Le Chiese

MARIA SS. IMMACOLATA

 

La Chiesa dell’Immacolata è certamente la più antica di Palagiano. Fu consacrata dal vescovo di Mottola, Jacobus Micheli il 14 febbraio 1582, com’è ricordato nella targa marmorea, murata all’interno proprio sopra l’architrave d’ingresso:
”Anno domini MDLXXXII die vero XIV febbruarii ego Jacobus Michael Episcopus motulensis consecravi hac ecclesiam _cum altare in honorem conceptionis beatae Mariae Virginis et concessi quadraginta dies de vera indulgentia hodie unu hac in anniversario huius diei in perpetuo”
Inizialmente era indicata come la chiesa di Santa Maria la Nova, forse per distinguerla dalla cappella esistente nel convento francescano, la cui esistenza è menzionata in un breve apostolico del 1541 di papa Farnese.
La chiesa, d’orecchiato stile romanico – pugliese fu edificata a nord del chiostro, come farebbero supporre tracce ancora visibili. Notizie certe  di questo convento le assicurano una platea del 1766 (conservata nell’Archivio di stato di Lecce e riportata sa P. Coco ne “I Francescani del Salento), dove si legge che nel 1538 il vescovo di Mottola, mons. Angelo De Pascale, concesse al feudatario Giacomo Protonotabilissimo una cappella eretta fuori di Palagiano “quasi diruta e prossima a rovinare” per costruirvi accanto un monastero. Ma nel 1574 la chiesa fu donata ai francescani della Provincia di San Nicola insieme ad altri beni, le cui rendite servirono per la riedificazione del convento di San Rocco di Massafra, fino a quando nel 1653 fu soppresso  da papa Innocenzo X per difficoltà finanziarie di gestione e di mantenimento. Vi rimase soltanto un padre guardiano, ma la popolazione riuscì, insieme alla famiglia feudataria Pantaleo, con suppliche ed offerte a far ritornare nel 1655 i padri conventuali. Ma il 1809 furono allontanati dalla soppressione napoleonica degli ordini.
Durante gli anni venti e trenta del 1600, il convento di Palagiano ospitò in due occasioni un giovane religioso sconosciuto, che sarebbe poi diventato San Giuseppe da Copertino. Costui, tra il 1625 e il 1628, durante il suo viaggio tra i conventi della Custodia di Taranto, alla vigilia del noviziato di Martina Franca, accompagnato da suo zio mons. Caputo, allo scopo di fargli conoscere la realtà monastica, visitò insieme ai conventi di Massafra, Mottola, anche quello di Palagiano. Ci ritornò nuovamente tra il 1636 e il 1638 in occasione della sua peregrinazione  guidato dal provinciale  p. Antonio Santurini  che lo voleva additare come esempio di padre virtuoso. Di ciò ha dato notizia  documentate il compianto p. Gustavo Parisciani nella recentissima ricerca “L’inquisizione ed il caso di san Giuseppe da Copertino”.
Per quando riguarda l’originario arredo del convento, si conserva nella chiesa di Maria SS. Annunziata una splendida statua lignea del ‘500 di San Francesco.
Dell’antico impianto del fabbricato, fino agli anni tenta si è conservato appena il pozzo, che stava al centro del chiostro, abbattuto per far spazio all’arena cinematografica, tanto che anche la vecchia stessa chiesa fu adibita a teatro pubblico.
Fu poi riconsacrata nel 1938 e durante i lavori di restauro, la struttura subì molte deturpazioni con il danneggiamento degli stucchi decorativi, tra cui gli angeli in bassorilievo, che coronavano il rosone. Fu rovinato anche il campanile sovrastante il presbiterio. Nel 1948 furono acquisiti i locali dalla rettoria della chiesa, anche perché tutta la zona divenne parrocchia.
Tra le opere d’arte mobili, che si conservano, si annoverano: una preziosa tela di Madonna  con Bambino, proveniente dalla vecchia chiesa della Madonna della Stella  di cui possiede la grande statua venerata dal popolo, San Giuseppe, il Cuore di Gesù, l’Immacolata e i Santi Medici.

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