Referendum, CEI e l’altra chiesa

12 Maggio 2005 Off Di Life

Sulle barricate c?? poco spazio per la riflessione. Da sempre.
Da quando la Corte costituzionale ha ammesso i quattro quesiti referendari sulla legge che regola la procreazione, dobbiamo annotare un clima ogni giorno meno sereno e rispettoso ? da barricata, appunto ?, che distrae e punta sull?emozione piuttosto che sulla ragione. Se l?oggetto formale del referendum ? la legge 40 ? e, pi? esattamente, quattro sue parti qualificanti: i diritti del concepito, il divieto della fecondazione eterologa, i limiti della scienza e i rischi per la salute delle donne ? ? chiaro che abbiamo a che fare con problemi che chiamano in causa visioni diverse e opposte della vita e del mondo. Non potrebbe allora diventare questa l?occasione per aprire un dibattito serio, superando gli slogan e le contrapposizioni di comodo, su questioni tanto complesse che interpellano le coscienze? ? il momento di chiederci che cosa caratterizza il messaggio cristiano circa la generazione, la trasmissione della vita: dalla libert? di ricerca ai suoi limiti, dalla dignit? e la salute della donna alla tutela dell?embrione. Insomma, i referendum sulla procreazione dovrebbero diventare ?un?opportunit? di approfondimento, di dialogo e di formazione?.
Se lo augura ? e noi con lui ? il direttore del settimanale diocesano Vita Trentina,  don Ivan Maffeis, che, scrive, non vorrebbe limitarsi a incrociare ?le dita in attesa che i referendum non raggiungano il quorum del 50% pi? 1?. E suggerisce: proprio attraverso quest?opera di informazione e formazione ?passer? l?idea che, dietro una concezione che suona rigida, non c?? oscurantismo clericale, ma passione per la verit? e difesa della dignit? della persona, entrambe condotte con la forza della ragione. [pagebreak]
Allora, anche una societ? laica e pluralista potr? avere il coraggio di porsi un limite: a desideri pur legittimi del singolo, come alla stessa ricerca scientifica?.Non toccherebbe a noi credenti rilanciare, e da subito, per una scelta autentica di valori, non rifiutando ? lo ha detto il cardinale Mario Pompedda ? di partecipare ?alla vita democratica con lo strumento del voto?? Per questa ragione vogliamo fare un passo indietro e dare alla proposta cristiana lo spazio necessario per essere formulata e compresa. Uno stimolo che raccogliamo nel lascito spirituale e profetico di monsignor Aldo Del Monte, mentre ne registriamo con dolore la scomparsa. Alcuni anni addietro, nei giorni in cui la Chiesa italiana si  si preparava al grande Convegno di Palermo, monsignor Del Monte ci invitava a risalire alle fonti dell?annuncio cristiano, senza attardarci in inefficaci e talvolta controproducenti strategie, pi? difensive che creative.
Non possiamo, infatti, dimenticare da dove derivano, in quanto cristiani, le nostre convinzioni e il nostro sapere. Pi? volte ci siamo trovati, per fedelt? al Vangelo, in rotta di collisione con le leggi, non solo quelle di regimi autoritari ma anche quelle elaborate dalle democrazie. Lo ha ribadito di recente anche Giovanni Paolo II: non sempre la forza della maggioranza ? sinonimo di verit? e promozione umana. Ai cristiani non resta tanto il compito della testimonianza “barricadera”, ma il dovere di promuovere quell?auspicato confronto ?sereno e rispettoso?, non rinunciando a sostenere e a proclamare ? senza arroganze e timidezze, a un tempo ? ci? in cui credono.

fonte: www.orecchiocchio.com