Benedette clementine!
21 Dicembre 2010In un post su FaceBook è stata posta la seguente domanda: “…ma a Palagiano stanno facendo la sagra del Clementine?” e ne è nata una discussione che ha comportato altre domande: Si può definire tale una sagra che vede poco presente proprio il prodotto per cui nasce? È ancora utile tenerla a Palagiano, visto che l’obiettivo dovrebbe essere quello di far conoscere il clementine parecchio fuori le quattro mura del paese? È giusto abbinarla con i mercatini natalizi? Ecc. ecc.
Sono tutte domande alquanto legittime che pongono questioni di cui varrebbe la pena tornare a discutere, ma, per svariate ragioni, questa volta faccio anch’io lo “scaricabarile” e mi limito a girare le domande alla Pro Loco (organizzatrice dell’evento). Esattamente al modo di una nostra amministratrice.
Isolo quindi due sole questioni, intorno alle quali si è già data una certa discussione su questo sito, e lascio volontariamente da parte tutte le altre. Mi sono beccato già troppe volte il titolo di uccello del malaugurio. Si facessero avanti altri se sono interessati a discutere i nuovi temi.
Le due questioni sono: la possibile ricaduta positiva che si potrebbe avere a favore del clementine attraverso l’entrata in funzione del recente consorzio “agricolo-turistico”, quella del prezzo del prodotto.
Per quanto riguarda il consorzio, non dovrebbero esserci più dubbi: si tratta a tutti gli effetti di un consorzio turistico, eventualmente aperto a produttori agricoli che abbiano però voglia di trasformarsi in operatori turistici. Infatti, nonostante l’assessora Goffredo continui a sostenere che tale consorzio sarebbe “un percorso virtuoso di sviluppo del territorio e della sua economia, basato su strategie di condivisione, di forti sinergie, di intensa collaborazione, fra gli Enti locali e le forze produttive del territorio, a cominciare dal settore agricolo”, basta ascoltare l’intervista da lei concessa in occasione della presentazione della sagra per convincersi del fatto che anche per l’Amministrazione il consorzio è essenzialmente turistico e intende promuovere il territorio puntando sulla pubblicizzazione delle sue tipicità (tra le quali il clementine).
Si tratta di un idea dopotutto neppure malvagia, ma proprio per questo viene da chiedersi: Perché l’Amministrazione ha inteso spacciare il Consorzio come “consorzio agricolo”? E perché l’attuale assessore all’Agricoltura, al quale a detta di alcuni andrebbero attribuiti i maggiori meriti circa il consorzio, non si sente sfiorato neppure di striscio dall’argomento?
Gli eventuali vantaggi che la nostra agricoltura potrebbe ricavare dalle funzioni esercitate dal consorzio sono tutti “a ricaduta”. In pratica, come già spiegato, il consorzio si farà pubblicità vantando le bellezze e le tipicità dei nostri luoghi (tra cui le clementine) e il territorio, a sua volta, potrà ricavarne pubblicità indirettamente. Un’idea niente male della quale, una volta compreso come funziona, l’unico merito che si può attribuire all’assessore all’Agricoltura è quello di riconoscergli di essersi potuto esprimere in questi termini, quando ne è stato portato a conoscenza: “Bella idea, buon lavoro al Consorzio!”
Più interessante, a mio avviso, è la questione riguardante il prezzo che le clementine riescono a spuntare sui mercati. Dispiace dirlo, ma, a questo proposito, ancora una volta coloro che dimostrano di avere le idee più confuse sono proprio i produttori.
Intanto, continuano a invocare interventi politici a favore del prezzo; come se la politica avesse davvero il potere di intervenire in tal senso.
Poi, continuano a chiedere alla politica di pubblicizzare il prodotto in maniera adeguata e fuori dai confini pugliesi; ma, per le ragioni sopra spiegate, come fanno a non accorgersi che l’unica risposta buona (magari in maniera inconsapevole) degli ultimi anni la politica l’ha fornita proprio attraverso l’appoggio dato al consorzio turistico?
Mimmo Forleo