Un geografo arabo del XII secolo sulle sponde del fiume Lenne
11 Maggio 2005? dal wậdi s.knah (fiume Sinno), che offre sicuro ancoraggio, al wậdi ?brật.nah (fiume Bradano) ventiquattro miglia. Presso questo fiume e sui monti vicini [cresce] in abbondanza il pino, che quivi vien tagliato e lanciato nella corrente, per la quale arriva fino allo sbocco in mare. L? vien raccolto e trasportato nei diversi paesi. Se ne ricava pure molta pece e catrame, di cui si fanno carichi per tutte le parti.
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Dal Bradano al wậdi lật.n.s (leg. Latus, fiume Lato) quindici miglia.
Da questo al wậdi l.mnah (fiume Lenne) tre miglia
Indi ad ?al nahar ?al mu?wagg (?fiume tortuoso?, fiume Tara) sei miglia*
Di l? al wậdi matahin li ?ahli tar.nt (?fiume dei molini dei Tarentini?) tre miglia**
Da questo a Tậr.nt (Taranto) sei miglia
Taranto ? citt? grande, di antica costruzione e di origine remotissima, con belli edifici e palazzi suntuosi.
Tratto da L'Italia descritta nel “Libro di Re Ruggero” compilato da Edrisi, a cura di M. Amari e C. Schiaparelli, Roma, Salvucci, 1883, pp.74-75
* a mio avviso si tratta del fiume Patemisco che sfocia nello Jonio a circa 6 miglia dalla foce del Lenne. Anticamente la foce del Patemisco terminava con una profonda ansa, proprio in corrispondenza della foce.
** il fiume dei molini dei Tarentini potrebbe, invece, essere proprio il Tara, a tre miglia dalla Citt? di Taranto, che doveva essere circoscritta all'attuale citta vecchia, quindi poche miglia dall'attuale molo polisettoriale, che insiste sull'area dell'antica foce.