Palagiano nella storia : Specchia Castiglione e Villaggio Marziotta.

19 Gennaio 2006 Off Di Life

In Puglia, a parere degli studiosi, sembra che l?uso delle specchie sia stato introdotto da immigrati partiti dalla zona media dell? Europa, meglio concretizzabile nell? interno dell?Istria e dell? Illiria, al di l? del Carnaro, molto prima del secondo millennio a.C.
In localit? vicine a noi, fra i tanti resti di queste opere litiche, tracce di dolmen sono state trovate nel territorio di Castellaneta e di Massafra, dei menhir a Mottola, a Castellaneta, a Palagiano (C.da San Marco dei Lupini) ed a Massafra, delle specchie vi sono tracce non solo nelle campagne delle citate cittadine, ma un po? su tutto il Salento, e anche per un sol caso a Palagiano: il Cozzo di Marziotta.
In Puglia esistono ben duecentotrenta specchie e la maggior parte di esse ? concentrata nelle regioni del territorio pugliese ove l?assetto geologico del suolo ? pi? roccioso, giacch? il primo uomo in pi? circostanze ha dimostrato di preferire stazionare laddove abbondasse la pietra (insediamenti archeologici della Murgia).
Per la precisione, le specchie sono una sorta di primordiale tipologia di costruzione ad uso abitativo.
Questi primitivi manufatti apparivano con una forma verosimilmente troncoconica e generalmente realizzate con semplici ammassi di macerie.
Potevano essere costruiti con sole pietre, con sola terra accumulata, oppure misti di pietre e terra.
Alcuni studiosi ritengono che ?specchie? derivi dal latino ?speculari? e significhi ?guardare intorno?.
Per tale ragione le specchie non sarebbero manufatti destinati all?uso abitativo, bens? si ritiene che dette opere litiche in antico avessero la funzione di tomba sacrario (come accadeva in Asia Minore ed in alcune isole del Mediterraneo), di postazione di vedetta, come pure di posto di segnalazione e di comunicazione tra un nucleo abitativo e l?altro.
Nel caso specifico della nostra Palagiano il ritrovamento della specchia di Cozzo Marziotta ? da ritenersi di eccezionale importanza per il fatto che essa sussista in un tipo di territorio in cui il materiale litico ? sicuramente carente.
A questo punto occorre, per? fare una precisazione: quando parlo di specchia di Cozzo Marziotta, in realt? intendo riferirmi alla specchia di Masseria Castiglione che per motivi di posizione (a circa 5 km sud-ovest dal paese, e dunque vicina al Cozzo di Marziotta) e per motivi di pertinenza tra la specchia ed il cozzo, oso associare in specchia e Cozzo di Marziotta.
I riscontri archeologici preistorici pi? consistenti di Palagiano sono rappresentati, infatti, proprio dall? insediamento di Cozzo Marziotta, databile tra il Paleolitico e l?et? del Ferro.
Si tratta di un insediamento cosiddetto fortificato, delimitato da mura megalitiche a secco da una parte, dal fiume Lenne dall?altra.
Si tratta di un villaggio, organizzato socialmente ed economicamente ad attivit? pastorali ed agricole, le cui testimonianze si inseriscono in un contesto di stanziamenti di et? preclassica dislocati in un?area i cui orizzonti rappresentano i capisaldi delle paleoculture apulo-materane, in rapporto con gli insediamenti preclassici di Massafra e del tarantino, con il giacimento paleolitico di Riparo Manisi nella gravina di Palagianello, con gli insediamenti Minerva e Montecamplo di Castellaneta, con la necropoli protoappenninica di Laterza, con gli abitati preclassici dell?entroterra barese e materano.
La zona dello scavo di Cozzo Marziotta, consistente in una trincea rettangolare, ? stata analizzata stratigraficamente ed ha restituito una notevole quantit? di materiali ceramici di diversa tipologia e cronologia, mescolati a frammenti dipinti con motivi protogeometrici e geometrici, a vernice nera di tipo attico, nonch? cocciame di et? ellenistico-romana e qualche reperto tardomedievale.
Ma maggiori dettagli sullo scavo, ulteriori rinvenimenti ceramici e fossili, oltre che notizie sulle sorti che poi toccarono a questo primo ?villaggio? di Palagiano sono argomenti della prossima pubblicazione.

A cura di Antonello De Blasi.
Fonti: Utet, Treccani, Lentini, Ladiana.