Intervista a Elisabetta Di Sarno

5 Luglio 2009 0 Di Life

Elisabetta Di Sarno, una prof alla guida del Partito Democratico. Gentile e disponibile, si sottopone volentieri alla raffica di domande che abbiamo preparato per lei. Solo un neo, o un merito, dipende dai punti di vista: la sua elezione coincise con la misteriosa sparizione dell’erma in simil bronzo argento vituperato di Vladimir Lenin, e la comparsa, tra Gramsci e Berlinguer, di Giuseppe Lazzati.

Qualcuno afferma: “Piuttosto che allearci con Scalera e Io Sud, meglio perdere le elezioni, così organizziamo una grande opposizione”. E’ dello stesso avviso.

L’alleanza, questo “Patto per il Sud”, una sorta di coalizione in contrapposizione ad un Governo chiaramente ed inequivocabilmente pro Nord a discapito del nostro Sud, ha dimostrato che, ragionando per progetti e anteponendo l’interesse per il nostro territorio, ci si può unire e vincere. La Puglia in questo modo ha vinto in quasi tutte le province; credo che questo modo virtuoso di agire possa essere un esempio per altre realtà del nostro Paese. Progetti e non personalismi, è così che secondo me si deve pensare.

Anche alla luce dei risultati elettorali, chi ritiene sia il maggior politico di riferimento nel PD e nel PdL.

Per il PD senza dubbio Michele Mazzarano; il successo elettorale del PD massafrase ne è ulteriore prova. Per il PdL in questo momento vedo tante ombre, niente di nitido e troppi personaggi in cerca di autore.

I due schieramenti maggiori parlano di vittoria. Esiste chi si deve nascondere in un angolo, ma non per giocare a nascondino? Chi ha vinto e chi ha perso nel paese della tagghjiarjn piccante?

I risultati parlano chiaro. Il PD mantiene un sostanziale equilibrio tra le due competizioni, europea e provinciale, dimostrando di aver individuato con le candidature locali persone valide. Il PdL subisce un tracollo spaventoso a livello locale. Questo significa che la forza mediatica di Berlusconi esiste a livello nazionale, ma quando poi “ci parliamo tra di noi” i punti di riferimento sono altri. Se posso, l’analisi più facile è la constatazione che il candidato del PDL nel collegio Palagiano-Massafra, ha dimostrato di non essere gradito dagli stessi elettori di centro-destra, non solo non portando nessun valore aggiunto ma riuscendo a fare ancora di peggio, dimostrando cioè di non essere neanche capace a consolidare il voto d’opinione favorevole delle consultazioni europee.

In attesa del Congresso di ottobre, in Puglia già si iniziano a delineare i primi schieramenti. Gero Grassi e Giusy Servodio per Franceschini, Paolo Di Castro, Ludovico Vico e Francesco Boccia per Lello Bersani. Nel suo Circolo, che aria tira.

Non è possibile parlare di che aria tiri se non si vedono concretamente quali sono i venti a disposizione, per usare la sua stessa metafora. Prima di schierarsi è necessario sapere e comprendere bene le proposte. Mi rifaccia la domanda alla fine di luglio e le risponderò.

C’è qualcosa che non torna nella elezione del segretario del Partito Democratico. Date ed appuntamenti si inseguono e si accapigliano, in un coacervo che sembra il figlio illegittimo di una montagna russa e di un labirinto che avrebbe destato l’ammirazione di Dedalo. Per non parlare delle elezioni dei Segretari provinciali e di circolo, che dovranno comunque svolgersi tra il 15 novembre 2009 e il 17 gennaio 2010, oppure tra il 4 aprile e il 30 maggio 2010. Non sarebbe stato più ovvio e naturale, partire con le elezioni delle realtà periferiche, e man mano procedere fino al segretario nazionale?

Forse lei parla così perché pensa a Partiti che non esistono più. Oggi parliamo di Partito Democratico, nato un anno e mezzo fa, con un proprio Regolamento, un proprio Statuto, ed un proprio Codice Etico. E’ a quello che si deve fare riferimento, e mi sembra che da questo punto di vista sia tutto in regola. Certo, bisogna ammettere che il processo fondativo ci ha portato a forzare alcuni passaggi, che evidentemente andavano meglio ponderati attraverso il coinvolgimento delle realtà locali, e una lettura più attenta delle aspettative di tutti i “democratici”. Credo che questa nuova fase congressuale porterà a confrontarci anche con queste realtà, e a valutare, serenamente, eventuali leggerezze o errori relative alla fase di rodaggio.

“Vogliamo spezzare per sempre – la dura servile catena; – a morte gli Ausburgo-Lorena! – Noi vogliamo la libertà. – A morte Franz! Viva Oberdan!”. La canterebbe, magari un fischiettino in privato, mentre tagliuzza rose e garofani.

Le faccio una confessione: non so fischiare e canto malissimo, ma non mi dispiace la versione di Milva di questo Inno… anche se la rossa la preferisco quando Canta Brecht. Ma forse lei non voleva sapere dei miei gusti musicali…

Quali sviluppi futuri per il PD e PdL jonico in particolare e, più in generale, per il centro sinistra e per il centro destra.

Intanto, avere il governo di Comune e Provincia di Taranto è senza dubbio una realtà stimolante, e lo è ancor di più in virtù del fatto che, dopo anni, nel governo provinciale avremo un rappresentante palagianese di qualità, come Carmine Montemurro. Ciò per il nostro Partito deve essere motivo di orgoglio che, sono sicura, avrà positive ricadute su Palagiano e sul nostro futuro agire politico. Per il nostro territorio, aver dato fiducia alla coalizione di Florido, significa poter continuare a lavorare in sinergia per coniugare lavoro – ambiente – sicurezza, la scommessa del domani. Nel PdL jonico non vedo sviluppi, si è ancora alla ricerca del “come stare insieme”.

Giuseppe Catucci e l’assessore Manuela Goffredo nell’Italia dei Valori. Un suo commento.

Il Consigliere Catucci era da tempo in cerca di una “casa politica”, credo che abbia fatto, insieme all’assessore Goffredo, una buona scelta. Forse, però, avrei gradito non dover prendere atto di questa notizia solo dalla stampa. Questione di bon ton politico, ma è una mia opinione personale.

Nel PdL si raccolgono i feriti, ma i barellieri non portano i caduti nella stessa tenda. A Taranto i citiani non hanno votato e/o in provincia c’è stato un tracollo non previsto. Intanto, dalla tebaide, il Sindaco Martino Tamburrano, quello della solidarietà contestata, puntando il dito sull’accordo PdL – Cito, sentenzia: “Non si può dire alla gente di dimenticare quello che si era detto una settimana prima. Votando così i cittadini hanno salvato l’onore della città”. Quali i motivi della vittoria di Florido.

Le alleanze per il buon governo premiano più di quelle fatte sui numeri e sugli interessi personalistici, è questo il vero motivo della vittoria di Florido. Il voto a Cito è stato certamente un voto di protesta, circoscritto alla città di Taranto. I risultati finali ci fanno pensare al “chi è causa del proprio male…”, nel senso che è stato Cito stesso a rendersi indigesto con la sua inqualificabile campagna elettorale, dimostratasi quindi un boomerang per il PdL. Al contrario il centro-sinistra, Florido in particolare, ha avuto la capacità di individuare la debolezza dell’avversario e, come si dice in gergo sportivo, lavorarlo ai fianchi, rispondendo ai cartelli elettoralistici del centro-destra con la progettualità.

Giuseppe Favale