Le Primarie non sono un sondaggio…

Le Primarie non sono un sondaggio…

10 Gennaio 2012 10 Di Life

di Antonio Cuscito.

Dopo aver seguito i vari commenti a “a caldo”, provenienti da ogni dove, e anche quelli “tiepidi” rilasciati dal candidato di SEL e Arca, mi sento in dovere di dire la mia sulle Primarie, sul risultato che avrebbero prodotto e sulla “fuga in avanti” compiuta da chi, forse, non ritiene di avere tutte le carte in regola.

Le Primarie, è vero, sono uno strumento democratico, ma guai a confonderle con l’unico strumento costituzionalmente abilitato per eleggere i rappresentanti di un’intera comunità. Le Primarie sono una sorta di accordo privato negoziato allo scopo di delegare, da una parte, agli iscritti e ai simpatizzanti di partiti e movimenti, compresi in una data coalizione, la scelta del candidato Sindaco di quella stessa coalizione e, dall’altra, teso ad estendere la medesima delega a tutti gli elettori che non si riconoscano già in partiti e movimenti che della coalizione non fanno parte.

Il secondo dei due scopi menzionati non esclude la possibilità che gli elettori possano nel tempo cambiare idea, magari perché delusi dalla figura del candidato Sindaco scelto con le Primarie, ma ciò non si traduce affatto nella possibilità che sia possibile estendere il diritto di voto anche agli elettori che già gradiscono soluzioni politiche diverse da quelle proposte dalla coalizione. Quegli elettori avranno a loro disposizione le elezioni vere e proprie per esprimere il proprio parere e accordargli diritto di voto alle Primarie potrebbe significare uno snaturamento dei principi sui quali è nata e si regge una coalizione. Detto con altre parole, le Primarie non sono un sondaggio di opinione lanciato per capire quanto risulti gradito il programma di una coalizione.

La riprova di quanto affermato è data dalle dichiarazioni rese dal candidato di SEL e Arca già all’indomani del voto. In virtù di quelle dichiarazioni, infatti, ci tocca scoprire che una coalizione nata, cito il primo manifesto della stessa, “sentendo di non poter condividere un’idea della politica tutta autoreferenziale e completamente slegata dalle reali esigenze dei cittadini”, quale quella espressa dall’attuale Amministrazione, che vede nel PD il suo pilastro principale, e che aveva avvertito “l’obbligo di distanziarsene decisamente”, dovrebbe adesso aprirsi al dialogo col PD! Per fare cosa? Forse per provare a convincere il PD, stante la notevole affluenza di suoi elettori alle nostre Primarie, a cambiare idea sul proprio operato? E come? Disconoscendo pubblicamente chi, altrettanto pubblicamente, rivendica di aver falsato il risultato di quelle primarie?

Antonio Cuscito