Cosa dice Ressa?
27 Gennaio 2011Ieri, sia La Gazzetta del Mezzogiorno che il Corriere del Giorno, davano conto di alcune dichiarazioni di Ressa a proposito del congresso provinciale del PD.
Le affermazioni rese con quelle dichiarazioni sono più che legittime, atteso che il congresso non lo si riesce a celebrare da quasi un anno, ma destano una qual certa sorpresa se confrontate con le opinioni recentemente espresse dalla segretaria del circolo di cui Ressa fa parte e da lui pienamente condivise.
Cosa dice Ressa?
Comincia augurandosi che venga data a tutti gli iscritti “la facoltà di addentrarsi nei temi politici per dare contenuto e sostanza all’azione politica del partito che è ciò che realmente interessa ai cittadini.”
Continua sostenendo la illegittimità del prorogarsi della lunga attesa di un congresso che non arriva mai “a causa dell’incapacità dei presunti “vip” che non sono ancora riusciti a far quadrare i singoli pezzi del “puzzle del potere” fine a se stesso.”
Termina accusando “Lo stesso segretario regionale Blasi” che “ha fallito il suo ruolo di mediazione contribuendo a destabilizzare ancor di più la situazione.”
Comunque, vi è da segnalare pure un passaggio in cui si dimostra quanto Ressa sia rimasto l’uomo ilare di sempre; quello in cui dice che all’attuale situazione si è arrivati poiché “ognuno ha riunito i propri quattro fedelissimi senza che mai nessuno abbia sentito l’esigenza di convocare gli iscritti del partito oppure gli attuali componenti le diverse assemblee elette.”
Certo, per dire che gli altri avrebbero riunito “i propri quattro fedelissimi”, facendo poi parte di uno dei circoli peggio messi a livello provinciale anche per numero di iscritti (vorrei far notare a Ressa che il solo circolo di Massafra conta qualcosa come 400 iscritti, contro i 100 – sulla carta – di Palagiano), più che di ilarità c’è bisogno di faccia tosta. Ma lasciamo correre.
Anche perché il massimo della ilarità – o della contraddizione – è ancora da venire e Ressa lo raggiunge con l’appello che sente di poter inoltrare ai vertici provinciali: “il Pd ha bisogno di una classe dirigente costretta a fare delle scelte importanti. Decidete chi deve occupare le poltrone, decidetelo pure da soli, ma almeno fatelo e fatelo in fretta.”
Perché tutta questa fretta? vi starete chiedendo. Ma diamine! Perché per “recuperare il terreno e il tempo perso” è fondamentale che il Partito democratico “ritorni fra la gente prospettando le soluzioni da dare ai tanti problemi che il nostro territorio vive a partire dai temi dell’ambiente, del lavoro e dell’economia, dei giovani, della salute.”
Minchia! quanta coerenza di pensiero.
Dunque, ricapitolando. Sarebbe bene dare a tutti gli iscritti “la facoltà di addentrarsi nei temi politici per dare contenuto e sostanza all’azione politica del partito” ma, se proprio la cosa è difficile da farsi, può anche andar bene che “chi deve occupare le poltrone” decida da solo quali e quante occuparne.
Si metta una buona volta d’accordo con se stesso caro Sindaco e ci dica: questa cavolo di azione politica del partito a chi spetta sostanziarla? Agli iscritti, oppure agli occupatori di poltrone?
La domanda non è retorica o fine a se stessa. Infatti, quando lei ammette che l’unico interesse che muove gli occupatori di poltrone è quello di trovare la quadra del potere, implicitamente ammette che, quantomeno, si disinteressano del problema che più di tutti sta a cuore ai cittadini: l’azione politica del partito che, detta con altre parole, si traduce nelle “soluzioni da dare ai tanti problemi che il nostro territorio vive…”
Se ci fa caso, siamo pari pari di fronte allo stesso tipo di problema da me sollevato quando abbiamo parlato di spazzatura (quella vera) e che ha fatto emergere l’irrazionalità della soluzione prospettata da un occupatore di poltrone e supinamente accettata da un gruppo di persone che mi sono pregiato di definire “minchioni plaudenti” in un mio commento.
Mimmo Forleo