IL NOSTRO RACCONTO…

30 Ottobre 2005 Off Di Life
< ­<­La posso aiutare?>>, chiese la donna.
L'uomo, visibilmente sorpreso, non riusc? a pronunciare parola. Avrebbe voluto dirle che era stanco e che erano giorni che camminava senza sosta, ma anche che si scusava dello stato penoso in cui versava.
Avrebbe voluto altres? chiedere alla donna chi fosse mai, per cercare di sapere chi fosse lui stesso.
La sua mente ormai non gli restituiva pi? nessun ricordo, ma la vista di quell'orologio gli aveva provocato una folgorazione.
La donna prov? tenerezza per l'uomo e, senza null'altro chiedergli, lo prese e lo fece accomodare sulla poltrona di fianco al guidatore.
L'auto ripart? a forte velocit?.
Guardandosi intorno, sprofondato nell?ampio sedile di soffice pelle chiara, scopr? che anche altri particolari risvegliavano in lui dei bagliori di memoria.
Quell?accendisigari col brillante in testa, le lucine e le lancette sul cruscotto (di cui ignorava comunque il reale significato), l?odore acre di sigaro misto ad un profumo femminile, ?e poi uno scomparto sulle sue gambe, da cui spiava quella che sembrava la canna di una pistola.
< ­<­Non pu? essere!>>, pens? tra s?, per autoconvincersi.
E questo pensiero gli port? spontaneamente la mano sulla nuca, dove avvertiva uno strano malessere.
< ­<­Ah!>>, gemette, accorgendosi di una profonda tumefazione.
La mano macchiata di un rosso porpora fu l'ultima immagine…,
il colpo lo travolse duramente, un sonno profondo lo avvolse suo malgrado.
Si risveglio' sotto i gradini di una casa con le pareti impregnati di umido ,
in un vicolo  di fronte ad una Chiesa scarsamente illuminata da lampioni gialli che contribuivano a rendere l'ambiente lugubre ed angosciante.
La testa continuava a far scorrere il suo sangue…
il dolore sordo, veniva sostituito dallo sforzo del ricordo….

Chi era l'uomo che lo aveva colpito in macchina? Un cane bianco di mezza taglia, con le orecchie rizzate a meta', lo guardava, lo fissava… amorevolmente ,
continuando a sperare in qualcosa da mettere sotto i denti.

Francesco doveva reagire.

Accarezzo' l'animale mentre, appogiandosi al primo gradino, riusci d'un colpo,  a tenersi dritto in piedi.
Fu' in quell'istante che noto' un gruppo di ragazzini che immobili, lo fissavano…
 erano li', attenti a tenere una debita distanza di circa 15 metri ….
< ­<­Dove siamo?>>, chiese, cercando di non spaventarli...

Rispose immediatamente il ragazzotto che aveva tutte le caratteristiche del Capogruppo:
< ­<­E' la Chiesa di San Rocco quella che vedi....

siamo a Palagiano…!!>>
…fu proprio in quel momento che a Francesco tornarono in mente tanti ricordi…palagiano, la chiesa di san rocco, quei ragazzini che tanto gli ricordavano il suo gruppo con cui era solito trascorrere intere serate durante la sua gioventu'…ma mentre il suoi ricordi affioravano alla mente ecco che all improvviso in lontananza vide un ombra che con passo felpato si dirigeva verso di lui, l uomo fu preso da un tale spavento come se avesse visto un fantasma…
solo dopo si rese conto che si trattava di un uomo con lo sguardo atterrito che correva a perdifiato fissando un punto preciso, proprio dietro di lui… si chiedeva cosa stesse succedendo alle sue spalle da provocare tanto terrore su quel viso.
Un istante dopo Francesco si volt? e cap?: due vigilesse ossevavano con circospezione un'auto parcheggiata in sosta vietata.
Francesco vide che l'uomo cercava di giustificare il suo comportamento dicendo che si era recato due minuti in salumeria a comprare il pane, ma il suo sforzo fu vano, poich? le vigilesse, che nel frattempo stavano scrivendo qualcosa su un taccuino, si dimostrarono inflessibili ed elevarono la contravvenzione.
Una di loro, quella pi? giovane – che aveva dimostrato di essere quella pi? irreprensibile -, not? quell'uomo che aveva tutta l'aria di essere un barbone e che aveva la testa insanguinata. 
< ­<­Signore, cosa le ? successo? Mi pu? favorire i suoi documenti?>>
Francesco si tocc? il capo, quasi a voler controllare che non uscisse pi? sangue. Poi rovist? le tasche dei pantaloni e fece intendere alla vigilessa di non avere nessun documento, dopodich? disse:
< ­<­L'unica cosa che so ? che mi chiamo Francesco, per il resto non ricordo nulla.>>
La vigilessa non grad? la risposta del suo interlocutore e con fare burbero rispose:
< ­<­Venga con noi al Comado, in un modo o nell'altro cercheremo di conoscere le sue generalit?.>>
Francesco fu cos? accompagnato al Comando dei Vigili Urbani, situato in una grande piazza poco lontano dominata da un palazzo dipinto di rosso su cui campeggiava un grande orologio.
Fu fatto sedere comodamente, poi gli fu presentata una persona che le vigilesse avevano chiamato Sindaco. 
Dopo averlo fatto accomodare ed essersi reso conto del suo stato confusionale, il Sindaco telefon? subito ai Carabinieri e all?assistente sociale per segnalare il caso, poi rassicur? Francesco che avrebbero fatto il possibile per aiutarlo. Nel frattempo sull?uscio del presidio dei Vigili urbani si form? un capannello di curiosi, prontamente disperso da un dipendente comunale, il quale url? le seguenti parole:
?B?? E ce ?m fatt que? Au iazz, m?n !? 

“ma come si fa a far capire a Mimmo che questo ? un Municipio e non una masseria!!”, pens? il Sindaco mentre aspettava l'assistente sociale.
Il cellulare cominci? a squillare distogliendolo da quei pensieri. “Cos'altro ? successo?”, disse con aria  affranta, dopo aver visto il numero da cui veniva la chiamata.

L?auto si destreggiava tra vicoli e strade pi? o meno dissestate, sobbalzando a causa delle frequenti buche presenti nell?asfalto. Ad un tratto uno degli agenti disse, rivolto al suo collega: ?Da quando c?? stata l?alluvione non si pu? pi? circolare?. Alluvione? alluvione? queste parole risvegliarono in Francesco frammenti di ricordi confusi. ?Devo ricordare? – disse tra s? e s? ? ? Alluvione? Chep Vind??. ?Chep Vind!?, esclam?. ?Cosa? Allora lei conosce Palagiano?, disse il Carabiniere.
Francesco rivide come in un sogno le sue ginocchia da bambino, segnate dalle tante cadute nella polvere e tra i sassi.
Rivide un anziano volto, incornicato da baffi e capelli bianchissimi; nella sua mente riaffior? il ricordo di quelle rughe solcate dalla fatica nei campi e seccate dal sole. Riaffior? il suono di una voce:

?Chep Vind s?? allaghet!

L?agghj ditt ca Crist la ten c nu!

Pur lu tra?n s'? ammuddet!?  

Quando entr? l'assistente sociale,accompagnato dall'Assessore ai Lavori Pubblici, Francesco si accorse che era finalmente il primo volto conosciuto che vedeva da quella mattina.
< ­<­Dottore!>> esclam? l'Assessore, che evidentemente riconobbe subito il malcapitato.
< ­<­Dottor Venturi!>>, ripet? rafforzando il tono, conscio dello stato confusionale di Francesco, <­<­Cosa le ? successo? E'  da due giorni che attendevamo sue notizie!>>
Solo allora il Sindaco cap? che quell'uomo era il tecnico mandato dall'Ente Regionale per una perizia sullo stato delle opere idriche del suo Comune.