NOTA STAMPA CASO SEBAI, IL KILLER DI 14 VECCHIETTE

7 Gennaio 2009 1 Di Life

TARANTO – PRESSO IL TRIBUNALE, IN DATA 8 GENNAIO 2009, ORE 10.30, SI TERRÀ IL SEGUITO DEL PROCEDIMENTO A CARICO DI BEN MOHAMED EZZEDINE SEBAI, DETTO IL “SERIAL KILLER DELLE VECCHIETTE”.

ALLA FINE DELL’UDIENZA, IN PRESENZA DEGLI ORGANI DI INFORMAZIONE NAZIONALE, I DIFENSORI DELLE PARTI INGIUSTAMENTE CONDANNATI PER QUEI DELITTI, RILASCERANNO DELLE DICHIARAZIONI.

Per alcuni di quei delitti degli innocenti sono in carcere dal 21 maggio 1997 per un assassinio che non hanno commesso. Francesco Orlandi e Vincenzo Faiuolo scontano una condanna per l’omicidio di Pasqua Rosa Ludovico, accoltellata a morte nella sua casa di Castellaneta (Taranto) il 17 maggio 1997. Ma un’altra persona, il Sebai, si è autoaccusato di quell’orrendo crimine, ha fornito le prove della sua colpevolezza, alla fine di una lunga indagine la Procura di Taranto ha chiesto il suo rinvio a giudizio.

A Taranto, dove il 19 dicembre 2008 si è tenuta l’udienza contro Sebai, il serial killer delle 14 vecchiette assassinate in Puglia negli anni Novanta non è credibile perché si è autoaccusato dei delitti solo per scagionare i veri responsabili, che ha conosciuto in carcere. Per questo il pm di Taranto, Antonella Montanaro, ha chiesto l’assoluzione di Ben Mohamed Ezzedine Sebai, tunisino di 44 anni, per due dei 14 omicidi di cui l’imputato si è accusato negli ultimi tempi. L’uomo è già stato condannato con sentenza definitiva a quattro ergastoli per altrettanti omicidi (all’epoca non ancora confessati) e, in primo grado, a 18 anni per un altro delitto compiuto nel foggiano per il quale il gup del tribunale di Lucera (Foggia) Carlo Chiriaco ha ritenuto la sua confessione «pienamente attendibile».

La richiesta di assoluzione è giunta al termine del processo con rito abbreviato per l’uccisione di Grazia Montemurro, di 75 anni (Massafra, 4 aprile 1997), e di Pasqua Rosa Ludovico, di 86, (Castellaneta 14 maggio 1997). Per la prossima udienza (l’8 gennaio 2009) è attesa la requisitoria dei pm Maurizio Carbone e Vincenzo Petrocelli per altri due omicidi di cui Sebai si è attribuito la responsabilità: quelli di Celeste Commessatti, di 73, (Palagiano, 13 agosto 1995), e Rosa Lucia Lapiscopia, di 90, (Laterza, 21 agosto 1997).

Poi arriverà la sentenza. Sebai, arrestato a Palagianello (Taranto) nel settembre del 1997, ha confessato in tutto 14 omicidi e ha dichiarato di voler scagionare gli imputati detenuti ingiustamente. In sette sono stati condannati in via definitiva (un altro imputato si è suicidato dopo la condanna), ma fino a questo momento uno solo di loro, Cosimo Montemurro, ha ottenuto la semi-libertà.

Contro le conclusioni della pubblica accusa tuona il legale di Sebai, Luciano Faraon, di Venezia. «Questo pm – denuncia – non poteva svolgere indagini perché su questi fatti aveva già ottenuto sentenze di condanna a carico di altri due imputati ingiustamente condannati». «Il pm Montanaro – sottolinea Faraon – fa queste conclusioni per non dire di aver sbagliato in passato. Secondo il legale, sia il pm Montanaro sia il pm Vincenzo Petrocelli, (già accusatore di Domenico Morrone, 15 anni di carcere da innocente, risarcito con 4,5 milioni di euro, ndr), che si stanno occupando delle indagini su tre omicidi confessati da Sebai, “avrebbero dovuto astenersi per evidenti situazioni di incompatibilità”.

Per questi motivi l’avv. Luciano Faraon, difensore di Sebai, si è rivolto al Premier, al Guardasigilli, al Procuratore generale presso la Cassazione, al CSM e al Procuratore generale di Lecce. Mentre il difensore di alcuni dei condannati «per orrore», Claudio Defilippi, avvocato di Modena, chiede al Guardasigilli di inviare gli ispettori per verificare l’operato della procura di Taranto.

Si nota l’astensione della classe forense tarantina contro i magistrati di quel foro per procedimenti di declaratoria di errori giudiziari.

Grazie dell’attenzione.

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