Taranto del dissesto finanziario

19 Ottobre 2006 Off Di Life

Taranto, citt? capoluogo, citt? dei due mari, citt? del porto, citt? dalle meravigliose testimonianze elleniche, che ci racconta, questa volta, tragiche storie di ordinarie corruzioni diventate “sistema”. Un sistema complesso, di intrecci inestricabili, di scambi, di appalti irregolari, incarichi esterni, stipendi d?oro, falsi in bilancio, spese senza copertura finanziaria; un sistema “giocato” interamente sulla testa dei cittadini e dei lavoratori.

Un gioco che si ? svolto su due tavoli differenti e anche molto distanti tra loro.?uno( riservato) per addetti ai lavori, faccendieri, amici degli amici, e uno (specchietto per le allodole), per i cittadini comuni convinti di essere dentro alla pi? strabiliante ripresa economica della citt? capoluogo, che passava attraverso i lavori di URBAN 2 e l?immagine agile e decisionista che la Sindaca Di Bello sapeva abilmente dare di se.

Dissesto finanziario.. brusca fine della partita e?.. si salvi chi pu?!

Intanto si contano morti e feriti?si teme il peggio per i cittadini che dovranno pagare pi? tasse (ICI e TARSU) e che si vedranno tagliare i servizi di competenza comunale (asili,mense, trasporti) ma anche una stretta per l?economia e per il commercio e un grosso punto interrogativo per i lavoratori dipendenti iscritti sul libro paga del comune.

Il Comune ? fallito, titolano i giornali; in realt? ? fallita una cultura politica che ha fatto della illegalit? il suo pilastro,una politica che non ha inventato niente, che ha riproposto conosciuti modelli di assalto alla diligenza istituzionale , e che ha prodotto incalcolabili danni alla collettivit? e alla crescita sana del tessuto sociale ed economico.

Una cultura della politica come affare, che prescinde volentieri dai bisogni del territorio e dalla sua vocazione naturale che per Taranto sono il mare, il porto, la mitilicoltura ,il turismo, il commercio, la cultura, la tradizione, l?Universit?, l?arte

Rimane tanta rabbia?che va ad aggiungersi a quella per le troppe morti bianche dell?Ilva, per i troppi infortunati, frutto di una politica padronale fatta di tagli al costo del lavoro (in questo caso sicurezza) e cinismo politico(mai si sarebbe dovuta accettare una compensazione dei danni alla citt? da parte di Riva come mai si sarebbe dovuta ritirare la costituzione di parte civile di Comune e Provincia), per le polveri dei parchi minerari che il rione Tamburi conosce molto bene; tanta rabbia che si aggiunge a quella per il rischio nucleare nel porto e per quello nuovo che si profilerebbe con la costruzione del rigassificatore il cui sito, tra l?altro, ? stato” inaugurato” con la”scoperta” di migliaia di metri cubi di pericolosi fanghi da dragaggio portuale che sarebbero dovuti essere stati smaltiti in discarica.

Il comune ? fallito?.bisogna prenderne atto?ora sta alla parte sana di Taranto raddrizzare la schiena con uno scatto d?orgoglio e di coraggio e liberasi per sempre di vecchi e nuovi padroni ?

Angela SURICO