Considerazione sulla “Agenda Grillo”

Considerazione sulla “Agenda Grillo”

28 Dicembre 2012 1 Di Life

Premettendo che quasi certamente non mi recherò a votare nel mese di Febbraio, dedico comunque una breve analisi ai sedici punti costituenti la cosiddetta “Agenda Grillo”.

1 – Legge anticorruzione

Detta così la cosa ci trova tutti d’accordo, chi mai si sognerebbe di dirsi contrario a un tale provvedimento? Il problema semmai consiste nel capire cosa deve intendersi per “legge anticorruzione”. Un significativo inasprimento delle pene, o piuttosto la rimozione delle occasioni che fanno spesso del politico un ladro? Al momento non è dato saperlo, forse le intenzioni si faranno più chiare mano a mano che avanzeremo nella lettura dell’Agenda.

2 – Reddito di cittadinanza

Siamo già in pieno discorso economico o, per essere più precisi, di fronte a una prima dimostrazione di quanto sia superficiale l’approccio col discorso economico caratterizzante il movimento di Grillo. Senza dimenticare che una proposta simile venne avanzata già nel 2008 da Veltroni, occorre dire che essa denuncia, nel caso di Grillo, una profonda incomprensione della crisi fiscale che attanaglia il Paese e, nel caso di Veltroni, un populismo buono soltanto per carpire voti a sinistra (quella parte della sinistra che è messa ancor peggio, quanto a maturità, del livello pressoché infantile cui sono ferme la sinistra, la destra e il centro generalmente intesi).

3 – Abolizione dei contributi pubblici ai partiti (retroattivi da queste elezioni)

Su questo punto ho poco o niente da obiettare, se non qualche dubbio riguardante la retroattività del provvedimento. Immagino già le battaglie legali che i partiti vorranno e sapranno ingaggiare a questo proposito.

4 – Abolizione immediata dei finanziamenti diretti e indiretti ai giornali

Anche qui non ho nulla da obiettare. Devo anzi riconoscere la lungimiranza esistente nell’escludere che detti finanziamenti possano avvenire anche in maniera indiretta. L’Italia è il paese che diede i natali a Enrico Mattei il quale, quando era presidente dell’ENI, inventò un metodo di finanziamento indiretto che poi fece scuola: l’acquisto di ampi spazi pubblicitari sui giornali (compresa “l’Unità”) fatto con soldi pubblici. C’è ancora qualcuno che si ricordi di come Berlusconi, ai tempi di Mani Pulite, risultò essere uno dei principali finanziatori dell’area “migliorista” dell’allora PCI (l’area, per intenderci, di Napolitano) proprio attraverso l’acquisto di spazi pubblicitari sulla sua rivista milanese?

5 – Introduzione del referendum propositivo e senza quorum

Qui invece siamo alla demenzialità assoluta e al trionfo dell’idea dello Stato visto come comitato d’affari non più al servizio delle sole maggioranze di cittadini ma perfino delle minoranze ben organizzate. In altre parole, se a un gruppo abbastanza numeroso di persone dovesse saltare in mente che è giusto impegnare una parte del gettito fiscale nell’acquisto di… caramelle alla menta, quelle rischierebbero di spuntarla e alla maggioranza toccherebbe finanziare il loro capriccio.

6 – Referendum sulla permanenza nell’euro

Il commento più sbrigativo possibile consisterebbe nel far notare che l’unico esito sicuro, nel caso di fuoriuscita dall’euro stanti le attuali condizioni economiche del Paese e permanendo lo stato di scarsa fiducia dei mercati circa la solvibilità del debito italiano, sarebbe una svalutazione di circa il 50% di ogni ricchezza presente in Italia. Davvero un bell’affare!, non c’è che dire. Poi, “forti” di una tale svalutazione “competitiva”, recupereremmo in fretta dal lato dell’export quanto non siamo stati in grado di guadagnare negli ultimi venti anni dal lato della competitività. Qualcuno avverta però i grillini che per il paese Italia un tale recupero sarebbe solo nominale (in poche parole, si limiterebbe all’apparire di un bel numero positivo alla voce “crescita del PIL”), mentre i guadagni veri andrebbero tutti nelle tasche di pochi esportatori. Finanziati, manco a dirlo, invece che dagli acquirenti esteri dalla moltitudine di italiani che non esportano una mazza.

7 – Obbligatorietà della discussione di ogni legge di iniziativa popolare in Parlamento con voto palese

Quando Grillo vorrà decidersi a usare un linguaggio meno criptico non sarà mai troppo tardi. Al momento mi limito a segnalare la necessità di modificare la Costituzione per rendere operativo questo provvedimento.

8 – Una sola rete televisiva pubblica, senza pubblicità, indipendente dai partiti

Vale lo stesso augurio espresso per il punto precedente, di maggiore chiarezza espressiva. Inoltre non si capisce proprio come sarebbe possibile rendere “indipendente dai partiti” l’unica rete pubblica televisiva sopravvissuta. Grillo ha mai sentito parlare di Fondazioni bancarie?, in teoria anch’esse sarebbero indipendenti dai partiti, ma nella pratica?

9 – Elezione diretta dei candidati alla Camera o al Senato

Sempre in teoria questo consentirebbe di slegare i candidati dai partiti, ma basta poco per aggirare il presunto l’ostacolo: è sufficiente che siano gli stessi partiti ad imporre i nomi dei candidati. Grillo vuole forse normare il funzionamento interno dei partiti? Anche qui sarebbe auspicabile maggiore chiarezza.

10 – Istituzione di un politometro per la verifica di arricchimenti illeciti da parte della classe politica negli ultimi vent’anni

Sognare non costa nulla.

11 – Massimo di due mandati elettivi

Diciamo che mi trova d’accordo.

12 – Legge sul conflitto di interesse

Quale conflitto d’interessi e in che modo risolverlo? La via più breve, e anche l’unica percorribile, sarebbe quella di escludere ogni interesse particolare confliggente col cosiddetto “bene comune”. Questo sancirebbe la fine dello Stato così come lo conosciamo. Auguri.

13 – Misure immediate per il rilancio della piccola e media impresa sul modello francese

Io suggerirei di vedere prima che fine farà l’economia francese dopo il presunto rilancio delle PMI.

14 – Ripristino dei fondi tagliati alla Sanità e alla Scuola pubblica con tagli alle Grandi Opere Inutili come la Tav

L’intenzione diciamo che è bella, purtroppo si scontra con la necessità di dover tagliare l’intera spesa pubblica. Magari si trattasse di un problema riguardante la sola riallocazione delle risorse in mano allo Stato.

15 – Informatizzazione e semplificazione dello Stato

Mi pare si tratti di un punto presente nelle agende di tutte le coalizioni, non ultima quella di Monti. Avrei però in tutti i casi tanta voglia di comprendere in cosa consiste.

16 – Accesso gratuito alla Rete per cittadinanza

Come no! Probabilmente destinando a questo scopo i soldi risparmiati prima con l’eliminazione delle Grandi Opere Inutili e poi sottraendoli anche al welfare. Sempre con lo stesso metodo si potrebbe giungere a garantire pane e divertimento gratis per tutti, e non escludo che si possa anche eliminare definitivamente il fastidioso obbligo di lavorare. Sulla carta tutto è possibile, è la realtà che si ritrova la testa dura. Ma fa niente.

Conclusione per i grillini delusi da questo mio post.

Anche dando un’occhiata alla “Agenda Monti”, quella (insieme all’altra presentata dal movimento di Oscar Giannino, “Fermare il Declino”) potenzialmente più seria tra le agende di cui siamo stati inondati, è facile imbattersi nello stesso vizio rappresentato da Grillo: la promessa di avere a portata di mano la soluzione di ogni problema, salvo poi dimenticarsi di annunciarla comprensiva dei dettagli; dettagli necessari per capire se davvero una proposta presentata sotto forma di soluzione è veramente tale o se, piuttosto, avendo trascurato buona parte degli “effetti collaterali” non sia in realtà peggiore del male che si vuol curare.

Mimmo Forleo