Comunicato Stampa. di Donato Piccoli, assessore all’agricoltura
27 Luglio 2009La crisi che il comparto agricolo sta attraversando è a tutti nota e comporta la necessità, or-mai improrogabile, di un impegno attivo delle istituzioni e degli stessi operatori del settore tramite una mobilitazione finalizzata ad ottenere dal Governo centrale e regionale provvedimenti diretti a consentire alle aziende agricole di fare fronte alla situazione di emergenza del momento.
La mobilitazione, decisa da parte degli agricoltori nell’incontro tenutosi a Policoro con il Coordi-namento dei Sindaci e degli Assessori all’agricoltura del Metapontino ed alla presenza del Sindaco di Taranto Stefano e del vice-Presidente della Provincia Fisicaro, necessariamente richiede la pre-senza delle Amministrazioni Comunali al fianco degli agricoltori soprattutto considerando che la crisi del comparto agricolo, in territori a scarsa innervatura industriale come i nostri, può facilmente determinare l’insorgenza di una vera e propria emergenza di carattere sociale.
In questo ultimo periodo vi è stata un’accelerazione delle procedure esecutive in danno degli opera-tori del settore agricolo e sono sempre più, purtroppo, i produttori costretti a trascorrere la maggior parte del loro tempo tra tribunali e studi legali, nel tentativo estremo di salvare le loro aziende, piut-tosto che nelle aziende stesse per la produzione.
Sono diverse le partite aperte, così come sono diverse le risposte che Governo centrale e regionale devono all’Agricoltura.
Indubbiamente, la questione principale riguarda l’ormai annoso, nonché per certi versi paradossale, problema dei debiti contributivi che il settore agricolo presenta nei confronti dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.
Non si tratta di difendere o favorire chi della compravendita delle giornate agricole ha fatto un vero e proprio business ma di andare incontro a tutti quei produttori onesti che, a causa delle ripetute crisi di mercato e di un sistema indubbiamente da riformare, non sono più stati nella condizione di fare fronte agli impegni previdenziali.
La recente operazione di ristrutturazione, infatti, che nelle intenzioni avrebbe dovuto mettere la pa-rola fine a tale vicenda, al contrario, ha determinato un accrescimento della confusione che domina la materia.
Il precedente Ministro delle Politiche Agricole on.le De Castro, infatti, non è riuscito nell’impresa di fornire al settore una soluzione adeguata che, contestualmente, tenesse conto delle esigenze degli Istituti Bancari impegnati nell’operazione e degli agricoltori che avrebbero dovuto parteciparvi.
Il risultato è stato quello di un accordo fortemente sbilanciato in favore delle banche con condizioni che gli agricoltori stessi non hanno esitato a definire propriamente vessatorie; in particolare, uno dei punti maggiormente contestati ha riguardato la previsione dell’obbligo di una fideiussione bancaria a garanzia delle obbligazioni con esclusione di ogni altra forma di garanzia che pure il nostro ordi-namento giuridico ammette.
A ciò, poi, si sono aggiunti i ritardi dell’INPS nella definizione dei monti debitorii per ciascun agri-coltore, con l’ulteriore difficoltà di addivenire ad una netta distinzione tra debiti contributivi che a-vrebbero dovuto essere ricompresi nella ristrutturazione e debiti che, poiché prescritti, invece a-vrebbero dovuto rimanerne esclusi.
Questione INPS a parte, vi è poi la necessità di dare al nostro Paese una vera e propria politica in materia di agricoltura, in grado di saper coniugare quelle che sono le peculiarità delle nostre produ-zioni agricole con le sfide poste dai processi di globalizzazione che, al contrario di quanto qualcuno potrebbe pensare, sono da considerare ormai irreversibili.
Occorre, inoltre, che l’Italia assuma un atteggiamento attivo e razionale in sede di Unione Europea opponendosi a provvedimenti il cui unico ed effettivo risultato è quello di determinare un sensibile incremento dei costi di produzione senza parallelamente determinare un incremento di reddito per chi nell’agricoltura ha trovato la propria collocazione lavorativa.
Le sfide che si pongono all’orizzonte sono indubbiamente complesse e gravose.
Gli Enti Locali non sono titolari di veri e propri poteri in materia di politica agricola, tuttavia deb-bono essere in grado di rendersi veri e propri interpreti delle esigenze manifestate dagli agricoltori, a volte traducendosi in vere e proprie e rappresentanze sindacali del terriotorio.
Per il 30 Luglio a Palagiano sono stati convocati i Sindaci e gli Assessori alle politiche agricole del versante occidentale per discutere il ruolo delle Amministrazioni Comunali in questa fase.
L’obiettivo è quello di istituire una rete di Municipalità, in grado di coinvolgere l’Ente Provincia di Taranto e tutti i Comuni in essa ricompresa, al fine di fornire alla mobilitazione la necessaria assi-stenza tecnica.