi?. Gli agricoltori, per competere, devono poter pagare i contributi secondo la media europea, tanto che il Parlamento ci ha dato ragione, ottenendo l'abbattimento del 68% sull'INPS.
La Finanziaria deve farsi carico della situazione contributiva degli agricoltori. Perch? i braccianti stanno male e non si muovono?
Vuol dire che c'? qualcosa che non va. Bisogna cambiare la politica delle alleanze in agricoltura.
Ci sono anche forme di schiavit? che non si vedono: come lavorano i nostri giovani nelle scuole private?
nelle cooperative sociali si paga il giusto salario?”.

La chiave di volta, infine, su cui poggia lo schiavismo del terzo millennio. “Bisogna mantenere i nostri diritti ed aumentare quelli dei paesi pi? poveri, altrimenti Foggia non sar? l'eccezione, ma la regola”. Una domanda, a chiusura del suo intervento:”E' possibile creare una costituente agricola, un movimento tra agricoltori, braccianti e consumatori?”. La risposta. Bufano :”Si, sono disposto a fare questa grande alleanza, a fare proposte univoche alla Regione”.
Giovinazzi: “Sono d'accordo, l'obiettivo deve essere la crescita del mondo agricolo nel suo complesso, dove ognuno deve ammettere le proprie colpe”.
Fraccascia: “La costituente ? utopistica, ma sarebbe necessaria. Abbiamo necessit? di fare gioco di squadra, e occorre rilanciare la cooperazione in agricoltura per poter avere pi? titolarit? contrattuale”.

Giuseppe Favale