Riflessioni Slow

7 Dicembre 2005 Off Di Life

Tratto dal nostro dizionario (Slow Food Editore) alla vocefame?
c?? un?altra fame, che ? quella che noi vogliamo trattare: appartenuta all?Occidente fino a non pi? di cinquant?anni fa, ma che non si far? fatica a scovare, ancora oggi, bazzicando le periferie di metropoli cresciute a dismisura, sacrificando al cemento un bel po? di umanit?.
Il problema della memoria e del rispetto del nostro passato rimane il pi? lampante.Passata la paura della fame, l?Occidente l?ha seppellita in fretta sotto tonnellate di cibo a buon prezzo.
Che fa ingrassare per alimentare il business delle diete, dei medicinali, della chirurgia estetica, persino degli psicologi??c?? una superficialit? nell?avvicinarsi al cibo nell?epoca contemporanea, che non rende giustizia a decenni nemmeno troppo lontani: nella caduta in disgrazia della cucina degli avanzi (es. il pane raffermo per fare le zuppe), sostituita dalle buste di minestre pre-confezionate; nell?ostentazione del lusso alle cene di rappresentanza; nelle offerte ?tre per due? che invogliano ad acquistare pi? di ci? che serve, per poi buttarlo; nelle ricostruzioni che si fanno in televisione delle mense di un tempo, dove il traboccare delle vivande accostate, oltre a distorcere la realt? storica, offende quanti, ancora in vita, ricordano quei tavoli vuoti.Infine c?? una fame di tutti i giorni, nei Paesi dove non mancano le provviste: quella legittima, prima del pasto convenzionale, e quella un po? pi? indotta, quando scatta ?quel certo languorino? che le pubblicit? ci hanno svezzato ad accudire, coccolare e soddisfare a suon di snack dolci e salati, ipercalorici e unti.
La fame di schifezze ? una delle pi? grandi invenzioni dell?industria alimentare e al tempo stesso, la pi? paradossale della storia: mangiando non passa, si alimenta.