inchiesta di report sulle droghe leggere

18 Giugno 2005 Off Di Life
D – ” Sei un veterano…purtroppo”

“Purtroppo o per fortuna, ma si' possiamo dire che lo sono.

“Un veterano della guerra al cancro, Stefano, 42 anni, bolognese, usa abitualmente la cannabis, e cioe' la marijuana, come farmaco coadiuvante nei cicli di chemioterapia cui deve sottoporsi.

Si', avete capito bene, proprio la cannabis, che oggi in Italia e' considerata un droga pericolosa e illegale.

Ma da anni e da tutto il mondo si levano voci di malati e di medici che ne lodano le proprieta' terapeutiche.

E' precisamente di queste presunte proprieta' che tratta questa inchiesta. D – ” Stefano, prima di usare la marijuana come stavi?”

“Ho cominciato a usarla per fini terapeutici nel '96, fino ad allora gli effetti collaterali erano intensi, testa pesante, una nausea tremenda, l'appetito che torna dopo 5 o 6 giorni, era veramente pesante.
Io so che la cannabis funziona.
Torno a casa mi faccio la canna e mi torna l'appetito, a quel punto io immediatamente mangio, l'umore mi si raddrizza, e in quel momento comincio a riprendermi, mentre 5 o 6 anni fa io tornavo a casa ed ero distrutto per giorni e giorni.

” Filmo il rientro di Stefano dall'ospedale, dal luogo cioe' dove avevo registrato l'intervista che avete appena letto.
A casa l'attende una sigaretta di cannabis, un piatto di carne gustosa ed alcuni amici.
Stefano fuma lo spinello, ed effettivamente mangia con gusto.

Alla fine del pasto mi dice: “Questo che hai appena visto in ospedale, al momento, e' proprio da escludere.
” Cambio regione, citta', e malattia.
La storia di Sergio, la parte della sua vita che e' pertinente a questa inchiesta, inizia nel 1997 lungo una strada statale di Bressane, in provincia di Rovigo.
Sergio era al volante della sua auto, uno schianto tremendo e come conseguenza un futuro da tetraplegico legato a una sedia a rotelle.
Oggi la sua condizione gli porta una infinita serie si complicanze neurologiche e muscolari, che anche Sergio, stanco degli insuccessi della medicina, cura fumando cannabis.

D – ” Sergio, quali sintomi ti complicano la vita?”
“Sono le contrazioni e gli spasmi muscolari in primo luogo, poi altre complicanze varie.”

D – ” La contrazione piu' fastidiosa quale e'?”

“E' quella del tappeto addominale, perche' se bevo sputo, se mangio mi passa l'appetito, e poi ci sono le contrazioni degli arti inferiori che mi prendono anche tutta la schiena.”

D – ” Ma i farmaci che ti hanno dato cosa ti fanno?”

“Non ho avuto una gran scelta di farmaci, perche' ce n'e' solo uno, ma anche quello fa poco… mi da' due ore di tranquillita', poi mi tornano le contrazioni e mi mancano 6 ore alla prossima dose.”
D – “Hai sintomi collaterali per questi farmaci?”
“Si' secchezza fauci e testa vuota, poi ci sono rischi elencati nel foglietto illustrativo che arrivano fino al coma.”

D – ” Tu hai detto che fumi la marijuana e che ne trai grande beneficio; ma qualcuno potrebbe dirti che e' lo sballo che ti fa qualcosa e che non c'e' un'azione veramente medica.

Cosa rispondi?”
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“L'esito e' immediato, come lo riscontro io lo riscontrano le persone intorno a me.
Avevo i genitori contrari alla cannabis, ma hanno visto che danno rimedio alle mie contrazioni, anche se danno lo sballo.
Funziona meglio dei farmaci, non c'e' dubbio.
” Dopo pochi minuti arrivano i genitori di Sergio, e ne approfitto per verificare con loro quanto dettomi.
D – ” Voi eravate contrari alla marijuana?”
“Si' inizialmente lo eravamo – risponde la madre del ragazzo, – poi abbiamo cambiato idea dopo l'incidente.
Abbiamo visto in effetti che quando fuma lo spinello sta meglio, le contrazioni si placano sotto i nostri occhi.
I medicinali che prende sono piu' dannosi di sicuro, mentre con la cannabis lui mangia di piu', dorme un po' piu' a lungo e sta comunque meglio.”  

Stefano e Sergio, due prove viventi che la cannabis puo' avere effetti benefici, due prove, tuttavia, puramente aneddotiche, e cioe' prive di rigore scientifico; ed e' proprio per conferire la certezza della scienza alle tante voci come quelle che avete appena sentito che nel gennaio scorso e' nata a Roma l'Associazione per l'Uso Terapeutico della Cannabis (ACT), formata da pazienti e medici dalle piu' svariate parti d'Italia.
Pongo alcune domande al dottor Salvatore Grasso, medico palermitano e leader del gruppo.

D – ” Dott. Grasso, funziona la cannabis e su cosa?
Spieghiamolo con parole semplici.”
“E' dimostrato con prove scientifiche ormai indiscutibili che funziona come antiemetico per la nausea da chemioterapia, che combatte il deperimento da Aids, e con evidenze non ancora definitive trova applicazioni sulla sclerosi multipla, sul glaucoma, sulle convulsioni da epilessia, e come antidolorifico in molte patologie.”  
Sara' pure una panacea questa cannabis, ma rimane il fatto che la legge italiana la considera una sostanza illecita, una droga per intenderci, e allora l'Associazione del dott. Grasso ha consegnato al ministro Veronesi un libro bianco, che contiene un preciso appello.
“Noi chiediamo che siano reperibili in farmacia i derivati in pillole contenenti i principi attivi della cannabis, cosi' come negli Usa e in Canada, e che il governo si faccia promotore di un'agenzia di ricerca che produca sotto controllo la cannabis da dare ai malati che ne facciano richiesta.
Il nostro Libro Bianco raccoglie le storie dei pazienti che si sono rivolti a noi in questi anni, tutte persone che purtroppo sono oggi costrette a ricorrere al mercato nero per procurarsi la cannabis.

” A turno consulto i protagonisti di questa vicenda sul tema dell'illegalita', cominciando da Stefano, per poi sentire i genitori di Sergio e infine due giovani ammalati di epilessia.  

“Il problema di questo momento e' che io che sono malato non posso aspettare, io che sono malato ho l'urgenza di poter arrivare ad utilizzare una sostanza naturale che mi fa stare meglio senza rischiare quello che oggi rischiamo.”

D – ” Una domanda sui rischi, a voi che siete due genitori.”
” Be', io ho questi amici carabinieri…..- inizia il padre del giovane tetraplegico, che continua – eh si', che se do la canna a mio figlio io sono uno spacciatore!
Ma si puo'?”
E la mamma di Sergio aggiunge:”Sergio non puo' prepararsi gli spinelli, qualcuno deve farlo per lui, e corre dei rischi…” La carrellata sui rischi legali continua appunto coi due giovani epilettici che incontro a Roma.

D – ” Quale e' la vostra condizione medica?”

“Epilessia, ma da anni non abbiamo convulsioni.”
D – ” E voi pensate che sia dovuto alla cannabis?” “Certamente.”

D – ” Come la prendete visto che e' illegale?”

“Bisogna rivolgersi agli spacciatori, oppure c'e' l'autocoltivazione, ma e' egualmente illegale.”

D – ” Voi siete cosi' convinti della validita' della cannabis che siete disposti a rischiare in prima persona e a dirci che pur di curarvi siete disposti a prendere marijuana sul mercato nero?”
“Si', lo faccio dal 94.- replica schietto il giovane”
“Io dal 92. –  ribadisce la ragazza”  
Droga, illegalita', pericoli, terapie: esiste in Italia un luogo piu' indicato per affrontare questi temi di San Patrignano?

Forse no, o forse si', ma dalla loro esperienza non si dovrebbe comunque prescindere.
Ho chiesto al dott. Boschini, direttore medico della comunita', cosa ne pensasse di cannabis e malattie.

Ecco la sua risposta: “Di un farmaco vanno considerati gli effetti vantaggiosi e quelli svantaggiosi.

Un farmaco che ha una spiccata azione sul sistema nervoso centrale come il THC, che e' contenuto negli spinelli, ha un alto profilo di effetti collaterali dannosi che non ne giustificano l'utilizzo per nausea o dolore o mancanza di appetito, quando ci sono altri farmaci migliori.”
Una bocciatura secca, quella di San Patrignano, che pero' oltre le frontiere nazionali trova pochi riscontri. All'estero invece, negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Olanda, e in Germania, le sperimentazioni con la cannabis per uso medico sono avanzatissime.

Addirittura la Camera dei Lord inglesi ha pubblicato un rapporto che ne auspica la sperimentazione a tutto campo.
A Edimburgo incontro Lord Perry di Walton, illustre farmacologo e capo della commissione di Lord che ha curato la ricerca.

D – ” Lord Perry, lo stigma della cannabis come droga illegale non vi ha fermati evidentemente.”
“La cannabis e' stata usata come farmaco per millenni; oggi in Gran Bretagna un medico puo' prescrivere l'eroina o la cocaina, e i loro derivati sono prescritti in tutta Europa.

Questo non ci ha certo ridotti a un continente di drogati! Inoltre, il fatto che tanti sofferenti per curarsi con la cannabis siamo costretti a rischiare sanzioni legali e', per noi Lords, inaccettabile.”
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A Boschini di San Patrignano ricordo che all'estero le sperimentazioni sono gia' in corso:

D – ” Lei sa che in Paesi importanti ci sono studi di ampio respiro, io ho pubblicazioni che le faccio vedere, si parla di effetti non trovati in altri farmaci, i Lord inglesi hanno raccomandato la sperimentazione, e anche il governo americano ha fatto lo stesso. Come scienziato non e' interessato? Lei dice che non le interessa comunque…”
“No, io dico che non esiste nessuno studio che dimostra la superiorita' della cannabis; anzi, i farmaci tradizionali non inducono quegli effetti collaterali che sono provocati dalla cannabis.
Non c'e' evidenza scientifica a suo favore, e questo e' indiscutibile.” Lord Perry non e' affatto d'accordo:
“Sono stati pubblicati centinaia di lavori scientifici sull'efficacia medica della cannabis, ma e' anche vero che non esiste ancora una sperimentazione definitiva e su larga scala che ne sancisca le proprieta' terapeutiche.
Facciamola, e sgomberiamo il campo dai dubbi una volta per tutte.
La Camera dei Lord ritiene che non si debba ignorare quello che migliaia di ammalati sostengono con cosi' tanta tenacia.”  
Sperimentare dunque, e in Inghilterra lo fanno senza tanto clamore. Il dott. Philip Robson, ricercatore dell'universita' di Oxford, lavora per una casa farmaceutica fondata unicamente con lo scopo di testare i poteri curativi della cannabis.

Il gruppo di chiama GW Pharmaceuticals, ed ha ottenuto dal governo di sua maesta' il permesso di coltivare marijuana in un luogo segreto.
Non ci e' concesso visitarlo e queste che vedete sono immagini delle coltivazioni fornitemi dal loro ufficio stampa.
Ma che imparzialita' puo' avere una ricerca scientifica condotta da una casa farmaceutica interamente fondata con la prospettiva di trar profitto dalla cannabis per uso medico?
Robson risponde: “Chiaramente chiunque fa ricerca porta i propri pregiudizi all'interno del metodo scientifico, e non v'e' dubbio che noi gradiremmo un successo anche commerciale del nostro lavoro.
Ma non si dimentichi che fra i ricercatori coinvolti, la gran parte non ha nessun legame con la casa farmaceutica, ne' trarra' profitti di alcuna natura economica.”  
Questa signora di Oxford, che incontro in una clinica pubblica, ha passato anni di inutili tentativi per sottrarsi alla paralisi degli arti causata dalla malattia neurologica chiamata sclerosi multipla, anni, purtroppo, di frustranti sconfitte.
Oggi assume cannabis, come paziente arruolata nella sperimentazione del dott. Robson, e questo e' il risultato, che lei stessa ci descrive: “Sono migliorata moltissimo, oggi cammino, mentre prima ero confinata alla sedia a rotelle.
Cammino e non perdo l'equilibrio, e non cado, vedete? Per me e' un risultato enorme, mi creda.”

D – ” Ha avuto risultati sul dolore?”
“Gli spasmi muscolari della mia malattia possono essere dolorosi, molto. Anche il dolore e' scomparso, perche' la cannabis mi rilassa i muscoli. Vorrei che mi si credesse, non e' suggestione, e' la cannabis.” I

l dott. Robson ci spiega come avviene la sperimentazione.
“Le piante di cannabis vengono fatte crescere in ambienti controllati dai computer, e la stabilita' chimica dei vari componenti e' garantita da una selezione genetica, che non comporta pero' alcuna manipolazione.
Il metodo di somministrazione e' quello di spruzzare i principi attivi della cannabis direttamente sotto la lingua dei pazienti, ma stiamo lavorando per riuscire a somministrarli attraverso un vaporizzatore, che avrebbe il vantaggio di raggiungere i polmoni e dunque la circolazione sanguigna del paziente in brevissimo tempo, come accade quando si fuma lo spinello, senza tuttavia arrecare i noti danni del fumo.

” Possibile che i danni della cannabis possano derivare solo dalla sua associazione con tabacco?
Nessun pericolo, nessun effetto collaterale da cui guardarsi?
Lo chiedo al dott. Boschini di San Patrignano:
“Allora esistono effetti collaterali a breve e lungo termine: distorta percezione della realta', attacchi di panico, ansia, slatentizzazione di psicosi ecc..
Una persona depressa potrebbe peggiorare.
Nel lungo termine, c'e' rallentamento psicomotorio e abulia.” Robson, da Oxford, ribatte secco: “E' innegabile che gli effetti collaterali della cannabis sono fra i meno severi di tutta la farmacologia oggi conosciuta.
Sappiamo che non esiste in medicina un solo caso di mortalita' da assunzione di cannabis, al contrario i pochi farmaci oggi disponibili per trattare le malattie degenerative hanno non solo una limitata efficacia ma anche effetti collaterali pesantissimi.
Un problema della cannabis e' il cosiddetto effetto “sballo”, che abbiamo pero' gia' eliminato dai nostri farmaci.
” Sugli effetti collaterali della cannabis paragonata ad altri farmaci, i due giovani epilettici hanno qualcosa da dire:
“Ci hanno dato farmaci pesanti e dannosi e provocatori di sintomi come l'aggressivita', i disturbi comportamentali e altri; da tempo prendiamo marijuana e non abbiamo piu' convulsioni senza effetti collaterali di alcun tipo.
Naturalmente la cannabis va presa con giudizio.”  
Le testimonianze di chi soffre in prima persona sono sempre toccanti, ma c'e' chi sostiene che l'interesse generale passa per altre strade.
E allora cosa c'e' che non va in un'Italia che decide di sperimentare la cannabis ad uso medico?
Risponde Andrea Muccioli, oggi leader di San Patrignano:
“E' un'Italia che ha perso il senso e le ragioni del suo impegno nei confronti della tossicodipendenza.
E' una parte dell'Italia piccola e influente che segue la strategia dei piccoli passi, che vuole portare alla legalizzazione delle droghe, e che non riuscendo a legalizzarle tutte subito si propone i piccoli passi: allora, prima si da' delle droghe leggere un'immagine benefica, e quindi si confonde l'opinione della gente dicendo che non tutte le droghe fanno male.”

D – ” Ma la Camera dei Lord inglesi e la Casa Bianca americana hanno raccomandato la sperimentazione.. non sono esattamente istituzioni liberali!”

“Lo dicevo prima, un conto e' quello che pensa la gente un conto e' quello che realizzano come strategia per le legalizzazione delle droghe alcune lobby molto influenti che si muovono in tutti i Paesi occidentali.”  

Dario Fo, premio Nobel per la letteratura, si e' da tempo espresso a favore dell'uso medico della cannabis, e a lui faccio una domanda provocatoria.
D – ” Fo, tu fai parte di una delle lobby denunciate da Andrea Muccioli?”
“Io rimango sempre impressionato da un particolare: la cannabis viene usata da secoli, da milioni di persone che hanno riti precisi e discernimento medico millenario; questa facilita' di dare sentenze, come fa Muccioli, mi impressiona sempre. Non si puo' prendere un'unica via e poi condannare tutto cio' che non ne fa parte, per poi dire che chi invece segue altre convinzioni fa parte di lobby di denaro basse e spregevoli. Questo e' inaccettabile. Manca la dialettica e l'apertura per verificare. Io dico che ogni droga fa male, ma allora parliamo anche di alcool e tabacco, ma da qui a sostenere che tutto va proibito, anche un uso medico della cannabis, proprio non ci sto.”  

Ho l'opportunita' di girare la stessa domanda fatta a Dario Fo anche a Lord Perry di Walton. Ecco cosa ne e' scaturito.

D – ” Lord Perry, lei appartiene a una lobby che mira a creare il mercato libero delle droghe, attraverso una subdola politica dei piccoli passi?” “No Sir! – esclama il Lord ridendo di gusto, – non miriamo ad alcuna liberalizzazione.
Abbiamo semplicemente proposto cio' che noi pensiamo essere un passo avanti nel progresso medico e legale.”  
Allora, perche' in Italia le autorita' sanitarie sono cosi' assenti sull'uso terapeutico della cannabis. Rivolgo la provocazione a Stefano.
D – ” Stefano, il ministro Veronesi non ha voluto dare a Report un'opinione sull'uso medico della cannabis. Tu sei un ammalato di cancro e lui un oncologo…”
“Certo, mi dispiace. Noi pensiamo che sia lui l'interlocutore privilegiato.
Ma io e gli altri del gruppo siamo determinati, e non credo che il disinteresse dell'attuale ministro ci fermi.”  
Ecco il commento di Dario Fo su questo punto.
D – ” Il ministro Veronesi, che tu dici di stimare, si e' rifiutato di fare commenti per Report sull'uso medico della marijuana.”
“Non ha fatto commenti, va bene, ma questo non significa che lui non sappia, e lo sa bene, che la marijuana ha possibilita' antiche.”  
Lascio l'ultima parola a Sergio, il giovane tetraplegico di Bressane, in provincia di Rovigo.
“Guardate, non e' solo perche' io smetto di tremare.. questa cannabis e' applicabile a troppe robe, e quando uno e' in uno stato di difficolta' non vedo perche' impedire una roba cosi' banale per stare meglio.”