Uccisione della morte
9 Agosto 2009C’è qualcosa di peggiore dell’ammazzare una persona che aveva sentimenti, esperienze, ricordi:
eliminare quei sentimenti, quelle esperienze, quei ricordi.
Negare la sublime possibilità del percepire: di conoscere quell’incastonatura grandiosa, spettacolare, di forme, sostanze, sensazioni, vite, che è il mondo, nonostante le sue incrostature, i suoi blocchi di bruttura e abominio; in definitiva, negare a un individuo in “sospesnione” di poterlo diventare, uccidere quella morte apparente, quell’attesa di vita.
E..ridicolo?…non permettere che egli si conosca (conosca sè stesso): unicità di sfumature nella percezione della Vita; obbligato all’impossibilità di Essere, nella sua volontà; di determinare il mondo nei propri pensieri; di conoscere e allevare la propria parte, segreta al mondo.
Quindi, negargli il mondo più suo e per sè più vero, quello autocomprensivo e “autoaffettivo”.
Trasecolo nel sentire affermazioni di un infantilismo atroce su un tale tema, universalmente accettate e gridate, da un mondo adulto, come dogmi, incrollabili alla logica e alla più basilare umanità.
Ovvero: il bambino potrebbe non voler nascere, vivere una vita tremenda senza genitori, potrebbe essere un criminale (!?).
Come se dovessimo bloccare le nascite non aventi: precedente autorizzazione del futuro nascituro, attestato di futura astensione da atti illeciti e assicurazione di una vita felice, giacchè pare che una vita con grandi disgrazie (come quella della mancanza di genitori) non valga la pena esser vissuta: meglio l’annientamento.
Vorrei condividere questa canzone che ritengo rappresentare e comunicare in maniera sublime la tristezza di questo aberrante infanticidio condiviso:
di Massimo Morsello
Canto Sull’aborto
Per disgrazia o per fortuna non si può dire,
dovresti per lo meno provare.
Lo so che non hai vita e non ti hanno chiesto niente,
il tuo cuore nel parere di tutta l’altra gente.
Dopo aver scoperto che non si provava male
ne hanno fatto subito un caso nazionale,
ne hanno fatto subito un caso nazionale.
Fedeli senza dubbio alle loro tradizioni,
alle loro usanze, ai costumi,
e poi la tua forza è stata insufficiente,
tanto era deciso che non avresti visto niente,
e a lei mancata madre gliel’han spiegato bene
da non portarsi dietro rimorsi e pene,
da non portarsi dietro rimorsi e pene.
E io sono qui a ringraziare mia madre
di esser fatto vent’anni prima.
E io sono qui a dire grazie a mia madre
di non aver deciso che non ce l’avremmo fatta,
sia per paura o per altra ragione
non ha rinunciato, vi serva da lezione,
non ha rinunciato, vi serva da lezione.
Per disgrazia o per fortuna ora te lo posso dire
quanto sia bello aver vita
e lottare tutto il giorno contro chi non ti ha permesso
di trasformare in corpo la tua anima che adesso
vaga da sola nel grande universo,
che io non incontrerò mai, ma non mi sento perso.