“Non ha salite, non ha discese e svetta a trentanove metri sul mare”. L’enorme macigno burocratico

“Non ha salite, non ha discese e svetta a trentanove metri sul mare”. L’enorme macigno burocratico

8 Febbraio 2017 Off Di Life

di Francesco Carucci

 

“La pianeggiante Comunità montana di Palagiano è unica al mondo: non ha salite, non ha discese e svetta a 39 (trentanove) metri sul mare. Con un cucuzzolo, ai margini del territorio comunale, che troneggia himalaiano a quota 86. Cioè 12 metri meno del campanile di San Marco. Vi chiederete: cosa ci fa una Comunità montana adagiata nella campagna di Taranto piatta come un biliardo?”

 

Esordivano facendosi questa domanda Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, autori de “La Casta”, il libro del 2007 col quale mettevano in risalto le storture dei politici e dei loro partiti a discapito dei cittadini.

 

A distanza di dieci anni poco è cambiato!

Inermi, difatti, continuiamo ad assistere ad un modo di legiferare balordo che, a giudicare dalle conseguenze negative che si ripercuotono sulla collettività, non può che appartenere ad una classe dirigente nociva e incompetente.

 

A tal proposito, voglio oggi richiamare l’attenzione su un aspetto legato alle novità introdotte dal “Decreto Fiscale” collegato alla Manovra di Bilancio 2017.

Da quest’anno parte l’obbligo per i titolari di partita IVA, agricoltori compresi, di comunicare con cadenza trimestrale all’Amministrazione Finanziaria in maniera analitica tutti i dati delle fatture di vendita e di acquisto. Pare che, grazie ad un emendamento presentato al decreto “Milleproroghe”, almeno per l’anno 2017 l’adempimento dovrà essere effettuato solo due volte con riferimento ai due semestri anziché ai quattro trimestri.

 

Sin dall’emanazione della norma ci si è interrogati su quale comportamento dovessero assumere a riguardo  i cosiddetti “agricoltori esonerati” ossia quei piccoli agricoltori che, ai sensi dell’art. 34 comma 6 del D.P.R. n. 633/1972 (Testo Unico IVA), sono esonerati dagli adempimenti contabili realizzando un volume delle vendite annuo pari o inferiore a 7.000,00 euro che viene certificato da chi acquista il prodotto (non da chi lo vende) mediante l’emissione della cosiddetta “autofattura”.

 

Il legislatore, con il Decreto n. 193/2016, ha stabilito a riguardo che sono esonerati dal nuovo adempimento soltanto gli “agricoltori esonerati” che, oltre a rispondere al requisito suddetto, siano situati in zone montane, ovvero almeno a 700 metri sul livello del mare.

 

Va da sé che gli “agricoltori esonerati” situati nella “pianeggiante comunità montana di Palagiano” che “non ha salite, non ha discese e svetta a 39 (trentanove) metri sul mare” debbano obbligatoriamente far fronte al nuovo adempimento!

 

Così, mentre osserviamo i nostri agrumeti distrutti dal gelo di inizio anno, l’inetta politica provvede a pressare le nostre spalle con un macigno burocratico sempre più insostenibile.

 

A seguito della norma introdotta dal Decreto Fiscale, infatti, il 7 febbraio l’Agenzia delle Entrate, con la prima circolare di quest’anno, ha precisato che la detta categoria di produttori agricoli è tenuta a comunicare unicamente i dati relativi alle operazioni “attive” mediante l’invio dei dati delle autofatture di cui devono solo conservarne copia. Restano dunque escluse dall’adempimento tutte le operazioni relative all’acquisto di ciò che occorre per la gestione della produzione.

 

Nessun regime di agevolazione è invece previsto per tutti gli altri agricoltori che annualmente realizzano un volume d’affari superiore a 7.000,00 euro.

 

Le sanzioni stabilite per l’omissione o l’errata trasmissione dei dati delle fatture emesse e ricevute ammontano a 2,00 euro per ciascuna fattura, entro il limite massimo di 1.000,00 euro per ciascun trimestre. La sanzione è ridotta alla metà se la trasmissione o la correzione dei dati inesatti è effettuata entro i quindici giorni successivi alla scadenza stabilita.