Appunti per un consiglio comunale monotematico (sulla spazzatura)

Appunti per un consiglio comunale monotematico (sulla spazzatura)

26 Settembre 2012 1 Di Life

I pianificatori comunisti, bisogna riconoscerlo, godevano di un grosso vantaggio rispetto ai pianificatori nostrani. Nel caso in cui le quote prestabilite di produzione, allo scadere di un piano quinquennale, fossero risultate disattese, per l’opinione pubblica provare anche solo a capirne il perché equivaleva al suicidarsi. Nessun parere era consentito a chi non facesse parte della ristretta élite al potere, esprimerlo sarebbe immancabilmente equivalso al chiedere che si aprissero, per sé e per i propri famigliari, le porte del GULAg.

La colpa dei mancati risultati non era mai, e non poteva esserlo, degli “illuminati” al potere; ammettere di aver sbagliato le previsioni avrebbe comportato anche l’ammissione di non essere infallibili. Quanto sarebbe durato un sistema di potere costruito appunto sulla presunzione dell’infallibilità della classe dirigente, se nella società si fosse insinuato il dubbio della sua fallibilità?

Di norma, per superare il fastidioso problema derivante dal non aver centrato la previsione posta come obiettivo, si sceglieva a caso un agnello e lo si sacrificava sull’altare della presunta infallibilità dei burocrati. Poteva ben trattarsi di un complotto ordito dalle immanenti forze del capitalismo sempre in agguato o, quando tale tema risultava abusato, della scarsa coscienza politica delle masse (leggasi “lavoratori”) non ancora perfezionatesi sulla via che doveva condurre al trionfo del socialismo.

Si dirà: cose andate, cose appartenenti ad un mondo non più esistente. Sarà, ma a Palagiano quel mondo sembra essere ancora vivo e vegeto.

Si prenda, per esempio, la lettera con la quale il Comune “diffida” la Teknoservice e nella quale si muovono rilievi ai suoi “scortesi” operai. La si legga avendo ben presente tutto il dibattito e tutte le polemiche che l’hanno preceduta e poi, solo poi, provate a dimostrare che non avrei ragione nel sostenere quanto ho appena sostenuto e sto per articolare meglio.

Partiamo dall’obiettivo che la nuova gara sulla monnezza si prefiggeva. Stando alle parole del vecchio sindaco, nonostante l’aumento dei costi del nuovo servizio, la consistente riduzione di indifferenziato derivante dall’introduzione del porta-a-porta avrebbe fatto conseguire nel tempo dei risparmi. Ricorderete pure che, sempre a detta dell’ex sindaco, l’UTC aveva prodotto delle simulazioni illustranti al centesimo la quantità di risparmio così ottenibile.

Sorvoliamo sul fatto che quelle simulazioni non sono mai state rese pubbliche e passiamo alle obiezioni che il sottoscritto e Giacomo Di Pietro mossero allora all’ex sindaco, beccandosi da questi come risposta unicamente un diploma d’ignoranza. Che conferito da lui, il quale notoriamente non è conosciuto come il re dei numeri, acquista quasi la parvenza di un complimento.

Fu facile dimostrare, mediante nostra simulazione rinvenibile su questo sito, che neppure con una differenziata al 100% i risparmi sarebbero stati significativi. Considerando inoltre che in quella nostra simulazione non si teneva conto del sicuro aumento dei costi che il conferimento dell’indifferenziata subisce al crescere della differenziata, si può ben dire che i risparmi non solo si sarebbero azzerati ma sarebbero addirittura cresciuti negativamente. Trasformandosi in nuovi costi aggiuntivi.

Lasciando comunque perdere, per il momento, il lato dei costi, risulta utile ricordare quanto l’ex sindaco garantiva a proposito di efficienza del servizio e di pulizia che esso avrebbe garantito. L’abbiamo verificato: gli “antiestetici” cassonetti sono spariti, è vero, ma al costo di un proliferare di bidoni e bidoncini, nonché di buste, che non vengono neanche più svuotati. Che fine ha fatto il decantato “know-how” di cui il l’ex sindaco si riempiva la bocca parlando dai microfoni di una radio locale?

La Ditta vincitrice della gara, è vero pure questo, nella sua offerta economica ha dato prova di saperne qualcosa di più dell’allora sindaco e del tecnico incaricato di redigere il bando a proposito di rifiuti, ma solamente per bocciare sonoramente l’ipotesi di sperimentazione in un solo quartiere, Bachelet. La Ditta ha confermato esattamente quanto da noi previsto: Bachelet non si presta affatto per la sperimentazione, atteso che possiede caratteristiche topografiche uniche rispetto al resto del paese. Ma ci voleva il know-how per scoprire una cosa tanto semplice?

La Ditta, a mio avviso, ha invece toppato clamorosamente confidando nella bontà dei calcoli prodotti dal tecnico redattore del bando e riguardanti il numero di operatori necessari per far funzionare il porta-a-porta. Solo a Palagiano, chissà perché, si è potuto immaginare che potesse bastare una quantità di operatori che è la metà circa di quella normalmente utilizzata in paesi simili al nostro, per estensione del territorio e numero di residenti.

Torno a ripeterlo, tutti i disagi di cui oggi paghiamo il fio erano abbondantemente prevedibili, bastava leggersi attentamente il bando di gara. Ma la farsa messa in piedi da Ressa e poi fatta continuare da un inconsapevole Tarasco (la cui inconsapevolezza non è affatto una scusante, semmai costituisce un’aggravante per chi, pur essendo a digiuno di tutto, prima disse “Ho deciso di esserci” e poi, quando tutta la sua insipienza stava già emergendo, aggiunse “Ti puoi fidare”), per potersi tenere, aveva appunto bisogno di cittadini e amministratori inconsapevoli. Nessuna sorpresa, allora, se il risultato delle ultime elezioni è stato quello che è stato: potevano forse dei cittadini inconsapevoli non premiare chi apertamente diceva di saperne quanto loro, cioè pressoché nulla?

Non volendo alimentare ulteriormente il fuoco della polemica, vado a concludere suggerendo quella che oggi appare come l’unica soluzione possibile. Si dichiari finalmente fallito “l’esperimento” e si passi in tutta fretta a una modalità di raccolta di tipo stradale. Anche la Ditta se ne dirà felice, non aspetta altro sin dal giorno in cui anch’essa… ha deciso di esserci. A Palagiano c’è spazio per tutti.

Mimmo Forleo

P.S. Avrei un’ultima cosa da dire a Tarasco. Dottore, è davvero inqualificabile e al limite del vergognoso, per chi dice di avere a cuore l’uomo, dimenticare che l’uomo, talvolta, può vestire i panni di un operaio.