Se l'”atto dell’educare” fosse un atto d’amore……di GIUSEPPE LIVERANO

3 Dicembre 2004 Off Di Life

Bisogna capire per? come fare e quali soluzioni metodologiche adottare. Certamente devono giocare un ruolo decisivo le agenzie educative, in primis, la famiglia e la scuola. Alla base di tutto questo mio impianto teorico c?? la riscoperta della ?genitorialit??, quella paternit? e maternit? che si sviluppa dal genitore al figlio, ma che in altre forme ? possibile anche tra studente e docente. Certo qualcuno obietter? perch? spesso il rapporto genitore-figlio, studente-docente ? ?conflittuale?. Ma si potrebbe pensare ad una educazione possibile, attraverso l?esclusione dei cattivi docenti o dei cattivi genitori dall?esercizio di questa opera? Si potrebbe tollerare l?espulsione di docenti incapaci di educare o si potrebbe tollerare l?incapacit? di alcuni genitori di ?ben educare? perch? magari impediti oggettivamente?

Riflettiamo: si pu? togliere la capacit? di educare i propri figli a genitori separati o divorziati per esempio?

No, la svolta sta proprio nel permettere di essere genitori dei propri figli anche a coloro che sono oggettivamente impediti, di essere docenti di studenti pur avendo delle carenze, permettendo di sviluppare l??amore educativo? , stimolando l?incontro con persone che ci fanno sentire amati, perch? ? l?amore che da un senso al nostro esistere.
L?educazione quindi ? per me possibile quando ci sono i presupposti per la ?relazione? che fa sentire amati, quando c?? il dialogo e l?incontro con chi testimonia l?amore che dispone verso una direzione, verso un senso, cio? che da la possibilit? di un vivere secondo i desideri del proprio cuore, che da la possibilit? di una relazione-trasformazione che dispone positivamente alla vita. ognuno di noi nel proprio percorso di vta ha sicuramente incontrato maestri con cui non hanno condiviso pienamente scelte, idee, persone che hanno generato sofferenze. Ma nei loro confronti, potremmo mai provare odio? L?odio non ? un vincolo alla libert?? No!

L?ideale ?: essere liberi di scegliere ma senza odiare. E? un rischio della libert? dell?educazione questo. Ma educare nella libert? ? il gesto pi? amorevole. L?educazione, solo nell?amore pu? trovare il suo significato pi? autentico, capace di dare un senso al nostro inquieto vivere.

Per quanto riguarda i giovani-figli ed il loro crescere responsabili dal punto di vista educativo, emergono dati non confortanti perci? la nostra societ? deve sottoporsi ad una profonda autocritica. Saranno le mode, i miti, gli eroi, la voglia di emergere dalla massa, di distinguersi, di essere necessariamente protagonista in una societ? dove sei qualcuno, se finisci sul giornale per aver partecipato al Grande Fratello, se hai vinto il concorso di Velina dell?anno, se hai accoltellato un tifoso della squadra avversaria allo stadio. Generazione di sconvolti diceva Vasco Rossi in una sua celebre canzone e forse aveva ragione, forse i giovani per costruirsi una identit? stabile devono attraversare necessariamente il periodo che io chiamo di ?autodistruzione inconsapevole?, quando ci si rivolge alla pastiglia per divertirsi in discoteca, quando ci si lega troppo presto alla bottiglia per affogare i guai, quando si ricorre al pensiero  del suicidio perch? la vita ha riservato la pi? profonda amarezza. Si, tutto questo abbiamo attraversato e superato noi giovani per crescere. E la societ? ? Cosa fa la societ? per i giovani ? Perch? assiste impavida a questa trasformazione ? Cosa fa per aiutare le famiglie di ragazzi con difficolt? ?

Mi chiedo cio? se il problema non vada affrontato alla radice. Qualcuno diceva che ?la spina genera spina e la rosa genera rosa? e qualcun altro diceva che ?dai frutti?? potrai riconoscere se sono alberi buoni?, ma per la spina e per l?albero cattivo, bisogna per forza ricorrere all?amputazione?

La societ? deve essere vicina ai giovani, ma soprattutto deve rieducare i padri e le madri, alla riscoperta della genitorialit?, ed ai frutti straordinari che essa produce. A volte quando parlo con amici mi raccontano dei loro genitori che sovente nei finesettimana amano divertirsi, spesso lasciando i figli a casa da soli, nella totale libert?. Genitori frequentatori delle discoteche e figli pantofolai davanti al televisore, che paradosso! Questo ? il dramma! Cambia la natura dell?uomo e  la provocazione che voglio rivolgere ? questa: la cultura moderna risponde alle sue esigenze? 

Mi sono pi? volte interrogato su quanto ? importante l?educazione dei ragazzi, dei giovani, ma a mio avviso la societ? moderna, la cultura moderna deve rispondere ad una richiesta pi? grande oggi: l?educazione dell?uomo in generale, cercando di capire ?chi ? l?uomo oggi? e se la nostra realt? ? una realt? intelligibile e se ha delle valenze positive. Per far questo occorre spiegare la verit? del mondo, o meglio della vita, che ? fatta di bene e di male di cui i giovani, gli adulti devono essere a conoscenza per capirne il sentimento che il bene e d il male genera. Nella conoscenza del vero sentimento dell?uno e dell?altro si genera l?intima adesione al bene e al male.

Personalmente ho capito la bellezza dell?adesione al bene dopo avere fatto inconsapevolmente del male, dopo essermi sostituito alla persona che ha ricevuto il mio male ed averne intuito tutto il suo dolore. Si la sofferenza ci trasforma e trasforma il nostro pensiero, come nei pi? imprescutibili misteri.

Non vivo ancora la stagione della genitorialit?, ma ho vissuto e vivo ancora quella di figlio amato. Ai genitori, dico di ascoltare e spendere pi? tempo con i loro figli. Ai figli come me dico di essere pi? tolleranti con i propri genitori, perch? padre o madre non si nasce??.? uno stato esistenziale che ha bisogno di palestra come per  tutti i ruoli di una persona.

Dott. Giuseppe Liverano