QUEL DEMONE CHIAMATO ANORESSIA (una favola per riflettere)

28 Novembre 2006 Off Di Life

Quel demone allo specchio  


Tutto cominci? per gioco.

Se lo sentiva nell'aria come un brivido freddo che accarezza la pelle,se lo sentiva dentro come una lama sottile di ghiaccio che ti entra dentro il cuore per non uscirne pi?.
Cristina si guard? allo specchio e disse mentre una lacrima le scendeva dolcemente:”non mi piaccio pi?!”.
Giocava a farsi bella mentre sembrava non vedere niente di bello davanti ai suoi occhi.
Lei era l?, nuda davanti a quello specchio come quasi fosse stata colpita da un incantesimo, come se fosse stata ipnotizzata,si guardava con aria di schifo, come se vedesse un essere immondo, un essere malvagio che sembrava le fosse entrato nelle vene e non le dava modo di riuscire a guardarsi e accettarsi per ci? che lei ?.
Lei doveva porre rimedio.
Si, doveva far qualcosa e subito.I
nnanzitutto non doveva uscire di casa per un bel po'?gli altri non dovevano guardarla cos?, no.
Chiss? cosa avrebbero mai detto di lei?
Quella sua cognata, cos? perfetta, cos? magra, cos? esile, cosa avrebbe detto di lei?”ecco, lo vedi?
non ti sei sposata perch? sei grossa.
Io si, io si che sono perfetta. Sposata e con un marito che mi adora.
Tu no. Tu non vai bene.
Non troverai mai nessuno che ti ami sul serio. Perch? sei sbagliata”.
Gi??lei ? sbagliata.
Queste parole non le aveva mai dette sua cognata ma le riecheggiavano nel cervello come se realmente le ha udite, come se la sua testa fosse al posto delle sue orecchie, come se la sua immaginazione fosse pura realt?.
Lei si confrontava?da un lato c'era lei, imperfetta con quei suoi chilotti in pi? che magari le rendevano armonia al resto del corpo, dall'altro sua cognata, la perfetta cognata, la sposata, la fortunata.
Lei, invece, reduce di delusioni su delusioni amorose, stava l?, a chiedersi cosa aveva di sbagliato, cosa aveva di cos? cattivo che non le faceva trovare l'amore vero, l'amore sognato e ambito da quand'era una bimba.
Quell'amore dolcissimo, fatto di calore,tenerezze,fatto di puro affetto,non di sesso, un amore diverso da quello che non aveva mai trovato e sempre cercato.
E le sue amiche?
Cosa avrebbero detto le sue amiche?
C'era quella sua rivale.. quella che gi? le aveva rubato il fidanzato che nonostante era pi? in carne di lei le aveva gi? soffiato due ragazzi? no!doveva porre rimedio.
Lei era l?, chiusa nel freddo della sua testa, senza via d'uscita, non poteva pi? far finta di nulla, no!
Si rivest? asciug? le sue lacrime e disse:”da domani sto a dieta!”Inizi? cos? il suo calvario.
Si document? su tutto.
Fotocopie su fotocopie di diete di giornali, contacalorie, erbe che depuravano, si procur? tutto ci? che le era necessario.
Era l'inizio della fine.
Gi? da una settimana si ritrov? a perdere quasi di colpo due chili e anche se all'inizio f? tragico riuscire a resistere a tutte quelle cose buone che mangiava da una vita, poi dopo un paio di giorni cerc? di abituarsi all'idea che doveva mangiare sempre meno.
Eppure lei era cos? carina, biondissima, occhi di un chiaro argenteo, cos? dolce, voleva cambiare il mondo e studiava per diventare un fervente avvocato.
Aveva tanti amici che le volevano bene e altri che la ignoravano, ma tutti avevano una buona opinione su di lei.
E con i suoi genitori, poi un rapporto splendido, fatto di complicit?, di affetto, di amicizia.
Gi?, proprio cos?? Cristina era proprio fortunata!
Ma non le bastava?voleva di pi??ogni giorno di pi?.
Con i suoi, a pranzo, inizi? a diventare una tragedia.
“tu non mangi abbastanza!” inizi? il padre, “non ? vero, io esco fuori la sera e mangio questo ed altro!”replicava lei iniziando cos? a dire le sue prime bugie?lei non le aveva mai dette ai suoi.

Gi?, era sempre stata onesta,
i suoi sapevano tutto di lei, il suo primo ragazzo, i primi innamoramenti.
Sapevano perfino tutto di lei anche nei primi momenti di ribellione adolescenziale quando vorresti fare le cose troppo a modo tuo e vai contro a ogni regola?
Bugie su bugie passavano i giorni, era sempre lo stesso identico film, come una cassetta messa e lasciata andare at libitum?
Lei si, dimagriva, ma non era mai contenta. Passavano i mesi, e divent? un grissino.
Quando camminava era leggera come l'aria.
Era un po' contenta, si, ma triste allo stesso tempo. Quando faceva poi i conti con quello specchio era sempre pi? depressa.
“non faccio mai abbastanza!
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cerco di mangiare sempre di meno, sempre di meno, ma non va mai bene!
le mie gambe sono enormi!il mio seno ? quasi trasparente ormai!il mio corpo ? una cosa immonda!”.
Ci? che faceva non le dava mai soddisfazione.
Studiava per l'universit? senza riuscire a concentrarsi per via dello stomaco sempre vuoto e ogni volta l? a piangere, a prendersela con se stessa, perch? non era perfetta, perch? non era come lei voleva.
Nei suoi sogni era bella come una top model, corteggiata da migliaia di ragazzi, era la ragazza pi? bella, la pi? ambita, la pi? amata.
Nella realt? c'erano parecchi ragazzi che le andavano dietro ma non c'era mai uno che le andava a genio.In realt? chi non andava a genio era se stessa.
Rifiutava di uscire con chiunque perch? non si sentiva mai pronta di mostrarsi per ci? che lei era.
Rifiutava qualsiasi storia perch? non voleva farsi scoprire, perch? magari scoprendosi rischiava di allontanare chiunque e di soffrire?di soffrire come nel passato, con la stessa intensit?, la stessa tragedia.

Era insofferente, irritante, sempre pronta a piangersi addosso, mai soddisfatta.

Ma un giorno avvenne il miracolo?

Una sera, senza chiedersi perch?, come se una strana mano angelica la guidasse, accett? un invito da un suo strano amico.”
vedrai, ti divertirai?ti faccio conoscere un mio amico che ? simpaticissimo nonostante il suo problemino alle gambe?”disse Stefano.”
ma davvero!mi dispiace?che ha?”
“lo scoprirai da sola?tu intanto esci””va bene mi hai convinto?uscir?!”.

Quella sera si vest? come meglio poteva nonostante ormai tutto ci? che aveva le andava grande, e usc?.
Era una sera come tante, dove all'inizio c'? una luna splendida poi dopo un po' si scatena il temporale.
Gi?..quella sera si scaten? il temporale dentro di lei.”sono contento che sei uscita””anch'io ma non fartene un'abitudine!”
“emmm buonasera!””
ah, Cristina questo ? Graziano.
? molto simpatico nonostante a prima vista potr? spaventarti?””spaventare io?non mi permetterei mai!”
Cristina not? che aveva dei problemi a camminare ma nonostante tutto le faceva quasi tenerezza e tanta simpatia.La serata and? avanti con tanta allegria e nonostante lei non mangi? nulla si divert? un mondo.”
sai Cristina mi sei simpatica, verresti qualche volta con me negli incontri che facciamo nella mia associazione?”
“che tipo di associazione?””non ti dico niente per ora?vieni e scoprilo tu stessa.”
Lei accett? senza battere ciglio con molta curiosit?.I giorni passarono ma la curiosit? aument? e lei non vedeva l'ora di scoprire il tipo di associazione a cui faceva parte Graziano.
Poi, venne il giorno fatidico.
La andarono a prendere da casa, lei che faceva sempre ritardo quella sera era addirittura in anticipo.
Aspett? con ansia di arrivare a questa associazione e ad un certo punto voleva andarsene via.
Si chiese se chi stava in questa associazione l'avrebbe mai accettata.
Usc? dalla macchina con un po' di affanno poi?no, voleva tornare indietro.
“che fai?vuoi andare via?”le disse Graziano.

Lei rimase l?, immobile, come se fosse stata scoperta, come se quel desiderio cos? intimo fosse stato tradito, e dopo un po' rispose:”ma no!andiamo!”
E presero a camminare mentre con fierezza aiutava Graziano a muoversi con pi? dimestichezza.Entr? e ci? che vide le sarebbe rimasto impresso gli anni a venire.

Stavano tanti ragazzi su una carrozzella, alcuni erano grandi, altri pi? piccoli,prima ebbe un po'di timore, poi mentre Graziano la presentava si sent? come a casa.
Alcuni le raccontavano storie di incidenti, altri di nascita prematura e sfortunata, altri che erano riusciti a vincere gare e quasi erano arrivati alle olimpiadi?.non credeva alle sue orecchie.
Come potevano delle persone tanto sfortunate avere pi? fortuna di lei?
riuscire ad affrontare la vita ogni giorno in maniera cos? nuova, cos? bella, cos? gioiosa, mentre lei ogni mattina si guardava allo specchio e stava sempre l?, quel solito demone, che la fissava chiedendole di dimagrire sempre di pi?!No, non poteva, non l'accettava.
Doveva far pur qualcosa, qualcosa per rendersi utile, per essere come loro.
Doveva parlarne con qualcuno.La serata era allegra, come l'altra appena passata, ma matur? in lei qualcosa di nuovo, di bello, che le dava la forza di affrontare un altro giorno,ma in maniera diversa stavolta.
Prese Graziano in disparte e gli disse il suo problema, gli parl? di quel maledetto demone, che voleva sconfiggere ma che non riusciva.
Si, lei voleva sconfiggerlo.
Ora ne era certa.Il problema quando questi demoni ti entrano in corpo ? che ti ci affezioni, vuoi che ci rimangano, aspettando il giorno che si impossessano talmente di te da fare esclusivamente ci? che loro vogliono:distruggerti.Il problema quando questi demoni ti attaccano ? che nonostante tu in realt? diventi magra ogni giorno di pi?, ti senti sempre grossa, obesa.. sei grossa dentro.

No, lei voleva vivere.

Basta diete, basta sentirsi brutte, sentirsi come questa falsa societ? ci impone, sentirsi grosse, senza futuro, senza amore, senza vita, dove regnano le figuranti con i loro sciocchi ammiccamenti,dove regnano le tendenze all'autodistruzione, dove la vita ci offre ogni giorno scene di ragazze che per farsi belle sono pronte a una vita che non sar? mai vita.
Si, doveva vivere.
Torn? a casa e il giorno dopo in assenza dei suoi per prima cosa ruppe quello specchio.
Poi, segu? il consiglio di Graziano, ne parl? con i suoi.
Da prima sua madre pianse, e tanto, poi, le disse tante brutte cose, poi, reag?:portandola da un bravo terapista.

Da quel giorno, Cristina divent? sempre pi? amica di Graziano, quasi come una sorella.

Da quel giorno Cristina si rese conto che doveva accettarsi come mai si era accettata.

E guardandosi allo specchio dopo aver mangiato non si misurava pi? la pancetta, ma sorridendo diceva:”ti ho sconfitto, finalmente!”