I PREZZI DAL CAMPO ALLA TAVOLA

22 Ottobre 2004 Off Di Life

E' quanto rileva la Coldiretti che ha messo a confronto i prezzi all'origine rilevati dall'Ismea nell'agosto 2004 rispetto a quelli dello stesso mese del 2001, prima dell'entrata in vigore dell'Euro. Una analisi dalla quale emerge, peraltro, – continua la Coldiretti – che nei campi sono stati raggiunti quest'anno valori al di sotto dei costi di produzione che stanno drammaticamente mettendo a rischio il futuro nazionale di molte coltivazioni. Se nei tre anni la riduzione dei prezzi agricoli per i cereali ? stata del 9%, per il latte e derivati il calo ? stato del 6%, per la frutta la riduzione ? del 9%, mentre – rileva la Coldiretti – si ? verificato un vero ? proprio crollo per gli ortaggi (-18%). L'effetto di moltiplicazione dei prezzi al dettaglio che ha interessato l'Italia con l'introduzione dell'Euro non ha certamente tra i colpevoli il settore agricolo dove a differenza – sottolinea la Coldiretti – i prezzi risultano diminuiti rispetto a quando era in vigore la Lira, con un evidente contributo al contenimento dell'inflazione.

ALCUNI ESEMPI DI PREZZI DEI PRODOTTI AGRICOLI PRIMA E DOPO L'EURO

PRODOTTI AGRICOLI (VALORI IN EURO) differenza
2001 2004
Grano tenero 182,92 136,76 (?/tonn) – 25%
Grano duro 157,15 128,18 (?/tonn) – 18%
Risone 29,85 26,86 (?/100 kg) – 10%
Pere 0,47 0,48 (?/kg) + 2%
Uva da tavola 0,56 0,50 (?/kg) -11%
Pesche e nettarine 0,53 0,33 (?/kg) – 37%
Meloni 0,26 0,22 (?/kg) – 15%
Cipolle 0,14 0,13 (?/kg) – 7%
Lattuga 0,54 0,21 (?/kg) – 61%
Fagiolini 0,92 0,68 (?/kg) – 26%
Vitelloni/manzi 1,73 1,95 (?/kg) + 13%
Suini 1,60 1,29 (?/kg) – 19%
Polli 0,93 0,95 (?/kg) + 2%
Latte 0,36 0,33 (?(lt) – 8%

Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Ismea relativi ai mesi di agosto di 2001 e 2004 (per il risone il confronto ? sui mesi di luglio e per il latte si tratta di una media annuale). Per i vitelloni e i manzi occorre considerare che l'aumento ? da imputare al crollo dei prezzi che si ? verificato nel 2001 per la vicenda mucca pazza.
 
3) IL CALO DEI CONSUMI ALIMENTARI
L'andamento dei prezzi dei prodotti alimentari sta determinando preoccupanti riduzioni nei volumi di acquisto di cibi e bevande come dimostra il calo del 3,3%, stimato dall'Ismea, negli acquisti familiari delle famiglie nel periodo gennaio/agosto, in un Paese come l'Italia che ha la leadership europea nella qualit? alimentare. Per alcuni prodotti come frutta e verdura lo scorso anno ? stato segnato il record del ribasso con un calo del 10%. I consumi medi giornalieri per persona – precisa la Coldiretti – sono stati pari ad appena 440 grammi, un valore molto vicino al limite minimo fissato dal rapporto degli esperti mondiali della FAO e dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanit?) secondo il quale ogni giorno bisognerebbe mangiare almeno 400 grammi di frutta e verdura a persona. Bisogna consentire a tutti i cittadini di approfittare delle propriet? di prodotti indispensabili per la salute e per questo – sostiene la Coldiretti – vanno anche incoraggiati accordi per favorire i consumi di alimenti sani nei posti pubblici: dalle scuole agli ospedali, dalle caserme ai luoghi di lavoro. Un obiettivo che la Coldiretti sta perseguendo grazie ad un protocollo firmato con la Sanit? militare e al progetto educazione alla Campagna Amica nelle scuole anche per rendere disponibili distributori automatici di frutta a prezzo calmierato in tutti gli Istituti. Un obiettivo coerente – sostiene la Coldiretti – con la campagna di informazione avviata dai Ministri della Salute Girolamo Sirchia e della Pubblica Istruzione Letizia Moratti per combattere l'obesit? nelle giovani generazioni, che rappresenta peraltro un impegno per tutte le forze sociali interessate alla buona alimentazione. Si tratta di un impegno concreto a sostegno della salute e contro l'obesit? delle nuove generazioni che in Italia secondo l'ultima indagine Merrill Lynch interessa il 36% dei ragazzi attorno ai dieci anni, il valore pi? alto tra i Paesi Europei. Un effetto – conclude la Coldiretti – che ? il risultato anche del forte calo nel consumo di frutta e verdura che riguarda soprattutto le giovani generazioni che in meno della met? dei casi (45%) consumano frutta tutti i giorni come conferma l'ultimo Rapporto sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza, realizzato da Eurispes in collaborazione con Telefono Azzurro, che ha intervistato oltre cinquemila ragazzi di et? compresa tra i 12 e i 19 anni.
4) LE POSSIBILI SOLUZIONI PROPOSTE DALLA COLDIRETTI
I positivi accordi per il contenimento delle tariffe e dei prezzi al dettaglio vanno accompagnati da un contestuale riequilibrio nei rapporti interprofessionali tra imprese agricole, industria, distribuzione e consumatori con accordi e controlli per la verifica dei margini di ogni passaggio, in modo che i consumatori possano avvantaggiarsi di prezzi di vendita contenuti. Ma serve anche e soprattutto un impegno ad assumere iniziative per remunerare gli agricoltori con prezzi adeguati per evitare che, come ? purtroppo avvenuto quest'anno, si verifichino riduzioni insostenibili con valori inferiori ai costi di produzione che stanno drammaticamente mettendo a rischio il futuro di molte coltivazioni. Inoltre bisogna assicurare la possibilit? ai consumatori di acquistare produzioni locali che non essendo soggette a lunghi tempi di trasporto garantiscono freschezza e genuinit? uniche e per questo l'ampliamento o l'apertura di nuovi supermercati deve essere collegato alla garanzia di rendere disponibili spazi adeguati alla commercializzazione di frutta e verdura locale (l'angolo dei prodotti del territorio) .
 
5) L'ARRIVO DELLA FRUTTA E VERDURA DALLA CINA
L'Italia ? il primo produttore europeo di frutta e ortaggi, m a, nonostante questo, si assiste ad un aumento delle importazioni, che nei primi quattro mesi dell'anno hanno fatto segnare una crescita in quantit? del +20% per le verdure e del 9% per la frutta fresca, con aspetti eclatanti come l'importazione di quasi venti milioni di mele dalla Cina nei primi sei mesi dell'anno (3.578 tonnellate), quintuplicate rispetto al 2003 (767 tonnellate). E non ? un caso che dalle indagini effettuate dall'Ispettorato Centrale Repressione Frodi ad agosto emerge che ben il 75% delle mele presenti nei supermercati italiani provengono da Nuova Zelanda, Cina, Cile, Brasile, Sud Africa, Argentina e Austria. Una maggiore presenza di prodotti alimentari Made in Italy sugli scaffali dei supermercati – sostiene la Coldiretti – ? un contributo alla ripresa economica del Paese, ma anche una opportunit? per imprese e consumatori che possono avvantaggiarsi di produzioni stagionali che, non essendo soggette a lunghi tempi di trasporto, garantiscono livelli di primato per convenienza, qualit?, freschezza e sanit?. Dati confermati dal Ministero della salute secondo il quale o ltre il 98% di frutta e verdura ? privo di pesticidi o presenta residui entro i limiti di legge: una percentuale in costante miglioramento con un numero di campioni irregolari che ? diminuito dal 5,6% nel 1993 all'1,8% nel 2003. E – aggiunge la Coldiretti – sono per lo pi? i campioni di frutta con provenienza estera o sconosciuta a risultare al di sopra dei limiti di legge come conferma il fatto che nell'ultimo anno quasi un pompelmo estero (Cipro e Turchia) su dieci (9,3%) sottoposto a controllo ? risultato irregolare, la percentuale pi? alta registrata in assoluto.
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6) IL MODELLO AMERICANO DEI FARMERS MARKET
Per evitare il moltiplicarsi dei prezzi dal campo alla tavola, la Coldiretti propone anche di sviluppare la vendita da parte degli imprenditori agricoli, singoli e associati, direttamente nelle aziende, nelle cooperative o nei Farmers Market posti all'interno delle citt?. Si tratta di mercati della campagna che hanno avuto un rapido sviluppo negli Stati Uniti, in Francia e Inghilterra anche grazie all'attenzione delle Autorit? Pubbliche nel rendere disponibili strutture e spazi di vendita nelle citt?. Negli USA sono nati e cresciuti i mercatini degli agricoltori, denominati “Farmers' Market”, e oggi se ne contano pi? di 3.000, diffusi su tutto il territorio degli Stati Uniti, ai quali partecipano circa 100.000 aziende agricole, e il valore delle vendite dirette ha superato i 550 milioni di dollari l'anno. In Gran Bretagna il fatturato realizzato dai “British farmers' market” ha raggiunto 264 milioni di Euro e il loro numero ? raddoppiato negli ultimi due anni per raggiungere le 450 unit? e 15 milioni di presenze di consumatori all'anno e anche in Francia la vendita diretta ? una realt? consolidata che raggiunge il 15% del mercato. Che possa funzionare anche in Italia lo dimostra il fatto che quasi tre italiani su quattro (71%) nel 2004 hanno comperato prodotti direttamente dalle imprese agricole e, nonostante le difficolt? e i costi per raggiungere le aziende nelle campagne, solo in un caso su dieci (12%) ritengono che sia risultato poco conveniente, mentre la stragrande maggioranza esprime un giudizio positivo. ? quanto rileva la Coldiretti sulla base di un'indagine Agri 2000 Scrl di settembre dalla quale emerge che nell'ultimo anno sono aumentati di ben il 10% i cittadini che si sono avvantaggiati di questa forma di vendita nelle circa centomila aziende agricole italiane dove ? possibile acquistare direttamente, dal produttore al consumatore, alimenti di qualit? a prezzi convenienti. E pur di non rinunciare alla spesa in campagna – continua la Coldiretti – la maggioranza dei consumatori (54,5%) si dice addirittura disponibile a partecipare a gruppi di acquisto collettivi per avvantaggiarsi di ulteriori risparmi con l'acquisto di quantit? elevate e minori costi di trasporto. Se la domanda dei consumatori cresce e si organizza, anche l'offerta – prosegue la Coldiretti – si adegua e si specializza con cascine, casali, malghe, masserie e fattorie che sposano il marketing e vanno anche ?on line? per essere individuate pi? facilmente. Si tratta – afferma la Coldiretti – di una opportunit? per i consumatori che possono cos? garantirsi acquisti genuini ed evitare la nota “moltiplicazione” dei prezzi dal campo alla tavola, ma anche di una occasione per le imprese agricole che possono vendere senza intermediazioni e far conoscere direttamente le caratteristiche, la stagionalit? e il lavoro necessario per realizzare i prodotti offerti. E nei ” factory outlet ” della campagna ? possibile trovare – precisa la Coldiretti – dai formaggi al vini, dal miele all'olio, ma anche frutta e verdura per le quali il risparmio atteso per due consumatori su tre varia dal 20 al 30%, ferme restando le superiori garanzie di freschezza e genuinit? che un prodotto appena raccolto pu? garantire. A livello nazionale – sottolinea la Coldiretti – il sito www.terranostra.it individua le aziende agrituristiche che fanno vendita diretta in tutta Italia mentre la guida Cibi & Natura 2004 raccoglie le offerte pi? interessanti. Sul piano territoriale la Coldiretti nel Lazio ha pubblicato ?La Campagnola? con trecento preziosi indirizzi, mentre sul sito www.campagnaamicacuneo.it – continua la Coldiretti – ? disponibile il circuito di Fattoria Amica del cuneese. A Firenze e Prato, inoltre, la Coldiretti ha pubblicato la guida Campagna Amica dei consumatori.
 
7) GLI ULTIMI PREZZI
I prezzi all'origine pagati nel mese di settembre agli agricoltori per verdure e ortaggi sono dimezzati rispetto a quelli dello scorso anno (-51%), ma i consumatori che vogliono acquistare radicchio, cipolle e carote sono costretti a pagare prezzi fino a dieci volte superiori?. E' quanto afferma la Coldiretti sulla base degli ultimi dati del mese divulgati dall'osservatorio prezzi del Governo. L'eccessiva forbice tra i prezzi alla produzione e al dettaglio sta determinando una gravissima crisi nei campi e una rinuncia nei consumi da parte delle famiglie che nei primi sette mesi dell'anno hanno ridotto del 5,2% la spesa per ortaggi e verdure, secondo gli ultimi dati Ismea-AcNielsen. La drammatica riduzione dei prezzi pagati agli agricoltori registrata dall'Osservatorio del Governo per verdura e ortaggi nel mese di settembre non risparmia nessuna variet? anche se – precisa la Coldiretti – i cali pi? vistosi si sono avuti per pomodori, cipolle, carote e anche per le zucchine. Ma una grave crisi – continua la Coldiretti – sta attraversando anche il settore dell'uva da tavola per il quale gli imprenditori agricoli pugliesi si sono mobilitati per richiedere provvedimenti urgenti