Auguri da Don Vincenzo e.. dal Brasile.

6 Dicembre 2005 Off Di Life

Un canto che si ripete nelle nostre liturgie ?Seu nome ? Jesus Cristo?: dice che Ges? Lo incontriamo tanto spesso, incarnato con volti quotidiani che ci sfiorano: un affamato, un disgraziato che dorme sotto i ponti, un drogato? ?Entre nos est? e n?o o conhecesmos = sta tra noi e non lo conosciamo, sta tra noi e lo disprezziamo!? Preferiamo incontrare Ges? trasfigurato, cantato nelle nostre solenne Liturgie: non ci scomoda affatto, anzi ci entusiasma. Ci passa tanto vicino ??e non Lo riconosciamo!?.
Natale ci ricorda che Dio si ? incarnato, si sa dove trovarlo, ma, come i Dottori e Sacerdoti di Gerusalemme, preferiamo scrutarlo nelle Sacre Scritture.
Con me in questa Betlemme, tra le tante del mondo, ci siete anche voi e Lo adoriamo, abbracciandolo con tenerezza commovente.
Grazie! Continuiamo insieme a vivere questo Presepio.
Pe. Vicente

Non una, non due, non tre?.
?ma ? per la decima volta che ritorno in Brasile e sempre con la stessa gioia, lo stesso entusiasmo. Dieci anni fa, quando annunziavo la mia partenza per il Brasile, mi giustificavo: avendo raggiunto l?et? di 67 anni, mi premeva preparare i bagagli per il viaggio definitivo e, partendo dal Brasile, la porta del Paradiso me la sarei trovata spalancata.
Ricordavo cos? il passaggio attraverso le Alpi con la famiglia di Mirko che emigrava in Francia. Si volle la mia presenza per maggiore sicurezza morale.
Alla frontiera mentre per me fu sufficiente presentare la Carta d?identit? senza alcun problema, il fratello zingaro si affrett? a presentare tutto un malloppo di carte firmate e timbrate per dimostrare abbondantemente che era tutto in regola: identit?, carta di circolazione, permesso di soggiorno per lui e i numerosi fratelli. ?
Il Carabiniere subodor? che poi non tutto doveva essere in regola e ci fece accomodare in caserma: perquisizione minuziosa, verifica delle carte?
Accennai appena che la famiglia stava trasferendosi in Francia perch? pochi giorni prima il pap? era stato ucciso dal figlio maggiore in stato di ubriachezza, e che la mamma, qualche mese prima, era morta in un incidente stradale: il suolo italiano per loro non dava bene.
Non so se per compassione o per un motivo molto pi? concreto: meglio avere in Italia una famiglia zingara in meno! ? ci si lasci? passare.
Come poi and? la traversata delle Alpi a quota 2000 in pieno inverno con neve e ghiaccio abbondante, lo racconto nel mio libro zingaresco.
Intendevo dire col racconto che se in data, pi? o meno prossima, per l?eternit?, mi presentassi alle porte del Regno partendo dall?Italia, S. Pietro, osservando che arrivavo con un grosso malloppo di certificati (s. messe celebrate, rosari recitati, omelie pronunziate?!), dubitando su l?autenticit? del sigillo ?misericordia voglio e non sacrifici!?, mi lasciasse l? fuori in attesa di qualche poveraccio che intercedesse per me.
Al contrario, S. Pietro vedendomi giungere dal Nord-Est brasiliano, terra da sempre oppressa e sfruttata, scambiandomi per un indigeno, darebbe immediatamente ordine agli Angeli di spalancarmi la porta: ?sta arrivando un povero affaticato dalla terra bruciata nordestina: preparate la festa!!.
Certo ? che stando in questa terra mi sento pi? al sicuro dal: ?guai a voi ricchi, perch? avete gi? la vostra consolazione! (Lc 6,24). Non trovandomi nella schiera dei Beati (Lc 6,20), cerco di mettermi dalla parte dei Benedetti dal Padre mio (Mt 25,34). Don Tonino Bello amava affermare che in Paradiso si va o perch? Beati o perch? Benedetti: non c?? altra possibilit?.
Arrivando l?altro ieri nell?isola degli Indios rivivevo quanto gi? tra gli Zingari: accolto e amato come uno di loro, immerso tra loro, sentivo su di me lo sguardo di predilezione del Padre.
Capisco che non a tutti ? dato venire in Brasile o uscir fuori dalla propria terra, sarebbe anzi errato: permettetemi, per?, di sentirmi fortunato, privilegiato pi? che eroe.
Attraversando le terre aride do Serr?o, con siccit? permanente, si incrocia non di rado qualche antico carro ancora trainato dai buoi con ruote totalmente di tavola; ritto in piedi sul carro un alto negro, secco e magrissimo come il lungo bastone appoggiato ai fianchi che serve ad orientare il cammino dei buoi.
Si sfiorano villaggi pi? o meno grossi: sempre qualche Cappella evidentemente chiusa; il sacerdote vi arriva molto raramente.
Manca abitualmente la presenza di un Pastore ma non del Pastore che alimenta le pecore deboli e cura quelle malate. La messe qui ? proprio molta, ma gli operai quasi niente!
Come non rendere grazie a Dio che ha suscitato in me l?attenzione verso questa terra, e sentirmi grato alla mia Chiesa che mi lascia errare tra questi fratelli!
Siamo gi? in Avvento, tempo di preparazione e attesa del Figlio che si fa bambino, si fa povero per indicarci il luogo dove incontrarLo con sicurezza.
Mi auguro e prego con voi che altri si lascino invadere e sospingere dallo Spirito: senti che non stai sbagliando.
Buon cammino verso questo Natale!
Don Vincenzo