In Italia si fuma pi? che in Olanda

3 Aprile 2006 Off Di Life
E' il popolo dei consumatori fai-da-te, a volte veri e propri esperti in materia di coltivazione amatoriale, aiutati in questo compito da diversi siti internet che sponsorizzano non solo la vendita di kit di produzione domestica, ma anche le modalit? di coltura pi? fruttuose e le varianti pi? “esotiche” di piante.
Nonostante l'approvazione della nuova legge Fini in materia di tossicodipendenze, che in sostanza equipara le droghe leggere a quelle pesanti, i consumatori italiani di cannabis non sembrano diminuire. Al contrario, i dati rivelano che essi sono in costante aumento.
A testimonianza di cio' e' utile ricordare che i sequestri di hashish e marijuana da parte delle forze dell'ordine italiane sono cresciuti del 9% rispetto al 2004, per un totale di 25.320 chili di cannabis sottratti al mercato illegale.
Le regioni pi? interessate risultano essere la Calabria, le Marche e l'Umbria, dove sono state scoperte a volte delle vere e proprie piantagioni. Nel parco nazionale dell'Aspromonte, per esempio, l'anno scorso sono state sequestrate ben 50.000 piante di cannabis che, una volta lavorate e immesse sul mercato, avrebbero fruttato all'incirca due milioni di euro.
Ma come si diventa un coltivatore amatoriale di marijuana?
Il percorso piu' semplice sembra essere quello che passa attraverso i vari siti on-line che vendono kit, forniscono consigli e spiegano i migliori modi per coltivare cannabis nella comodit? della propria casa.
Si apprende cos? che esiste il metodo idroponico, a detta di molti quello che offre i migliori risultati, basato sulla coltivazione di piante in piccoli vasi pieni di acqua.
C'e' il metodo naturale outdoor, quello cio? che punta a far crescere la pianta nel modo pi? 'genuino' possibile.
C'e' addirittura il metodo aereoponico, ultima innovazione in fatto di coltivazione indoor.
Poi ci sono gli 'smart shop', negozi che vendono semi, lampade, vasi e tutto ci? che ? necessario per diventare un esperto coltivatore di cannabis. “Abbiamo da poco aperto un 'grow' shop', che si occupa specificatamente della vendita di kit per la coltivazione, anche se la concorrenza di Internet si fa sentire – spiega all'ADNKRONOS il titolare di 'Puravida', uno dei primi smart shop aperti nella capitale – Nel nostro negozio vendiamo principalmente 'smart drugs', ovvero sostanze naturali e legali che sostituiscono le droghe chimiche e anfetaminiche, e che soprattutto non hanno effetti dannosi sull'organismo”.
“Il nostro – spiega il titolare di 'Puravida' – ? un negozio particolare che si rivolge ad un target particolare.
La tipologia dei clienti varia dai 18 ai 45 anni, anche se a volte si presentano persone pi? grandi o 'insospettabili' personaggi in giacca e cravatta, che chiedono delucidazioni sui nostri prodotti.
I prezzi dei kit di autocoltivazione variano dai 100 euro, per quelli pi? semplici, fino ai 400-500 euro per quelli pi? elaborati. Con la nuova legge Fini -conclude – i consumatori sono pi? spaventati, ed ? per questo che a mio giudizio sempre pi? persone ricorreranno a metodi di coltivazione fai-da-te”. Ma l'ultima legge in materia di droghe prevede pene pi? severe per quanto riguarda sia il consumo che lo spaccio di sostanze stupefacenti. E l'autoproduzione pu? costare cara, perch? coltivare anche una sola piantina sar? considerato reato. In attesa delle tabelle del ministero della Salute, che fisseranno, per ogni tipo di droga, i quantitativi minimi di principio attivo oltre i quali la detenzione potr? essere considerata spaccio, i consumatori di cannabis tremano. Con la nuova disciplina, infatti, crolla la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti. Per quanto riguarda l'uso personale, sono previste sanzioni amministrative che vanno dall'ammonimento del prefetto alla sospensione della patente. Le sanzioni vengono inasprite in caso di recidivit?. In questo caso si va dall'obbligo della presentazione due volte alla settimana in commissiarato all'obbligo di rientrare a casa e di uscirne a determinate ore. Per lo spaccio, invece, le sanzioni sono penali, con pene graduali che vanno da 1 a 6 anni di reclusione per i piccoli spacciatori, e da 6 a 20 di reclusione per chi fa sul serio, ovvero per chi “coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito, o consegna per qualunque scopo sostanze stupefacenti o psicotrope” Questo riguardo alla nuova legge. Ma come si relazionano gli italiani con il fenomeno della droga?Secondo una recentissima ricerca effettuata dall'Eurisko su un campione di 1000 persone, il 66% degli intervistati considera l'uso di droga una malattia da curare e solo il 22% lo ritiene un reato da punire. Dalla ricerca risulta inoltre che il 35% delle persone interpellate, quindi circa un italiano su tre, conosce persone che fanno uso di droga. Un altro dato importante che emerge dall'indagine riguarda proprio la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti: il 77% degli italiani considera infatti le droghe leggere meno pericolose rispetto a quelle pesanti, contro un 45% che ritiene le droghe tutte uguali. D'altra parte, per?, il 60% si dice d'accordo con la recente legge che equipara la pericolosit?' e la perseguibilit? di tutte le droghe. Piergiorgio Zuccaro, responsabile dell'osservatorio 'fumo, alcol e droga' dell'Istituto superiore di sanit?, consiglia tuttavia di considerare le statistiche con estrema cautela. “Le oscillazioni annue relative ai sequestri di droga da parte delle forze dell'ordine – dichiara Zuccaro all'ADNKRONOS – vanno interpretate con prudenza, in quanto molto dipende anche dal caso e dalla fortuna”. “Durante un anno, infatti -prosegue-, possono sfuggire al controllo dei militari anche grossi carichi di sostanze stupefacenti, ma questo non vuol dire che non siano comunque state consumate. Il trend andrebbe secondo me analizzato nel corso degli anni, fermorestando che le percentuali annue rimangono comunque molto importanti per l'analisi del fenomeno”. “Per quanto riguarda l'autocoltivazione – conclude Zuccaro – mi sento in dovere, in quanto facente parte di un organo istituzionale, di lanciare un grido d'allarme, sopratutto ai pi? giovani. Voglio ricordare infatti che coltivare anche una sola piantina, con la nuova legge Fini, ? considerato spaccio a tutti gli effetti. Non ci sar? piu' differenza tra una singola pianta di majiriuana e un'intera coltivazione, anche perch? le nuove tabelle che indicheranno il quantitativo minimo oltre il quale la detenzione pu? essere considerata spaccio, non tengono in considerazione la coltivazione, che risulter? essere punita sia che si tratti di piccole che di grandi quantit?”.fonte: Adnkronos