Meno male che Nichi c’è

9 Settembre 2010 0 Di Life

Dopo Silvio Berlusconi sembra essere Vendola il predestinato a prenderne il posto. Magari non come capo del governo, ché la vedo dura, molto dura per questa sinistra, ma come nuovo messia da contrapporre a quello della fazione avversa in un panorama politico ridottosi a scontro tra partigiani.
Gli amari frutti della rinuncia e della incapacità mostrati dalla sinistra politicamente intesa, cominciano a maturare. È in questo contesto che bisogna interrogarsi non sul “che fare”, ma sul “che farsene di questa sinistra”?

In tanti sostengono che il PD non sarebbe più un partito di sinistra eppure, per l’ennesima volta, il PD si dimostra essere il termometro più attendibile per valutare lo stato di salute dell’intera sinistra. Basta prendere in considerazione cosa sta accadendo in questi giorni: Veltroni, Bersani e Prodi rilasciano tre dichiarazioni reciprocamente contraddittorie, eppure c’è chi vi intravede se non comunanza d’intenti almeno un “comune sentire”!

Veltroni continua a immaginare un bipolarismo possibile solo nei suoi sogni o solo a patto che uno dei due poli che attualmente lo compongono imploda; Bersani confida nell’emergenza che potrebbe costringere tutte le forze contrarie al berlusconismo a rimettersi insieme; Prodi sa che, nell’un caso come nell’altro, sarebbe ancora lui l’unico a risultare abilitato per la guida di una coalizione di centrosinistra. Qualunque altro candidato diverso da Prodi sarebbe perdente in partenza; il centrodestra, per quanto a pezzi, è l’unico polo che può contare su un blocco sociale ampio che lo vota.

Il centrosinistra non ricorda neppure più cosa sia un blocco sociale: la sinistra radicale continua a rincorrere i fantasmi di una classe operaia che ormai ragiona in termini regionali e non più di classe, il PD riesce ad assecondare soltanto e neppure tutti gli impiegati pubblici “più fannulloni” al mondo (il termine è da intendere in un’accezione così vasta che abbisognerebbe di un articolo a parte per essere affrontato), IdV e SeL insieme riescono ad attirare solo quanti si dicono “scontenti” qualunque cosa accada. Fatte le somme, il centrosinistra è ancora abbondantemente sotto la soglia del 50% più uno che in democrazia consente di andare al governo.

Solo Prodi allora potrebbe compiere, teoricamente, il terzo miracolo consecutivo: battere il centrodestra attirando a sé la parte meno emotiva e più incline al ragionamento politico dell’elettorato. Ma ho paura che anche stavolta l’accozzaglia messa in piedi in fretta e furia finirebbe fuori strada al primo tornante impegnativo.

Quale può essere il ruolo di Vendola, dato questo contesto?

A mio parere, Vendola potrebbe paradossalmente svolgere un ruolo molto positivo.
Forte dell’appoggio che potrebbe venirgli dalla sinistra radicale e dall’Idv, potrebbe frapporsi al progetto di egemonia neo-centrista ancor prima che si vada al voto e dare un’accelerata all’operazione che non è riuscita neppure a Berlusconi: collocare l’attuale centrosinistra tra i rifiuti della storia.

Il messianesimo non è detto che faccia sempre male.

Mimmo Forleo