RIFLESSIONI IN OCCASIONE DELLA FESTA DELLA DONNA

6 Marzo 2006 Off Di Life
Dalla prima protesta femminile organizzata l'8 marzo del 1857 a New York, alla costituzione del  loro primo sindacato due anni dopo, alla marcia di protesta, sempre a New York nel 1908 in occasione del quale venne adottato lo slogan “Bread and Roses”, pane e rose: il pane a simboleggiare la sicurezza economica, e le rose una miglior qualit? di vita; commemorando la morte di 140 operaie, (quasi tutte immigrate italiane ed ebree) a causa del rogo della loro fabbrica per la totale mancanza di misure di sicurezza: l?8 marzo le donne festeggiano un percorso storico ancora in corso, sostenuto negli anni dalla partecipazione intelligente, instancabile e generosa di moltissime donne che si sono battute per s? e per tutte.
Oggi con strategie di mainstreaming, ovvero programmi volti a promuovere le donne con interventi specifici attraverso l?inserimento della visione del pensiero femminile in ogni scelta politica, si vuole avviare un processo complesso, volto a smascherare e diminuire le differenze di impatto che politiche, a prima vista neutrali in termini di parit? tra i sessi, hanno per donne e uomini: dalla progettazione, all'attuazione, sino alla valutazione e alla revisione.
Ma la scarsa partecipazione delle donne nella vita politica, anche nei nostri comuni, segnala uno scollamento dalla societ? civile dove le donne invece hanno assunto un ruolo sempre pi? rilevante; donne che hanno la capacit? di interpretare le necessit? della comunit? di riferimento e, nei limiti imposti dalle risorse disponibili e dai vincoli legislativi, di soddisfarne le esigenze.
La sfiducia e la disillusione, scaturiscono dallo “scontro” contro un muro di gomma, ci? alimenta elaborazioni politiche alternative. Ci riferiamo alle donne operanti direttamente ed indirettamente nei partiti, nelle associazioni educative e di volontariato che possono diventare degli importanti punti di riferimento per l?amministrazione locale ed occuparsi attivamente del cittadino.
Permane una ineguaglianza nelle istanze e negli organismi decisionali in campo politico, economico e sociale, legata all?assenza di un mondo, quello femminile o una democrazia monca fatta dagli uomini che vogliono le donne solo come testimoni e non protagoniste.
Una caratteristica intrinseca della nostra classe politica ? quella di rappresentarsi e riprodursi da se stessa, apparendo in questo autoreferenziale perch? priva di quel rapporto vitale e dialettico con la societ? civile di cui essa ? soggetto esponenziale.
Sono dunque necessarie misure adeguate di politiche sociali che inducano trasformazioni culturali in grado di concretizzare azioni positive di pari opportunit? e uscire dalla tradizionale divisione dei ruoli.
E? evidente che in una societ? ancora dominata dalla mentalit? maschilista e dalla convinzione anche femminile che la politica sia di genere maschile, in assenza di un adeguato sostegno da parte dei partiti, spetta alle donne esprimere maggiore impegno e una maggiore solidariet?, avere pi? coraggio nell?esporsi alla vita pubblica esigendo visibilit?, ma tocca ai partiti attivare la comunicazione tra chi sta dentro e chi ? fuori dalla cittadella politica.
Ci auguriamo che, in occasione delle Elezioni Politiche 2006, le candidature espresse dalla societ? civile, non facciano quadrato attorno alle indicazionI che arrivano dalle segreterie ?maschili? dei loro partiti, ma sappiano dare fiducia alle donne che accetteranno la sfida difficile di una competizione elettorale impegnativa e onerosa, arginando la sensazione di essere usate come riempilista.
Le Pari Opportunit? sono un fattore indispensabile all?arricchimento del panorama politico e istituzionale locale, nazionale ed europeo.