ITALIA-PARAGUAY: SARA’ 3-0

14 Giugno 2010 0 Di Life

Contro il Paraguay, l’Italia vincerà 3-0. L’ho saputo da fonti sicure. Giovedì pomeriggio, infatti, ho passato alcune ore seduto ad una panchina della stazione Tiburtina, a Roma, con alcuni barboni. O senza casa, visto che quasi tutti erano sbarbati di fresco. Era scontato che la discussione dovesse ricadere sui mondiali di calcio, ed il pronostico di uno di loro – un sardo, lui sì con la barba lunga, nera, ed una copia di Tuttosport sotto il braccio – è stato perentorio. Almeno per la partita di esordio le cose dovrebbero andar bene: poi, la fiducia sulla nazionale, per quanto riguarda l’esito del torneo, era piuttosto bassa. Tuttavia – dovesse esplodere Di Natale – le possibilità degli Azzurri aumenterebbero notevolmente, spiegava ancora il sardo.

I soliti campanilismi, comunque, hanno guastato il sangue quando sempre il sardo ha aggiunto che la vera colpa di Lippi – altro che aver appiedato Cassano o Totti – è la mancanza di coraggio che gli avrebbe impedito di lanciare Cossu nell’undici titolare; senza parlare di Marchetti da preferire a Buffon… Gli altri hanno cominciato a canzonarlo e lui ha battuto in ritirata.

L’allegra compagnia si è sciolta verso le nove di sera. Subito dopo è cominciato il mondiale vero – quello che si gioca tutte le notti nelle grandi città italiane: indiani, maghrebini, cingalesi, nigeriani: tutti di corsa sui treni che attraversano su e giù l’Italia. Ad un certo punto è arrivata anche una grassa regina africana, avvolta in una veste colorata, con due bimbi: una ragazzina carina, dolce, educata, ed un bimbetto con la maglietta dell’Italia che correva su e giù inseguendo il pallone dei suoi sogni; uno di quei palloni che vedono solo i bambini, con l’occhio potente dell’immaginazione.

Dicono che questa nazionale sia una squadra operaia. Fossi un operaio, io mi incazzerei: poiché mi sembra il frutto del solito pregiudizio di classe definire così una squadra solo perché è tecnicamente un poco scarsetta e non accende granché la fantasia. Tuttavia, di Lippi ho grande fiducia: Bearzot – raccontano i libri di storia – non seppe resistere alle ragioni del cuore, e per riconoscenza portò in Messico gli spompati eroi di Madrid: tornando a casa assai presto. L’eroe dei nostri tempi, invece, non si è lasciato commuovere nemmeno dal ricordo di Grosso – quattro anni fa, gol alla Germania in semifinale; e poi centro nel rigore decisivo contro la Francia.

Ho fiducia in Lippi e nei telecronisti della RAI. Alle urla scomposte di Caressa, preferisco la professionalità di un Civoli: il calcio, quando è vero, accende già da sé emozioni irripetibili e non ha bisogno della finzione urlata. Almeno nel gioco cerchiamo di essere seri…

Ho fiducia in Lippi, nei telecronisti della RAI e nei giocatori azzurri. Certo, mancheranno Totti e Perrotta – ed io, oggettivamente, avrei portato anche Cassetti e Bruno Conti. Comunque, De Rossi sarà uno dei leader della squadra – sperando che tenga i gomiti al posto loro. E poi c’è Bonucci: dal Bari alla nazionale: altro che Cassano! Ed infine, hai visto mai Cossu…

Finalmente è il giorno degli azzurri: tutti davanti alla televisione, dunque, poiché quest’anno anche noi gente di sinistra potremo gridare senza alcun imbarazzo: Forza Italia!

Giuseppe Piccoli