Ricordi disordinati di estati passate

4 Luglio 2005 Off Di Life

Pensare che sono passati venti anni dal ?Live Aid? mi ha fatto davvero capire la dimensione del tempo che ? trascorso da allora, ma mi ha permesso altres? di avere un flash delle estati di quegli anni.

Tento di raccontarlo, a m? di piccola pagina di diario, forse qualcuno si ritrover? in qualcosa che scrivo.
Met? anni ottanta, 16-17 anni di et?.
Le vacanze estive arrivavano a giusta conclusione di (lunghi) inverni passati sui libri di scuola e sugli autobus della linea Palagiano-Taranto (? dove si viveva lo stress per cercare di evitare, tutti i giorni, che il pulman passasse per Chiatona).

Le prime giornate di vacanza venivano trascorse in assoluta spensieratezza, si voleva dare subito sfogo a quella voglia di vacanza attesa per tanto tempo.
Si andava in giro in bicicletta o col vespino ?truccato? (coi pezzi modificati), facendo frequenti capatine a Chiatona, sia al mattino che alla sera.
Ben presto, per?, si avvertiva quasi il rischio di annoiarsi.  
E allora, anche e soprattutto per racimolare qualche soldino per potersi permettere qualche giorno di vacanza da qualche parte o il rinnovo pi? sostanzioso del guardaroba o qualche disco in pi? (il cofanetto di Bruce Springsteen live 1975-1985, cinque 33 giri in vinile, mi cost? la bellezza di cinquantamila lire!) o la quota parte di un acquisto importante (ad esempio uno stereo ?come si deve? costava due milioni), o di tutto un p?, si andava in gruppo, quasi per divertimento, a fare ?l?acinino? solitamente dai parenti di qualche amico, per non correre il rischio di essere cacciati gi? al primo giorno.

L?ambiente era tranquillo, nessuno se ne usciva con il tipico ?m?n da ?ret? a richiamo di coloro che, magari troppo affaccendati nella chiacchiera, non stavano al passo con il resto della forza lavoro.

In campagna c?era quindi allegria, moltissime  volte si riusciva ad ascoltare la radio.
Mi ricordo che a Centro Radio c?era una trasmissione, che ci piaceva tanto, durante la quale un certo Marioo, tra un disco dei Righeira, uno di Sandy Marton e un Sunshine Reggae, parlava con i radioascoltatori che telefonavano in diretta ?
chiss? che fine ha fatto quel Marioo (ah, ah) ?.  

Solitamente la giornata finiva all?una, poi una ricca mangiata guardando qualche cartone che trasmettevano proprio intorno all?una e mezza-due (ero un appassionato di Lupin e di Carletto il principe dei mostri), DJ Television e una breve dormitina (o, in alterntativa, una puntatina al mare, quando non si era troppo stanchi).

Finito il periodo dell?acinino, al mattino si andava solo al mare, a fine stagione si diventava neri carbone.
All?epoca tutta la spiaggia era libera, tranne i tratti da Lido Impero fino all?aviazione; non c?erano n? parcheggi a pagamento n? parcheggi a pettine, se parcheggiavi negli spiazzi potevi ritrovarti bloccato da qualche macchina messa male;
i muretti che separavano la strada dalla spiaggia non rimanevano integri per l?intera stagione, spessissimo c?erano pezzi di tufo che ingombravano il marciapiedi ?;

c?era quasi una netta distinzione tra zone frequentate da palagianesi e zone frequentate da massafresi; alla stazione ferroviaria ?
c?era un capostazione, si potevano fare i biglietti, c?era gente che transitava;
alle volte, tra sudate e bestemmie, si creavano code interminabili per oltrepassare il passaggio a livello.
La sera si cercava di mettersi un po? in tiro.
Dopo lo struscio istituzionale in Viale Stazione, si prendevano i motorini e si puntava, capelli al vento (l?obbligo del casco non c?era), diritti a Chiatona. Mi ricordo che all?epoca a Chiatona c?erano parecchie pizzerie e bar, per cui certe sere c?era un passeggio da fare quasi invidia a quello della festa di S. Rocco, anche perch? vi soggiornavano molte famiglie forestiere.

In estate la mission di noi ragazzi del paese era proprio quella di andare alla ricerca delle ragazze di fuori, ci si dimenticava del prodotto locale con cui ci si intratteneva durante la restante parte dell?anno.

Non sempre per? si raggiungeva l?obiettivo, anzi, tante volte ci si rifugiava da qualche parte a mangiare un pezzo di focaccia, a giocare a calcio balilla e ad ascoltare le canzoni del juke-box.

In quegli anni cominciai ad andare ai concerti, quelli veri (dove si pagava il biglietto, per capirci).

Il primo fu, nel 1984 (se non sbaglio), Antonello Venditti, che andammo a vedere vicino Pisticci, una cosa che mi ricordo come se fosse avvenuta ieri.
Poi vennero Zucchero, Vasco (ogni volta che passava dalle nostre parti), anche i Duran Duran ?

Poi arrivava la festa di San Rocco, che sostanzialmente segnava la fine delle vacanze, o comunque del periodo pi? intenso delle stesse.

Una cosa che mi ricordo ? che spessissimo durante i giorni di festa veniva a piovere, non riuscivo a spiegarmi perch? la perturbazione arrivasse ogni anno puntuale proprio in quei giorni ?

E quando arrivava c?era il fuggi fuggi, la gente si alzava dai tavolini del bar di Giovanni Scarcia prima ancora di aver accompagnato con qualcosa da bere la frutta secca e le olive che aveva appena acquistato.

Puntualmente c?era il tizio che estraeva le palline ?fortunate? che erano abbinate ai biglietti che aveva precedentemente venduto;
la tirava avanti a lungo offrendo, in cambio del premio, il ferro da stiro, il vaso cinese, ?
C?era la pesca delle piante ?  

Arrivavano le giostre, numerose, dietro la caserma dei Carabinieri o nello spazio ove oggi sorgono le Opere Parrocchiali; tra tutte, un posto di riguarda era riservato al mitico Tagada ?
Ogni anno si faceva una faticata per riuscire a vedere i fuochi di artificio, tra di noi ci si chiedeva per quale benedetto e santissimo motivo bisognava farli per forza a notte inoltrata ?  

Poi l?estate finiva e cominciava un nuovo (lungo) anno scolastico.

Ter