Vittorio Festa presenta la sua prima fatica letteraria
11 Luglio 2006Di notevole valore anche la sezione dedicata alla fonetica, in cui ha privilegiato il criterio della massima fedelt? nella riproduzione scritta dei suoni. Si tratta di un lavoro corale, in cui l?autore si ? avvalso, oltre che della sua passione per lo studio del vernacolo, in modo particolare del palagianese, anche del contributo dello staff del portale www.palagiano.net, dove cura una rubrica sullo stesso tema, e di varie e qualificate ?fonti?, di cui ne fa un lungo elenco.
?Un giorno, scrive nella Premessa, mi sono tuffato nel mare del tempo, e da esso ho cercato di riprendermi le parole, i suoni, le sensazioni e i tesori della mia infanzia che non potevo aver dimenticato?.
E navigando da perfetto nocchiere in questo mare, scavando nei meandri pi? nascosti della sua coscienza e negli anfratti scavati dai ricordi del passato, ha incastonato questa mirabile raccolta nel grande scrigno in cui sono deposti lavori di altri autori locali, che si sono cimentati nella difficile opera di strappare la ragnatela del tempo che avvolge la nostra storia.
Tantissima la gente alla presentazione del libro, avvenuta nella Casa delle Culture, dove hanno relazionato il Sindaco di Palagiano dott. Rocco Ressa, il prof. Franco Schiavone, il dott. Antonio Dellisanti, e il prof. Biagio Lor?, che del libro ne ha curato una preziosa prefazione.
Senza far torto a nessuno, di quest?ultimo ? stato l?intervento pi? atteso oltre, naturalmente, a quello dell?autore.
Un vero caleidoscopio di storia locale, intervallato da ricordi personali e da richiami sul valore didattico e storico del dialetto, il suo discorso. ?Aver letto sul manifesto che ci sarebbe stata una mia relazione, ha precisato, ? stato per me motivo di inquietudine, perch? non voglio fare una relazione, ma colloquiare con i miei compaesani, avendo a riferimento il lavoro di Vittorio. Il dialetto ha suoni fonetici che rimangono nella nostra memoria, ma il dialetto non si limita solo a questo, perch? determina anche la struttura del nostro pensare. Ricordare il passato deve comportare un suo riconoscimento, non un suo idoleggiamento, perch? non tutto del passato era bello?.
?Se merito vorrete darmi, ha detto infine un Vittorio Festa visibilmente commosso, che a stento ha trattenuto le lacrime, ? soltanto aver raccolto e custodito queste cose?.
Non condivido, e con me sono sicuro tutti coloro che leggeranno il suo libro, gli angusti confini dei meriti che l?autore si ? attribuito, perch? la sua opera travalica il presente e scolpisce un?erma con il volto dei nostri anziani che, come ha detto il dott. Ressa, ci indicano da dove veniamo e dove dobbiamo andare.
Passato e presente, partenza ed arrivo, oblio e mirabile riscoperta del passato: questo e altro ancora ? il libro di Vittorio Festa.
Giuseppe Favale