la smetta di farsi del male, consigliera Mellone

12 Settembre 2010 0 Di Life

Prometto di intervenire per l’ultima volta sulla questione cultura, in quanto sono il primo a rendermi conto che la comunità di Palagiano.net dovrebbe averne ormai piene le scatole.
Purtroppo, alcune gravissime (oltre che grevi) considerazioni contenute nell’ennesimo articolo pubblicato dalla delegata alla cultura mi costringono a ritornare sul tema. La differenza tra questa e le altre volte consiste nel fatto che chiedo le dimissioni della consigliera Mellone.

Prima di passare a motivare la richiesta di dimissioni, mi piace far notare alcune delle incongruenze logiche nelle quali torna ad incappare la consigliera. Infatti, la consigliera Mellone, continua ad insistere con le citazioni, ma dimentica sistematicamente di dare prova di aver realmente compreso ciò che dice di conoscere.

Questa volta attacca con Cicerone e s’imbatte in una scoperta: la cultura, contrariamente a quanto da lei già sostenuto, non consisterebbe in una questioni di reti strappate e da ricucire ma riguarderebbe l’arte della coltivazione.

Devo ammettere che non ho mai amato particolarmente Cicerone, uno che – al pari della consigliera – non si è mai distinto per originalità di pensiero, ma non ho motivo di negare che la definizione che Cicerone dà della cultura somiglia parecchio a quella contenuta in questa frase:

“Vi è un elemento comune a tutte queste esperienze che sarebbe grave non sottolineare o lasciarsi sfuggire: nessuna di esse si pone come intento primario quello “pedagogico”, alla base di tutte vi è la voglia di impegnarsi a lungo e con passione nell’arte di coltivare un interesse. Nessuna volontà di “educare il popolo”, solo la voglia di fare qualcosa che ci dona piacere quando la facciamo e che ne provoca altrettanto in chi è spettatore.”

Non sarebbe bene consigliera, prima di mettersi spensieratamente a trinciare giudizi, leggere attentamente quel che scrive uno “pseudointellettuale”? Così facendo, ne ricaverebbe almeno due utili: eviterebbe di perdere tempo sui bignami e si risparmierebbe qualche figuraccia.

Faccio notare, inoltre, che risponde sicuramente al vero questa affermazione della Mellone:

“Se cultura in senso lato è qualsiasi produzione dello spirito umano, della civiltà, dall’arte alla musica alla poesia a manifestazioni popolari, qualsiasi atto o iniziativa, dai Servizi Sociali all’Urbanistica allo Sport all’Agricoltura, ricade nel significato di cultura.”

Ma si sente capace la Mellone di indicarci il sillogismo sulla base del quale dovremmo inferire che tutto “questo è legato” al suo nome?

Meglio lasciar perdere, vero? Ma si, lasciamo perdere.

Purtroppo non possiamo fare altrettanto riguardo a un altro paio di cose contenute nell’articolo della Mellone.

La prima riguarda me e lei, mi riferisco all’episodio avvenuto in biblioteca e che cita alla fine del suo articolo.

Probabilmente perché ho una memoria migliore della Mellone, non voglio infatti minimamente insinuare che la versione da lei fornita sia in qualche modo interessata, ricordo perfettamente quanto accadde quel giorno.

Intanto, consigliera Mellone, io e lei non intrattenevamo alcuna conversazione. Quel giorno nell’Aula consigliare doveva tenersi una di quelle periodiche presentazioni di libri che lei ama offrire ai palagianesi; fu lei a chiedermi, con cortesia se non sbaglio, di stamparle dei fogli con sopra i nomi dei relatori presenzianti. Ricorderà senz’altro, adesso, che nel momento in cui il ragazzino venne a chiedermi della ricerca la stampante era occupata per soddisfare la sua richiesta e che allo stesso ragazzino chiesi soltanto di portare pazienza per qualche minuto.

Tra l’altro il ragazzino, come lei ben sa, aveva occupato una postazione pc per il tempo consentito, ma si era poi dimenticato di fare la ricerca per cui l’aveva richiesta. Fu la sua maleducata insistenza a farmi dire che, a quel punto, o aspettava per qualche minuto oppure poteva tranquillamente rassegnarsi a fare a meno della ricerca. Alla madre del ragazzino sopraggiunta da poco feci notare che, prima di lanciarsi in giudizi affrettati – si lamentava infatti dell’attesa e voleva attribuirla a me – sarebbe bene conoscere l’interezza dei fatti che si vogliono giudicare. Mi dispiace dirlo, in quanto si tratta della sorella di un mio carissimo amico, ma la signora in questione si rivelò essere maleducata almeno quanto il ragazzino. Non fui il solo a pensare ciò, in quanto, come certamente ricorderà, fu proprio lei consigliera a pronunciare le seguenti parole: “L’opposizione, che tanto si lamenta del servizio biblioteca, dovrebbe assistere a questi episodi per poter apprezzare il lavoro che qui si svolge.” Intende forse negarle?

Lei, consigliera Mellone, vorrà forse negare la veridicità dell’episodio testé da me descritto, ma l’imprudenza di cui cade preda ogni volta che ha un riversamento di bile non potrà mai consentirle di negare quest’altra sua affermazione:

“…voglio poi spendere qualche parola sul gesto che Mauro nel suo articolo denuncia.
Vedi, Mauro, anch’io, se realmente è successo non l’ho condiviso, ma ritengo che qualcuno anziché accendere immediatamente i microfoni su quanto successo – perché comunque anche divulgarlo fa male alla comunità- bene avrebbe fatto a prenderlo come motivo per interrogarsi insieme ad altri ed approfondire una riflessione sulle prossime scelte da farsi.”

Giusto per tornare sulla logica, cosa significa quel “se realmente è successo”?
Il presidente dell’Arci le dimissioni le ha rassegante oppure no? E se si, per quale motivo le avrebbe rassegnate?

Conoscendola, non mi meraviglio dell’uso approssimativo al quale sottopone la logica, ma rimango francamente esterrefatto di fronte all’atteggiamento omertoso di cui si fa promotrice affermando:

“ritengo che qualcuno anziché accendere immediatamente i microfoni su quanto successo – perché comunque anche divulgarlo fa male alla comunità- bene avrebbe fatto a prenderlo come motivo per interrogarsi insieme ad altri ed approfondire una riflessione sulle prossime scelte da farsi.”

Va bene che, stando a quel che lei sostiene, tutto è cultura, ma non le sembra di esagerare tentando di includervi pure l’omertà?

Se così sembra anche a lei, non trova che le sue dimissioni sarebbero il minimo che dovrebbe offrire per metterci una pezza, sia pure pietosa?
Oppure intende regolarsi come il presidente del Consiglio quando afferma che gli sceneggiatori della Piovra e Saviano, nonché tutti gli altri autori che scrivono di mafia, farebbero il male dell’Italia?

Mimmo Forleo