L’ AGRICOLTURA VIENE SNOBBATA DAL PRESIDENTE VENDOLA

21 Luglio 2005 Off Di Life
 Anzitutto Le d? atto di avere colto la vera novit? del discorso pronunciato dal Presidente Vendola in occasione dei recenti Stati Generali dell?Agricoltura Pugliese, ai quali peraltro non sarebbe stato male invitare anche qualche rappresentante del Governo nazionale ed i Parlamentari nazionali ed europei, che forse sull?argomento qualche competenza hanno ancora.
          Quel suo invito all?agricoltura pugliese a camminare con le sue gambe ? infatti veramente rivoluzionario in bocca ad un personaggio politico che per tutta la vita, ed anche nella sua relazione programmatica, non ha fatto altro che demonizzare il libero mercato, all?insegna di una visione demoniaca dell?iniziativa privata e di una contestuale concezione provvidenzialistica ed esclusivistica dell?intervento pubblico.
          Ci sarebbe da gioire per questa improvvisa conversione al liberismo di un comunista orgogliosamente non pentito, se essa non si limitasse di fatto alla sola agricoltura, visto che su tutti gli altri temi i primi passi del nuovo Governatore regionale muovono in direzione assolutamente opposta. Dal blocco di tutte le politiche di promozione dello sviluppo, da quelle energetiche a quelle urbanistiche; dalla demonizzazione della legge- Biagi, che pure ha consentito all?occupazione nel nostro Paese di continuare a crescere anche in presenza di evidenti affanni dell?economia; dal rifiuto di adempiere all?obbligo di legge di privatizzare l?Aqp ad una riesumazione del pi? vieto assistenzialismo con distribuzioni di ?salari sociali?- alias pubbliche elemosine- a pioggia, tutta la filosofia di governo di questo nuovo Esecutivo Regionale riecheggia vecchie e fallimentari parole d?ordine della cultura vetero-marxista.
          Se ho ben capito, soltanto l?Agricoltura dovrebbe fare eccezione a questa riesumazione generalizzata di polverosi ideologismi collettivisti, tanto pi? devastante ove si consideri che sul mercato globale siamo messi all?angolo da sistemi territoriali che stanno esplodendo all?insegna del pi? selvaggio dei capitalismi e che, quindi, non ? proprio questo il momento per abbandonarla al suo destino, anche se bisognerebbe, fin d?ora, cominciare a lavorare seriamente e concretamente per razionalizzarla, ammodernarla, promuoverla al meglio.
          A me vengono due sospetti

          Il primo ? che all?On. Vendola, che non pu? ignorare le difficolt? in cui versa tutto il mondo agricolo pugliese per effetto soprattutto delle pesanti distorsioni dei mercati internazionali, non interessi poi granch? del suo futuro: se la sbrighino da soli gli agricoltori e i coltivatori. Non sono proprio questi, secondo un?antica concezione tanto cara a quelli come Vendola, gli ultimi, tenaci baluardi di certo spirito individualista ed imprenditoriale?
          Il secondo ? che tale incredibile contraddizione, per cui si ? liberisti soltanto in Agricoltura,  sia in realt? assolutamente coerente con una visione terzomondista, pseudo-filantropica che vorrebbe travasare le nostre pur declinanti ricchezze verso altri mondi, che si presume siano stati depredati dal nostro mentre al contrario continuiamo ad assisterli in tutti i modi, oltre che fare della Puglia una sorta di zona franca per sconosciuti di ogni provenienza, con buona pace della nostra sicurezza, dei Trattati internazionali ed anche del nostro mondo del lavoro, esposto ad una feroce concorrenza al ribasso da una immigrazione senza pi? controlli. Non a caso il movimento ?no global?, in assoluta contraddizione con la sua stessa auto-definizione, ? nato in polemica con le organizzazioni del Commercio internazionale, pretendendo l?apertura totale delle nostre frontiere alle produzioni soprattutto agricole  del Terzo Mondo, il cui dilagare ?come Lei ha acutamente rilevato- comporterebbe, sic et simpliciter, il colpo di grazia definitivo alla nostra Agricoltura.
          Ci? significherebbe che al Governo della Puglia abbiamo stoltamente eletto un rappresentante, pi? o meno consapevole, dei nostri pi? insidiosi avversari. Se penso a quanta gente dei campi ha votato Vendola, affidandogli le sue sofferenze e le sue aspettative, mi viene da domandarmi come abbiamo fatto a non farci capire.
          Ci? non toglie che non si debba da parte delle Istituzioni fare ogni sforzo per creare le condizioni pi? favorevoli perch? l?agricoltura sia in grado, in prospettiva, di far da sola, anche in vista di prossimi probabilissimi tagli agli aiuti comunitari. Ma pretenderlo ora significa soltanto condannarla a morte. E forse ? questo che si vuole, alla ricerca di un mondo presunto-nuovo nel quale non ci sia pi? spazio per l?iniziativa individuale, ma tutti siano condannati a restar proletari in eterno.

                                                                                                                                                                    

                                                                                         Carmine Patarino