“Con il nastro rosa”. Il voto a Palagiano

22 Maggio 2012 24 Di Life

Probabilmente sarà vero, come dice Life, che a Palagiano “hanno vinto le donne”, ma vorrei tanto capire come mai le donne candidate sono poi risultate le più penalizzate dal voto; se non ricordo male la “nuova” assise comunale non potrà contarne nemmeno una. Forse la “rivoluzione rosa” c’è stata per davvero, ma ha comportato degli effetti imprevisti da Life e altri.

A mio avviso, le donne e gli uomini di Palagiano hanno confuso la competizione elettorale con un premio alla carriera (regolarmente aggiudicato a chi poteva mettere sul piatto la carriera “migliore”, Tarasco) e la confusione dev’essere stata particolarmente elevata proprio nel campo femminile. A ben guardare, infatti, l’analisi del voto è possibile farla anche stavolta, se si guardano i risultati conseguiti dalle liste, e dice chiaramente qualcosa di opposto rispetto al risultato ottenuto dal dottore; i vecchi amministratori sono stati sonoramente bocciati, mentre chi avrebbe dovuto vincere deve aspettare che si tengano le elezioni vere. Tra un anno, tra cinque? Difficile saperlo adesso, lo scopriremo solo vivendo

Adesso vediamo invece chi “vince” e chi “perde”; con una bella analisi del voto, appunto.

Se quanto da me sostenuto è vero, dovrebbero spuntare tracce significative nel voto conseguito dalle liste e nei risultati conseguiti dalle coalizioni; una messa insieme per eleggere un sindaco, una che ancora oggi non sa bene per fare cosa, un’altra solo per evitare un “cappotto”.

Consideriamo gli ultimi due turni elettorali, 2007 e 2012, e facciamo dei raffronti. Ho convenzionalmente attribuito alle tre coalizioni i nomi di “Centrosinistra” (Ressa – Tarasco), “Centrodestra” (Marra – Serra) e “Sinistra” (Cervellera – Cervellera). I nomi tra parentesi si riferiscono ai candidati sindaco del 2007, il primo, e del 2012, il secondo.

È nel frattempo scomparsa la coalizione che nel 2007 aveva per candidato Lippolis e raccolse il 4,36% dei voti validi. Quei voti possiamo considerarli, data la loro esiguità, come serbatoio dal quale avrebbero attinto le restanti tre coalizioni e rifornito il calo di voti validi verificatosi nel 2012, 186.

Tra una votazione e l’altra si sono dati pure spostamenti di forze più o meno significativi all’interno delle varie coalizioni: l’UDC è transitata dal Centrodestra al Centrosinistra, l’IDV dal Centrosinistra alla Sinistra. Vi è inoltre stato il caso del più suffragato nel 2007, G. Di Pietro, che è passato nel Centrodestra creando una propria lista. La quantità dei voti da questi ricevuti nel 2007, 337, ne fanno un caso paragonabile allo spostarsi di una forza politica vera e propria.

Il Centrosinistra

Al di là del fatto che il suo candidato, Tarasco, si sia aggiudicato il premio alla carriera, questa coalizione è l’unica di cui si possa dire che è perdente.

Già in termini di percentuali assolute il risultato è chiaro; basta confrontare il 57,08% conseguito nel 2007 col 51,11% del 2012. Se poi consideriamo che la perdita dell’IDV (3,47% nel 2007) è stata ampiamente compensata e superata dall’acquisto dell’UDC (12,55% nel 2012), il risultato diventa di quelli drammatici e arriva a superare i 15 punti percentuali di perdita secca (di contro ai circa 6 che risulterebbero da una lettura superficiale).

La “fotografia” del tracollo la si ottiene leggendo il dato del PD (12,55% nel 2012), che non è nemmeno pari alla metà della percentuale che DS e Margherita seppero ottenere nel 2007 (rispettivamente 17,27 e 9,00, che sommati fanno il 26,27).

Il Centrodestra

Se confrontiamo la percentuale del 2007 con quella del 2012, il guadagno ottenuto da questa coalizione sembra eguagliare precisamente la perdita apparentemente “contenuta” del Centrosinistra, 6 punti percentuali. Ma ho già detto che tale dato va considerato alla luce dello spostamento di campo dell’UDC e quindi, ripetendo il discorso già fatto prima, il guadagno reale in termini percentuali è pari quasi a 15 punti.

Senz’ombra di dubbio è questa la coalizione che avrebbe vinto le elezioni, se non fossero diventate un premio alla carriera.

Sinistra

Cervellera ha sostenuto, nel suo comizio di “ringraziamento”, di essere stato l’unico a guadagnare in termini di voto. È vero solo in parte.

Non è stato l’unico a guadagnare consensi. Il Centrodestra ne ha guadagnati in misura maggiore, i 4 o poco più punti totalizzati da Cervellera non possono neanche lontanamente essere paragonati ai quasi 15 di Serra: 3 gli vengono dall’IDV e solo 1 dal tracollo del Centrosinistra.

Di fatto, è come se Cervellera fosse rimasto fermo al palo.

Mimmo Forleo