All?ILVA di Taranto come a Nassiriya.
29 Aprile 2006Mancava un quarto alle ore 14 di ieri 28 aprile quando, al reparto GRF (Gruppo Recupero Ferroso), si ? sfiorata la catastrofe.
Nella Discarica paiole (scorie fuse provenienti dai forni) dove arrivano le drenate delle Acciaierie 1 e 2, sostanze liquide alla temperatura di 1000 ?C che vengono versate per terra, alle ore 13.45 una violenta esplosione, mai vista e sentita prima di allora (riferiscono cos? i testimoni dell?evento), ha investito l?operaio D?Angeli Pasquale, il quale, distante circa 30 metri, conduceva il proprio mezzo di lavoro (un Martellone E68).
Il lunotto anteriore ? finito in frantumi e gli ha procurato preoccupanti ferite al viso (naso e fronte), al collo ed a due dita della mano sinistra.
Pi? distante dall?operaio leso vi era, a circa 60 metri, un altro mezzo (un Perlini AD 217) i cui vetri sono esplosi anch?essi.
Fortunatamente a bordo non vi era nessuno.
Ancora pi? in l? c?era un secondo operaio che si ? visto passare a “fior di pelle” pezzi di scoria incandescente ma, fortunatamente ancora, non ? stato investito da alcun pericolo serio.
Gli resta lo shock subito, per sedare il quale i soccorritori pare abbiano dovuto ricorrere ai calmanti.
La dinamica dell? incidente ? apparsa subito chiara agli occhi di quanti sono prontamente accorsi sul luogo dell? assordante boato.
Il liquido di scoria fusa, come di routine, ? stato versato per terra e durante la manovra si dovrebbe evitare di favorirne il contatto con l?acqua, altrimenti l?esplosione ? garantita.
Purtroppo per?, per terra (a detta di quanti erano sul posto) in tutti i punti di scarico c?era dell?acqua ed ? dunque avvenuto l?inevitabile.
Alle ore 14.50 circa ? giunto sul posto anche un ispettore del lavoro che, compiuti i dovuti rilievi ed interrogati i presenti, ha constato che in tutta la discarica, sui bordi, c?? sempre presenza di acqua, giacch? essa non ha modo di defluire correttamente.
Per altro si ? rilevata anche la presenza di cavi di corrente ad alta tensione non corazzati e, dunque, non a norma di come prescritto per luoghi del genere di quello in esame.
A tanto si aggiunga pure che gli operai sono costretti a lavorare tra le polveri, l?acqua ed il fango.
Per non parlare poi del fatto che il reparto, con tanto di refettorio e servizi igienici, dista oltre 500 mt. dalla postazione di lavoro di quanti sono addetti alle mansioni in discarica, e ci? vuol dire obbligare gli operai a lavorare nel sudiciume e costringerli a fare i propri bisogni a cielo aperto, nonostante i solleciti gi? mossi pi? volte per risolvere il disagio.
Fango, sudiciume, polvere, violente esplosioni, vetri in frantumi, morti, feriti e sangue: sembra o no di essere a Nassiriya?
A cura di Antonello De Blasi.
Fonte: P.V. R.S.U. Uilm, reparto GRF.