Va ora in onda lo show del dolore

26 Settembre 2006 Off Di Life

Che senso ha, gettare il proprio corpo, in pasto alle dispute dottrinali che vedono contrapporsi da sempre, la cultura della comunit? cristiana e quella di un certo mondo politico. Da una parte, la difesa della sacralit? della vita che, nell?eutanasia, vede il decadimento dello spirito umano, dall?altro, la rivendicazione del diritto individuale di una persona di decidere il proprio destino, anche nell?atto pi? estremo. Proviamo per un attimo a riflettere  sull?eutanasia, affidandoci solo alla nostra coscienza e isolando il nostro pensiero dalla nostra educazione ideologica.

A ragionarci bene, la coscienza ? vita! Per lo stesso motivo per il quale, farei di tutto per salvare la vita di un uomo in procinto di suicidarsi lanciandosi nel vuoto da un palazzo di quattro piani, allo stesso modo, farei lo stesso, per dissuadere Welby o chiunque altro a rinunciare alla volont? di morire. L?idea che una persona muoia consapevolmente e che gli altri stiano a guardare, ? una scena raccapricciante solo a immaginarla. ? per questo, forse, che non percepisco il falso progressismo di Paesi come l?Olanda dove, normativa recente, i genitori possono decidere per l?eutanasia del figlio disabile che non abbia compiuto ancora i 16anni( se non erro) o per Paesi come il Belgio dove, un pratico Kit per la dolce morte, viene venduto in farmacia.

La mia coscienza mi dice che, la mia vita, appartiene anche alle persone che mi sono intorno. La mia storia privata, ? fatta di ricorrenze e di momenti intimi, che sarebbe semplicistico considerare esclusivo patrimonio personale. Persone come  i genitori – gli amici -la mia ragazza fanno parte della mia vita cos? come, allo stesso modo, io faccio parte della loro. Per rispetto delle persone che mi vogliono bene ed a cui voglio bene, se dovesse capitarmi un accidente, sceglier? di non morire.

Rispettosamente, barracuda